Cinema:Le folli notti del dottor Jerryll

 
RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Le folli notti del dottor Jerryll

 

 RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Le folli notti del dottor Jerryll

 

The Nutty Professor

USA 1963
GENERE: Comm.
DURATA: 107′

REGIA: Jerry Lewis

ATTORI: Jerry Lewis, Stella Stevens, Del Moore, Kathleen Freeman, Henry Gibson

Recensione: Biagio Giordano

 Le folli notti del dottor Jerryll (The Nutty Professor) è un film commedia dall’andatura un po’ particolare, si potrebbe definire nel suo genere come   commedia a sfondo caricaturale dagli effetti umoristici, quest’ultimi legati alla devianza dai ruoli sociali più rigidi. Entrare dentro la complessità funzionale dei ruoli sociali è indubbiamente un aspetto di forte richiamo comunicativo.


Il film è ispirato un po’ vagamente al famoso libro: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson.  

 La pellicola è del 1963, ed è diretta e interpretata da un Jerry Lewis a dir poco esplosivo, un attore a quell’epoca molto attivo e motivato nonché, in questo film, in splendide condizioni psicofisiche.

Il film per la presenza di certi dettagli scenici in forma non del tutto sconosciuta e il modo di costruzione di alcune gag, fa venire in mente registi con cui Jerry Lewis ha lavorato a lungo, come ad esempio Frank Tashlin (Artisti e modelle, Pazzi pupe e pillole), regista e disegnatore di diversi film a cartoni animati della Walt Disney, che amava inserire nei film con Jerry Lewis dettagli da cartoni animati (mani allungate, caviglie che si gonfiano velocemente dopo un trauma, piccole lingue di fuoco disegnate e animate, etc.).

Questo film racchiude quanto Jerry Lewis ha appreso  nella sua allora già lunga esperienza, un apprendimento che è stato reattivo, spesso critico e intelligente, accompagnato da atteggiamenti umili quelli necessari per migliorare le relazioni più importanti con gli interlocutori.

Jerry Lewis una volta diventato protagonista dell’ideazione e realizzazione dei suoi film, ha messo in campo  idee sempre nuove, egli infatti ha orrore di ripetersi e questa caratteristica è stata una delle sue numerose fortune che ne spiegano in parte lo straordinario successo.


 In questo film con le sue impetuose ma scorrevoli forme espressive, aggressive e seduttive, Jerry Lewis riesce a dare alla narrazione un’andatura da satira pungente, con qua e là dei lunghi tratti scenici parodistici volutamente lasciati a metà e riferiti al famoso romanzo da cui il film prende spunto, un’ispirazione al famoso libro che avviene  con timidezza quasi a non voler disturbare un così grande testo classico che ha fatto epoca. I contenuti parodistici  rimangono perciò un po’ isolati dal filo conduttore principale, limitandosi a fare da intrattenimento comico e cornice estetica al film.

Questo racconto filmico di Jerry Lewis  ha una sua morale e svolge una critica acuta verso alcuni falsi valori statunitensi di allora legati alla bellezza, quest’ultima riguarda soprattutto quella apparente, artificiale, che si produce iniettando chimicamente nelle varie articolazioni del corpo, sia in superficie che in profondità,  sostanze derivate da infinite combinazioni sempre ben aggiornate  dalle principali case farmaceutiche ed estetiche, un fine quindi dal sapore isterico quello della bellezza americana che non ha nulla di nobile:   condizionato  com’è dal valore dato al superficiale, dal desiderio impossibile di lenire la bruttezza esterna o mantenere un’eterna giovinezza.

 Il film è in buona parte originale mantenendo un certo spessore di sceneggiatura che è  ricca anche di dialoghi interessanti, il racconto concede qualcosa al banale ma solo in funzione di una greve attesa all’introduzione delle logiche più complesse del film. Il film rilascia nel finale un messaggio etico,  solido e credibile: rispecchiante  aspetti problematici importanti del pensiero e della realtà sociale, economica, politica e istituzionale dell’America più euforica di quei tempi.

La satira e la parodia introdotte nei momenti narrativi chiave in funzione dello spettacolo, diventano rispettivamente l’anima e la cornice del film. Essi prendono di mira anche le contraddizioni del comportamento etico dei cosi detti uomini dai profili forti, quelli dall’etica bene, tutta di un pezzo, uomini inseriti come dirigenti o funzionari nelle maggiori istituzioni statunitensi, persone vincenti, accuratamente selezionati per essere classe dirigente del paese.

 Le folli notti del dottor Jerryll, è il film capolavoro di Jerry Lewis, esso rappresenterà in quel periodo il definitivo trionfo mediatico e culturale del grande regista americano, che dopo il notevole successo di coppia avuto con Dean Martin e dopo averne patito la rottura avvenuta nel 1956 per  motivi personali, dimostra di saperci fare, eccome, anche con la regia (questo è il quarto suo film come regista) svelando parti di sé nuove indubbiamente talentuose.


 Ampie e ben meditate saranno i riconoscimenti dalla critica che Jerry Lewis riceverà per le  sue doti di regista innovativo, approvazioni ottenute con il sostegno critico anche di numerosi grandi registi-autori dell’epoca.

Trama. Un professore di chimica universitario Kelp (Jerry Lewis) non bello, esile, timido, insicuro nelle relazioni sociali e maldestro con le donne, ma intelligente  e colto, viene ripetutamente richiamato dal suo direttore di istituto perché responsabile di alcune gravi distrazioni che hanno comportato disagi notevoli all’istituto, quali ad esempio le ripetute esplosioni chimiche di alcune sostanze preparate in laboratorio dal professore che oltre ad aver ferito alcuni alunni hanno rischiato di minare seriamente la credibilità formativa dell’università.

Kelp subisce anche le angherie di alcuni studenti maschi tendenti caratterialmente al bullismo. Dopo l’ennesima umiliazione patita per l’aggressione di un suo allievo che lo solleva letteralmente da terra di fronte a una alunna di nome Stevens che lui ama in segreto, Kelp capisce che per farsi rispettare deve fare tanta  palestra sviluppando gradualmente un’adeguata massa muscolare, e inoltre come scienziato  intuisce che la sua personalità, per quanto riguarda le inibizioni più profonde che la caratterizzano potrebbe trovar giovamento dall’ingestione di alcune sostanze chimiche capaci di disinibire i suoi numerosi complessi di colpa.

Il desiderio di cambiare personalità in lui è pertanto forte, tanto che i suoi studi per trovare il modo di migliorarla diventano sempre più instancabili e produttivi e lo portano infine a scoprire una combinazione chimica formidabile, che preparata e ingerita secondo certe regole è in grado di modificare per un certo tempo la personalità di una persona debole, come la sua, rendendola brillante e forte in ogni nuova situazione critica.

I limiti della porzione chimica scoperta, stanno da una parte nel non poter conoscere la durata del suo effetto, dall’altra nel non trasmettere segnali, con un congruo preavviso, quando la perdita dei suoi poteri terapeutici si avvicina. La pozione una volta ingerita potrebbe pertanto portare il professore a ritornare debole e ridicolo, improvvisamente, magari in situazioni pubbliche che lo vedono in quel momento aitante e goliardico, come un uomo che vive con disinvoltura un successo conquistatosi.

Ciò complicherebbe ulteriormente la vita di Kelp perché ci sarebbero gravi conseguenze per la sua immagine.

Ingerita la pozione chimica Kelp diventa Buddy Love, cantante, pianista, uomo forte tutto di un pezzo, goliardico e ingiusto con gli antipatici ma molto rispettato, il suo nuovo comportamento affascina la sua allieva Stevens, ignara della vera personalità di Buddy Love, cosa che lo porterà a un passo dalla conquista di quella ragazza che ama.

 Ma il ritorno improvviso, durante una festa, della sua vecchia personalità di timido e imbranato, rimetterà tutto in discussione compreso il suo approccio con Stevens come Buddy Love, questi eventi nuovi pur negativi per la disillusione che creeranno in Kelp, si piegheranno a un certo punto a suo favore perché alla sua innamorata Stevens piaceva tutto sommato di più la sua personalità originaria come Kelp: uomo timido e maldestro ma buono e onesto.

Commento. Finale a sorpresa che lascia un messaggio chiaro: non solo le persone svagate e timide sentono il bisogno di cambiare personalità, ma anche chi mostra maschere di sé dagli aspetti più sicuri e rassicuranti ma ormai logorate dal tempo e quindi non più in grado di funzionare a dovere…

Film straordinario per numero di gag di alta qualità ben assimilate dal punto di vista del mantenimento costante del divertimento. Sceneggiatura per niente banale o scontata, e infine evidente spessore etico di forte rilievo per un film dalle ambizioni anche sperimentali, spessore inteso nella sua struttura più profonda: ossia comicità come copertura impossibile di un vero inquieto ricco di implicazioni sociali e che aspira a svelarsi tra le pieghe dei paradossi comportamentali…


Jerry Lewis nel film dimostra anche doti canore notevoli e una dignitosi capacità di pianista (la madre era pianista)…

Da antologia la scena in cui Kelp, dopo aver ingerito la sostanza miracolosa ed essersi trasformato in Buddy Love si avvia alla serata di gala in cui sarà protagonista assoluto, (lo spettatore dalle poche immagini successive all’ingestione chimica di Kelp vede solo lo scienziato a terra acquisire lentamente sembianze scimmiesche e poi avviene lo stacco scenico, al che egli pensa che Kelp si sia trasformato in un essere mostruoso). Fin quasi al termine della prima scena introduttiva alla serata di gala si notano solo i volti, gli occhi e gli sguardi stupiti degli ospiti diretti in una direzione precisa, non è dato allo spettatore vedere chi queste persone stanno osservando con così tanta meraviglia, per cui lo spettatore si interroga con apprensione su come può essersi trasformato Kelp nella sua mostruosità in atto intravista prima, successivamente, dopo alcuni apprezzabili piani sequenza, a un certo punto compare in primo piano proprio la figura smagliante di Buddy Love, sicuro di sé, bello e brillante, tutt’altro che mostruoso, e si esibirà, nella serata, da artista dotato, questo colpo di scena sarà molto apprezzato dallo spettatore perché gli viene offerta inaspettatamente una potente identificazione o per le donne un’ammaliante seduzione là dove lo spettatore temeva di veder apparire un mostro. Il comportamento sicuro di sé di Buddy Love rappresenterà proprio l’alter ego di Kelp. Gli occhi e gli sguardi dei presenti erano quindi inizialmente diretti su Buddy Love.

In questi giorni Jerry Lewis è stato inspiegabilmente ignorato dalla televisione commerciale italiana, che dopo la sua morte ha trasmesso alcuni suoi film solo in seconda serata: con quindi una bassissima frequenza partecipativa di pubblico…

Biagio Giordano  

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