Comune di Savona
Confusione e poca informazione ai cittadini-utenti della casa di vetro |
Confusione e poca di informazione ai cittadini-utenti della casa di vetro |
Savona – Ingegnere capo in Comune a Savona e direttore tecnico all’Ata Spa. Nell’organigramma ufficiale di palazzo Sisto IV riveste la figura di “direttore” di una struttura (vedi….) con poco meno di 40 persone tra tecnici ed amministrativi. Contemporaneamente è al vertice apicale di una “partecipata” del Comune stesso (85% dell’azionariato,) ovvero l’Ata Spa, società pubblica per l’ambiente e la raccolta dei rifiuti solidi urbani. |
Luca Pesce si ritrova ogni giorno ad assolvere ruoli e compiti impegnativi, nella sua duplice veste. Potrebbe balzare agli occhi un presunto conflitto di interessi? Sarà pur vero che le vie del Signore sono infinite, ma qualche interrogativo potrebbe sorgere. Non si può certo pretendere che con questo grado di responsabilità ci siano stipendi e remunerazioni inadeguate. Anzi, nell’ambito della trasparenza sarebbe utile conoscere le cifre, i costi, la spesa, la spiegazione. I chiarimenti. Chi non ha avuto dubbi fino ad oggi è il parlamentino di Savona. La maggioranza di sinistra che governa e la minoranza di centro destra, impegnata a far le “pulci” nel bilancio, come è nei suoi compiti, meno attenta di fronte ad una realtà che potrebbe rivelarsi scivolosa. Almeno sul fronte dell’opportunità, tema caro alla sinistra più idealista. Gradualmente messo fuori uso col berleghismo. Nessuno discute le capacità, l’impegno, la serietà, il prestigio dell’ingegner Pesce, ma si può “razionalizzare la spesa” (ammettiamo sia cosi) in settori vitali, strategici della macchina comunale da una parte e della robusta macchina Ata dall’altra? Nessuno ha spiegato (Comune e Ata) quali siano le ragioni della doppia attribuzione dirigenziale all’ingegner Pesce. Part-time, di fatto, nel “settore qualità e dotazione urbane” del Comune e part-time a contratto al vertice tecnico dell’intercomunale Ata. In coabitazione con il Comune di Vado Ligure. Cosa è successo, cosa è cambiato perché si avverasse che in passato l’Ata aveva un suo direttore a tempo pieno ed oggi rigorosamente tempo contingentato? Chi l’ha deciso e perché? Dopo aver dato il ben servito (e ben ricompensato) al ragionier (non dottor) Parisotto l’incarico di “responsabile tecnico” è stato affidato ad interim a Pesce. Con annunci pubblici alterni e davvero nebulosi. La stessa rassegna stampa, specchio dei tempi, lascia vuoti impressionanti. Scriveva Ermanno Branca su La Stampa del 28 novembre 2009, annunciando la nomina a neo presidente di Livio Giraudo: “….Tra l’altro all’azienda di tutela ambientale a fine anno si registrerà anche il ritorno di Luca Pesce come manager tecnico che però conserverà anche l’incarico di ingegnere capo del Comune mentre uscirà di scena il direttore Parisotto…”. Se il cittadino-contribuente vuole conoscere qualche informazione utile sui costi dell’operazione resterà deluso. “Radio potere e ponte comando” resta avara, come se si trattasse di un bilancio di famiglia, di azienda di famiglia e non di denaro pubblico. |
A sua volta, Dario Freccero su Il Secolo XIX aveva scritto: “Da oggi il responsabile tecnico dell’Ata, Luca Pesce, passa ufficialmente alle dipendenze del Comune- per due anni, come dirigente del settore qualità e dotazioni urbane – lasciando quindi un vuoto nella controllata. Verrà sostituito ad interim dal direttore amministrativo Antimo Topi che assumerà la reggenza della direzione tecnica e le funzioni di datore di lavoro. Ma è una soluzione che potrebbe essere modificata in futuro dalla nomina di un direttore tecnico con una spiccata cultura manageriale – spiega il direttore dell’Ata, Nanni Ferro, comunque l’aspettativa concessa all’ingegner Pesce per l’incarico in Comune verrà tamponata con una ridefinizione della struttura organizzativa interna dove non mancano professionalità e capacità”. |
Una di queste – scriveva il giornale – è l’uso della giovane ingegnere Laura Brucalassi che manterrà gli incarichi di assistente del presidente e segretario del consiglio di amministrazione assumendo ad interim anche la responsabilità dell’unità aziendale tecnologie e gestione progetti”. Ancora Ferro che si esprime elogiando i passi da gigante dell’Ata la cui “operatività sembra finalmente attestata su un livello più che soddisfacente. Da giugno abbiamo assunto part-time una dozzina di persone ed ora l’Ata può finalmente contare su 16 operatori fissi che lavorano ogni domenica, a differenza dei pochi o nessuno del passato”. Migliore servizio e razionalizzazione delle spese, ottimo auspicio per il cittadino-contribuente. Sarà pure positiva l’esperienza di un part-time al vertice tecnico (Pesce), ma si faccia pure chiarezza sui doppi ruoli, doppi stipendi, bassi o alti che siano. E la produttività di chi li percepisce. La società Rina Check svolge per l’Ata Spa la certificazione di qualità dei servizi erogati mediante controllo di spezzamento ed igiene urbana, raccolta rifiuti solidi urbani, raccolta differenziata, servizio manutenzione verde pubblico. I dati portati all’esame sono relativi al 2008 coincidente con il primo periodo di certificazione. Poi l’assegnazione delle stellette con un 5 stelle a spezzamento e igiene, raccolta rsu e differenziata, 4 stelle per il verde. Raggiunti tutti gli obiettivi prefissati. Sarà per tutte queste positive motivazione che l’ingegner Luca Pesce ha uno stipendio dignitoso in Comune e una buona remunerazione all’Ata? Non è una domanda retorica, è trasparenza della pubblica gestione del denaro dei cittadini. R.T.
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