Convegno sul cyberbullismo

CYBERBULLISMO NEL SAVONESE,
CONVEGNO A SAVONA, SALA ROSSA

CYBERBULLISMO NEL SAVONESE,
CONVEGNO A SAVONA, SALA ROSSA

 Statistiche fornite dal Centro Giovani di Savona su un campione anonimo di 832 ragazzi/e al 1 anno degli istituti secondari savonesi:

  • 1 SU 10 È VITTIMA DI CYBERBULLISMO

  • 10% DI RAGAZZI È STATO CONTATTATO DA UN PEDOFILO ON LINE

  • IL 20% DEI RAGAZZI HA RICEVUTO MESSAGGI VIOLENTI ON LINE, IL 35% HA RICEVUTO INSULTI ED IL 30% COMMENTI SGRADEVOLI

  • IL 19% HA AMMESSO DI FARE SEXTING

GENITORI, PROFESSORI, EDUCATORI ECC APRITE GLI OCCHI, QUESTI DATI SONO DAVVERO PREOCCUPATI E SONO IN POSSIBILE E PROBABILE AUMENTO, QUESTA È LA REALTÀ, IL PERICOLO VIRTUALE È GRAVE COME QUELLO NELLA VITA REALE!

Il giorno 13/11/2017 al pomeriggio, presso la Sala Rossa del Comune di Savona vi è stato un incontro molto importante che riguardava il bullismo ed il cyberbullismo.

All’incontro erano presenti la senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della legge contro il bullismo n°71 del 2017, il signor Paolo Picchio, padre della prima vittima di cyberbullismo Carolina Picchio, la dr.ssa Maura Montalbetti, l’ingegnere Surlinelli, direttore capo della polizia postale di Genova, il magistrato del tribunale di Savona. Fiorenza Giorgi, il referente regionale Pro Bagnasco, Marco Di Gerlando, regista pluripremiato di cortometraggi e due studentesse della 4a D dell’Istituto Mazzini- Da Vinci di Savona.

Il primo a prendere la parola è stato Paolo Picchio, padre di Carolina Picchio, la prima vittima italiana di cyberbullismo che si è tolta la vita gettandosi da una finestra, a soli 14 anni.

Egli ha dichiarato di non aver visto nessun segnale da parte della figlia vittima di cyberbullismo, poiché la stessa era sempre allegra, vitale, un’ottima studentessa ed una bella ragazzina, per questo invidiata dai suoi carnefici che l’hanno punita riprendendola in un video con un cellulare durante una festa in cui era ubriaca ed in seguito incosciente e mimando atti sessuali espliciti nei suoi confronti.

Questo video è stato poi postato in rete, diventando così virale ed ha ricevuto 2600 like nell’arco di poche ore.

Da vedere la ricostruzione del dramma di Carolina del programma Anno Zero con il giornalista Pablo Trincia, il cui link è sarà allegato a fine articolo.

Il Signor Paolo Picchio non è riuscito a riguardare lo stesso mentre veniva proiettato in Sala Rossa, ha sempre tenuto lo sguardo basso e mentre parlava della figlia usava molto spesso verbi al tempo presente e non al tempo passato.

Lo stesso ha sostenuto che i genitori non prendano sul serio il problema del cyberbullismo, considerato solo una ragazzata e che sia fondamentale la ripresa del dialogo tra genitori e figli, nonché il rispetto reciproco.

Un figlio non dirà mai al proprio genitore di essere una vittima di bullismo o cyberbullismo, ma sarà lo stesso genitore ad accorgersi dei segnali che il figlio gli sta inviando, che potranno essere l’isolamento, l’irascibilità, la mancanza di voglia di studiare, l’autolesionismo, il non voler piú frequentare la scuola ecc…

Il signor Picchio sta girando tutta l’Italia per sensibilizzare genitori, figli, insegnanti, educatori ecc per prevenire questo fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, affinché non succedano altre tragedie come è capitata a sua figlia Carolina.

La seconda persona che ha preso la parola è stata la Senatrice Elena Ferrara, ex insegnante di musica di Carolina Picchio, che, assieme a Paolo Picchio ha voluto questa legge fortemente, dedicandola a Carolina ed è stata la prima firmataria della stessa.

Ha dichiarato che questa legge mette al centro i ragazzi e fa si che i genitori, gli insegnanti, gli educatori siano consapevoli dei danni che il cyberbullismo può creare ad una vittima.

Ha inoltre rilevato, come il signor Paolo Picchio precedentemente, la necessità del ritornare al dialogo ed all’ascolto del minore, in questo tempo in cui vi è solo più rimasto ed è sempre più presente l’analfabetismo emotivo.

La parola, successivamente, è passata all’ingegnere Surinelli, direttore capo della polizia postale di Genova, il quale ha dichiarato che in Italia, la polizia postale sia molto attiva e collabori con circa 15000 persone, tra genitori ed insegnanti.

Inoltre, ha fatto luce su un paradosso di alcuni genitori che non conoscono il mondo digitale e le sie dinamiche e che danno in mano dei dispositivi tecnologici ai loro figli, pensando che così non corrano dei pericoli, come invece potrebbe succedere all’aperto.

Ha sottolineato quanto il mondo digitale sia pericoloso quanto il mondo reale, ma che troppo spesso questo pericolo sia sottovalutato dai genitori.

Internet amplifica le azioni ed è per questo che è necessario e fondamentale una rete sociale per la tutela dei minori.

In internet, chiunque può essere chiunque e può carpire e danneggiare gli altri.

L’anonimato su internet non esiste, perché durante la navigazione sui siti si lasciano tracce anche a nostra insaputa ed i messaggi che si pubblicano resteranno per sempre ed andranno a ledere la reputazione di ciascuno.

Sia gli insegnanti, sia i genitori devono essere in grado e saper installare ed usare le applicazioni che usano i minori, per vedere ciò che pubblicano e per sapere come poter intervenire a riguardo.

Dopo, è venuto il turno di Fiorenza Giorgi, magistrato del tribunale di Savona, la quale ha asserito che la legge n°71/2017 colmi un vuoto lasciato dalla 612 bis per gli atti persecutori e che l’ammonimento da parte del questore per chi svolge attività di bullismo sia sempre da far riferimento già nella 612bis, come reato d’estorsione.

In seguito è stata la volta del Professor Bagnasco, referente regionale, il quale ha dichiarato che per fare l’insegnante oggi ci sia bisogno di molta più responsabilità e che con la legge adottata vi sarà una formazione di tutto il corpo docente, affinché non ci siano più vittime, perché il malessere dei ragazzi riguarda tutta la nostra società.

Ogni istituto scolastico dovrà avere un referente.

In seguito è stato proiettato in sala il cortometraggio del regista Marco Di Gerlando dal titolo “Rincoman”, il cui link è inserito a fine articolo e che è stato creato da una richiesta nata da ragazzi di una scuola superiore, affinché fenomeni negativi come bullismo e cyberbullismo non siano più considerate come situazioni da lasciar correre, perché adulti e docenti, essendo poco presenti la pensano in questo modo.

Il cortometraggio “Rincoman” dovrebbe essere fatto vedere in tutte le scuole italiane.

Dopo la proiezione dello stesso, due studentesse della 4a Mazzini-Da Vinci hanno parlato delle loro esperienze personali riguardanti il progetto SUN (SMART USE OF NETWORK), in collaborazione con la Regione, i professori e la polizia postale e con le loro esperienze da tutor, in progetti realizzati con la Dr.essa Montalbetti, già durante la 1a superiore, nella creazione di cortometraggi sul bullismo con lieto fine sia per il bullo sia per il bullizzato.

Dopo di ciò la Dr.essa Montalbetti messo in luce anche un problema chiamato wall bulling, ossia frasi oscene, contro le donne, omofobe, razziste, contro le religioni ecc scritte su alcuni muri di Savona, tra cui il complesso del Priamar.

http://www.michelesantoro.it/2015/05/morire-di-cyberbullismo-la-storia-di-carolina/

https://www.youtube.com/watch?v=NQsGRfBVkjM&app=desktop

  Laura Candelo 

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