Testimone d’accusa, regia di Billy Wilder, con Charles Laughton, Marlene Dietrich, Tyrone Power, dramma giudiziario, Usa, 1957, 114 minuti.

Locandina tratta da amazon.it che vende il film

Commento con spoiler

 Inghilterra. Famoso avvocato del penale (uno straordinario Charles Laugthon) assume dopo forti esitazioni la difesa di Leonard (Tyrone Power) credendolo innocente. L’accusato è un povero reduce di guerra, cerca un lavoro in qualche modo legato a invenzioni utili per la cucina della casa.

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Leonard è accusato dell’omicidio di una ricca vedova che lui frequentava da tempo e che nel suo testamento aveva previsto il lascito di una ricca somma a Leonard.

La moglie di Leonard (una Marlen Dietrich al massimo del suo splendore recitativo) a sorpresa andrà a testimoniare contro il marito complicando la strategia dei difensori del marito.

Quando l’avvocato Laugthon, come raramente gli era accaduto, sta per gettare la spugna, una strana telefonata rimetterà tutto in discussione…

Commento al film. Da alcune idee della scrittrice Agata Christie viene messa su dallo staff dei produttori una sceneggiatura ben congeniata, e il regista Billy Wilder la mette in campo con straordinaria bravura realizzando un film da intrattenimento raro che è piaciuto al pubblico e alla critica.

Il film riesce a comporre pagine sceniche memorabili combinando felicemente l’architettura tecnica-etica del sistema giudiziario inglese con la realtà prosaica dei dialoghi e della vita di tutti i giorni dei protagonisti, evitando così fughe fantasiose della trama dalla realtà.

Psicologia dei personaggi di un verismo eccezionale, comunicata senza eccessi verbali, bensì curando i dettagli del loro comportamento.

Mai nel cinema una battaglia giudiziaria è stata raccontata con così ricchi colpi di scena finali e senza intaccare la credibilità dei contenuti.

Forma narrativa del film sorretta in alcuni punti dal carisma infinito, inesauribile, dei tre attori protagonisti, star indimenticabili.

Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)