CINEMA: Transcendence

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Al cinema dall’ aprile 2014
Transcendence

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Al cinema dall’ aprile 2014
Transcendence

 

Titolo Originale: Transcendence

Regia: Wally Pfister

Interpreti: Johnny Depp, Paul Bettany, Rebecca Hall, Morgan Freeman, Kate Mara, Cillian Murphy, Clifton Collins Jr., Cole Hauser, Josh Stewart, Olivia Dudley, Falk Hentschel, Cory Hardrict, Wallace Langham, Dennis Keiffer

Durata: h 1.59

Nazionalità: USA 2014

Genere: fantascienza

Al cinema dall’Aprile 2014

Recensione di Biagio Giordano

In sala in Provincia di Savona 

   Il dr. Will Caster è tra i più affermati studiosi nel campo dell’intelligenza artificiale,  lavora su PINN, un sistema avanzato di computer, in grado di ricevere e gestire tutte le informazioni di un cervello di scimmia, tanto da riprodurne anche le possibilità istintive ed emozionali,  in piena autonomia.

 


Forse, nel caso lo stesso trattamento venisse eseguito su un cervello umano, si potrebbe creare  una autocoscienza simile  a quella umana, una sorta di Io noto per essere testimone attivo di ciò che accade nel suo mondo interno fatto di pulsioni e desideri.  

Ma i laboratori che si occupano di tali esperimenti sono oggetto di attentati  da parte di una frangia terroristica che mira, per ragioni di  salvaguardia di aspetti etici ritenuti fondamentali per la civiltà, a bloccare lo sviluppo di simili tecnologie anche uccidendo gli scienziati stessi.

Un giorno il dottor Will Caster accetta di  caricare i dati della sua mente dentro il PINN, si vuol capire in che modo il suo intelletto  continui a funzionare usando i computer al posto del cervello.

L’esperimento avrà successo? E i terroristi riusciranno a raggiungere il loro scopo distruttivo?


La questione se le macchine informatiche computerizzate, molto evolute in memoria e programmi, possano giungere a provare delle vere e proprie emozioni, qualcosa che scaturisca  da una struttura psichica simile a quella dell’uomo quindi dotata di una certa autonomia e autocoscienza, è già stata oggetto di riflessione con sviluppo di ipotesi consequenziali, in un eccezionale  film di fantascienza diretto da Stanley Kubrick, dal titolo: 2001 Odissea nello spazio, uscito nel 1969.

 La differenza sostanziale tra quel film di Stanley Kubrick e questo di Wally Pfister  è che nel primo non si era certi se la macchina possedesse effettivamente qualità umanoidi e animali come le emozioni, nel secondo  si.

Nel primo film di Kubrick il normale comportamento della macchina e l’atto straordinario della sua ribellione sembrano appartenere alle funzioni  tipiche di un organo biologico intelligente, vivo, dotato di una volontà coordinata in grado cioè di organizzare e  finalizzare cose e condotte, un organo quindi idoneo a fare scelte consapevoli, di compiere azioni  importanti come accadrà quando  reagirà violentemente, uccidendo, alla decisione di escluderlo presa dagli astronauti a seguito della sua inaffidabilità.


 

Ma quel famoso film gioca sulle apparenze, evita di dare messaggi dal significato univoco, infatti a un certo punto introduce anche elementi tecnici e di senso che potrebbero far pensare che tutto il comportamento di Hal 9000 sia, a sorpresa, privo di errori, ossia che le presunte deficienze e apparizioni emotive della macchina rappresentino la logica conseguenza di una missione che è a rischio, molto complessa, del tutto nuova, assolutamente sperimentale, il cui scopo è previsto che sia tenuto segreto per gran parte della durata del viaggio agli astronauti stessi; una missione che, guidata da segnali oscuri creatisi in coincidenza della  presenza sulla Luna di un monolite nero, tenta di  entrare in qualche modo in contatto con nuove forme di intelligenza extraterrestre.


In Transcendence invece si viene resi certi, via via, come le macchine computerizzate siano effettivamente giunte a provare vere e proprie emozioni e a delineare una struttura psichica le cui pulsioni principali sono simili a quelle umane, pur lasciando complessivamente nel dubbio circa la reale presenza in esse di un’autocoscienza, perché nessuno nel film era ancora in grado di capire cosa effettivamente essa fosse nell’uomo e come operasse.

In entrambi i film lo spettro che aleggia nell’aria, creando attese e spettacolo, è quello del potere extra umano, autonomo,  che le macchine potrebbero un giorno possedere, mettendosi magari contro l’uomo per acquisire spazi, risorse, decisionalità sul territorio.

E’ una paura che ha fatto la fortuna di una certa fantascienza dagli anni ’70 in poi, sia cinematografica che scritta, suscitando questioni di vario genere, dal campo etico a quello ideologico, dalla psicanalisi del padre all’ingegneria genetica, dalla filosofia alla rinascita della schiavitù dei replicanti finalizzata alla sopravvivenza e al godimento del pianeta per pochi.


Occorre dire che oggi questo genere tematico non cala di interesse, anzi sembra che per certi aspetti  si accresca, perché l’informatica, la cibernetica, le nano tecnologie, grazie ai massicci investimenti giungono, quasi con una regolare periodicità, a risultati sorprendenti alimentando con il potere dei media televisivi una immaginazione collettiva costituita di raffigurazioni di progresso nella robotica postmoderna, tale da far sognare nuovi orizzonti di vita con le macchine, con quest’ultime sottoposte fino a quando non si sa, ai nostri bisogni di ogni genere:  militari, medici, di aiuto vero il prossimo, di divertimento, di controllo della privacy, etc.

 

 BIAGIO GIORDANO
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