Commemorato l’eccidio del Castellaccio

Grande partecipazione alla cerimonia in ricordo del 77° anniversario dell’eccidio del Castellaccio che, nel 1945, costò la vita ai sei patrioti Sabatino Di Nello (Pietro Silvestri), Alfredo Formenti (Brodo), Angelo Gazzo (Falco), Piero Pinetti (Boris), Luigi Achille Riva (Foce) e Federico Vinelli (Ala – Seri) condannati alla fucilazione da un sedicente tribunale della RSI; la commemorazione ha anche ricordato il sacrificio di Corradino Nuzzi e Gian Domenico Diambri, caduti entro le mura del Forte Castellaccio rispettivamente il 18 gennaio e il 12 marzo 1945.

Presente, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Genova, l’assessore Lorenza Rosso; sono intervenuti rappresentanti delle associazioni sindacali, la consigliera Laura Repetto per la Città Metropolitana ed il consigliere regionale Armando Sanna per la Regione Liguria.

“Porto il saluto del Municipio ricordando che questo eccidio è avvenuto per ritorsione contro la Resistenza genovese”, dichiara Massimiliano Lucente in rappresentanza del Municipio I Centro-Est, “e la forza delle persone si può riassumere con la Medaglia d’Oro al valore Antifascista. Genova si è liberata da sola prima dell’arrivo degli Alleati ed i partigiani erano considerati traditori ma in realtà sono eroi perchè sono morti per la nostra libertà”.

Parole simili da parte di Lorenza Rosso, assessore alla famiglia del comune di Genova :”Sono qui a nome del sindaco Bucci e ne sono orgogliosa; questi ragazzi sono praticamente coetanei dei miei figli e serve ricordarli. I social sono molto utili per diffondere e divulgare momenti del genere; la memoria è l’unica arma che impedisce che certi fatti possano ripetersi. I nostri ragazzi, molto bravi ad usare la tecnologia, possono raccontare fatti come questo ricordando i loro coetanei morti per la libertà”.

“Sono orgoglioso di essere qui ed il ricordo è importante per tutti ma soprattutto per i giovani; il 1 febbraio alcuni ragazzi vennero fatti sedere di schiena ed in seguito fucilati e due settimane prima erano morti due partigiani. Il 1945 è stato un anno freddo e atroce per le rappresaglie ma non dobbiamo dimenticare gli scioperi presso le fabbriche per fermare la produzione ed i trasferimenti degli operai; nel caso dell’Ansaldo i dirigenti si sono opposti al trasferimento dei loro operai in Germania. La vera speranza sono i giovani che devono essere portatori di memoria affinchè fatti del genere non si ripetano più; vi è troppa indifferenza ma la vera speranza è il valore essenziale di chi ha dato la vita per la nostra libertà. Il valore della libertà è importante perchè ha in sè la partecipazione; a quell’epoca vi furono persone che diedero la vita per la libertà mentre altre rimasero indifferenti e l’indifferenza è responsabilità.

Bisogna stare attenti alla libertà a scuola, sul lavoro e a casa; tanti hanno accettato la morte per il senso della libertà e la nostra libertà è possibile per il sacrificio di queste persone. La memoria ci rende liberi ed un popolo senza memoria non ha futuro; non bisogna sprecare le vite di queste persone dimenticando cosa è successo perchè l’indifferenza è un baratro. Mi piace l’idea di coinvolgere i giovani per far conoscere questi fatti ma le persone ed i loro valori devono essere messi al centro; difendere la Costituzione ed i sindacati mette le persone al centro. Il rischio principale è che se questo non accade sia la memoria che il senso di appartenenza vengono meno”, conclude Franco Servidei, segretario confederale regionale UIL Liguria.

SELENA BORGNA

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