Cinghiali a Spotorno atto secondo

CINGHIALI A SPOTORNO
ATTO SECONDO
Invece di imbracciare i fucili carichiamo piuttosto i cervelli

CINGHIALI A SPOTORNO
ATTO SECONDO

Molti di voi si saranno chiesti quale sorte sarebbe toccata ai cuccioli della femmina di cinghiale uccisa nell’abitato di Spotorno. 

Voglio rassicurare quelli che si sono preoccupati udendo le fucilate dei giorni scorsi.

State tranquilli, sono scampati alle prime giornate di caccia ed eccoli ancora qui, a pascolare di prima mattina nel giardino della mia vicina, ad un centinaio di metri da dove è avvenuto l’abbattimento di fine settembre.

Ecco dunque dimostrata l’utilità dell’intervento..

Aspettando che i solerti agenti di polizia provinciale ritornino per porre fine all’opera incompiuta alcune riflessioni…

Invece di imbracciare i fucili carichiamo piuttosto i cervelli.. Un animale che si avvicina al centro abitato mette in pericolo la cittadinanza più di eventuali proiettili sparati al buio che possono colpire il bersaglio ma anche deviare la propria direzione se incontrano un ostacolo sulla loro traiettoria.. sembra un pensiero folle non fosse stata realtà;

Anche l’etica del cacciatore imporrebbe di rinunciare all’abbattimento considerando il ruolo di una madre all’interno del branco, i solerti difensori dell’ordine pubblico probabilmente non conoscevano  le regole dell’etica venatoria “Il cacciatore quando tira al selvatico deve fare in modo che l’animale venga colpito mortalmente, evitandogli ferite che lo fanno soffrire…Saprà anche rinunciare al tiro a un animale cacciabile, se ritiene che il capo in questione riveste un valore particolare o è di utilità per gli altri animali del branco o della colonia.” …Fonte

Un discorso particolarmente delicato è quello relativo all’arma. Va usata in totale sicurezza e quando un atteggiamento che pare sicuro mette a disagio la compagnia di cacciatori, è bene evitarlo.”  Quella sera a disagio c’erano i cittadini ma, a mio vedere, la regola restava valida…. Fonte

 

Il problema degli animali selvatici che stanno colonizzando le città esiste, ma non è sensato pensare di risolverlo con il loro l’abbattimento. Il rispetto della natura passa anche attraverso l’accettazione delle sue regole, una per tutte la morte, principio essenziale di selezione. 
 
Il nostro buonismo, nato dal volerla eludere a tutti i costi, è uno dei motivi che hanno causato la morte di quell’animale.

Dobbiamo imparare a rispettare gli animali, ma a rispettarli realmente.

Questo significa smettere di alimentare i piccioni perché mi fanno pena ai giardini ma guai a loro se mi imbrattano il cornicione.

Smetterla di buttare negli alvei dei fiumi i residui delle campagne trasformandoli in un comodo supermarket per gli ungulati, salvo poi lamentarci quando rumano gli orti.

Finirla di nutrire con scarti alimentari gli animali selvatici, pensando stoltamente di poter addolcire la loro natura selvaggia o, peggio ancora, ritenendo che sia il loro bene vivere nella realtà delle nostre città.

Tutto questo non è né amore né rispetto degli animali, è semplicemente una forma del nostro egoismo per colmare la nostra curiosità.

Desideriamo davvero osservare da vicino un cinghiale o un daino, che così numerosi popolano le nostre colline? Bene, facciamolo, ma iniziamo mettendo la sveglia alle 4 del mattino e camminando tra i boschi.

Non so quanto tempo ci vorrà ma sicuramente ci riusciremo, certo non è comodo come affacciarsi dal balcone ma almeno avremmo la soddisfazione di osservare un animale nel suo mondo reale e non un prodotto della nostra cultura ipocrita.

E, per finire, William Frederick Cody, alis Bufallo Billy è morto nel 1917.

Gli orti di Spotorno hanno poco a che vedere con le distese americane, facciamocene una ragione e cerchiamo di continuare a sparare solo cazz..te,  magari al bar..

CRISTINA RICCI

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