Cinema: ll testimone (Le Témoin)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
ll testimone (Le Témoin)

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

ll testimone (Le Témoin)

 

ll testimone (Le Témoin) è un film commedia del 1978, di Jean-Pierre Mocky. Con Alberto Sordi e Philippe Noiret.

Grande interpretazione drammatica di Alberto Sordi, in Francia, in un film commedia sui generis, serioso, in quanto di ironico c’è solo la paradossale sorte giudiziaria in cui può essere preso un artista stravagante.

Il regista francese Jean-Pierre-Mocky mette sotto accusa aspetti del sistema giudiziario francese (in cui la ghigliottina all’epoca del film era ancora vigente), sottolineando negatività non solo strutturali e di metodo di quel sistema ma anche aspetti legati alla cultura del fattore umano presente nella importante istituzione.

Diversi comunque i temi in gioco: la tendenza quando non si trova il vero assassino a incolpare un innocente (vedi Hitchcock), magari un tipo strano come può essere ad esempio un artista che apparentemente non finalizza le cose perché molto creativo, oppure, per sembianze fatiscenti, un appartenente alla schiera dei poveri francesi; la tendenza della polizia ad esagerare l’importanza degli indizi fino a considerarle paradossalmente delle prove minori; e per finire lo straniero, visto subito, nella ricerca dei colpevoli di un delitto, come sospettabile a priori.

Un gran film, passato in Italia in sordina come capita spesso con i film francesi, dai quali la nostra industria cinematografica distributiva sembra a volte voler difendersi, forse perché, da decenni, la superiorità dei francesi nel saper raccontare per immagini è fuori discussione e ciò mette in ombra i nostri film?

Alberto Sordi come in quasi tutti i suoi film di fatto drammatici supera se stesso, peccato davvero che il suo ricordo sia impregnato, fino alla saturazione smemorante, della figura sembiante: “italiano furbetto e voltagabbana” presente in troppi suoi film.

Alberto Sordi, per quanto riguarda la fusione con i suoi personaggi merita un ricordo soprattutto per la sua capacità espressiva comico-drammatica: da cui si sono rispecchiate in ciascun spettatore evocazioni sociali dense di riconsiderazioni conoscitive complesse, rivelatrici nel più profondo della vita in sé e del sociale, nonché delle morali in gioco rimosse patite da ciascuno nel suo ambiente.

Critica italiana troppo tiepida e superficiale nel giudicare questo film.

    Biagio Giordano

 

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