LETTURA DI UN’ IMMAGINE: Cristo della cattedrale armena di Leopoli
Cristo della cattedrale armena di Leopoli
Scultura lignea raffigurante Gesù morto (XV secolo)
In questo crocifisso in stile tardogotico, che fa parte dell’altare ligneo del Golgota nella cattedrale armena di Leopoli, il corpo di Cristo viene rappresentato, secondo i canoni tradizionali, nudo e con un panno che gli cinge i fianchi. Ha gli occhi chiusi e le labbra socchiuse e la mandibola abbassata. La folta capigliatura e la barba sono di colore bruno. Il corpo è magrissimo tanto da rendere visibili le costole della cassa toracica. Dalla ferita al torace provocata dal colpo di lancia di Longino sgorga il sangue che cola lungo il corpo e riga il panno e le gambe fino ai piedi. Il 5 marzo 2022, a causa dell’aggressione dell’armata russa all’Ucraina, il crocifisso è stato messo al sicuro in un bunker.
L’ultima volta che il crocifisso aveva lasciato la cattedrale fu durante la seconda guerra mondiale. Tra gli “effetti collaterali” dei bombardamenti (sembra incredibile, ma c’è chi, plagiato dalla propaganda putiniana, giustifica l’aggressione russa all’Ucraina , minimizza questi effetti “involontari” che fanno stragi di innocenti, derubricandoli a inevitabili incidenti di una guerra evidentemente considerata giusta!) ci sono anche i danneggiamenti alle opere d’arte, tanto che le autorità delle città bombardate si sono preoccupate di metterle al sicuro in rifugi anti-aerei, dove le sculture vengono protette con tessuto refrattario e poi coperte con sacchetti di sabbia. Anche i monumenti che si trovano nelle piazze di Leopoli sono stati protetti, comprese le fontane di piazza Rynok, vicino al Municipio. Niente di strano: siamo o non siamo in guerra? Altro che “operazione speciale”!