Cinema: Mississipi burning

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Mississippi Burning (Missisipi ardente)

 RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

Mississippi Burning (Missisipi ardente)

 Mississippi Burning (Missisipi ardente) – Le radici dell’odio

(Mississippi Burning) è un film del 1988, diretto da Alan Parker e interpretato da Gene Hackman e Willem Dafoe.

Recensione di Biagio Giordano

Mississippi, 1964. In una piccola cittadina vicina a Memphis (Jessub), tre attivisti per i diritti sociali dei neri (due ragazzi bianchi e uno nero), complice la polizia locale che simpatizza per il Ku Klux Klan, vengono brutalmente uccisi, i corpi ben nascosti fan si che ufficialmente si possa dire che i tre sono misteriosamente scomparsi.

 

Interviene con pieni poteri la polizia di Stato, con ufficiali del FBI, che con grandi capacità, mezzi, e forza, ricostruiscono l’accaduto, avvalendosi soprattutto delle testimonianze dei cittadini più sensibili e deboli di fronte alle maniere non delicate del FBI.

I neri all’epoca, nel Missisipi, non votavano, anche se la Costituzione dava loro il diritto di voto, probabilmente perché venivano vessati e impauriti?

Film con immagini sconvolgenti.

Il film si riferisce a fatti sostanzialmente veri, dando anche, attraverso documentari autentici in bianco e nero, immagini spaventose del Ku Klu Klan, scene che fanno pensare alla presenza nei suoi componenti razzisti di allora di patologie psichiche molto gravi, seppur subdole, cioè non invalidanti le normali attività del quotidiano.

Il nero con la sua superiorità fallica presunta, oggetto dell’immaginifico civile del bianco, stimolava fantasie e desideri sessuali impossibili la cui idea di soddisfazione, paradossalmente ossessiva negli uomini bianchi, si spostava per un gioco di meccanismi inconsci, nel desiderio umano di uccidere, l’uomo bianco in gruppo si andava convincendo che uccidere dei neri avrebbe procurato notevoli soddisfazioni. Cioè i bianchi percepivano la possibilità di ottenere uccidendo, sia un grande godimento sessuale spostato sintomaticamente verso l’alto, sia la rimozione della causa che minacciava con istinti atavici il civile sublimante di cui facevano parte.


Tutte le altre cause del razzismo, sociali e di lavoro rubato, sono certamente secondarie.

La plasticità delle pulsioni sessuali umane capaci di spostarsi facilmente con l’ausilio del super-io da un oggetto all’altro, consentiva all’odio di essere permeabile alle pulsioni sessuali, si andavano quindi formando desideri irrefrenabili sessuali, perversi, la cui meta era del tutto inusuale soprattutto rispetto a quella legata alla normale unione erotica tra corpi. In quel contesto perciò una meta come quella dell’omicidio quando veniva raggiunta consentiva alte soddisfazioni sintomatiche.


Film con qualche difetto di montaggio cosa che procura inevitabilmente un rallentamento della scorrevolezza narrativa. Ma i contenuti sono molto coinvolgenti, in particolare per verosimiglianza con il reale storico e più immediatamente umano, suscitando, come nelle tragedie greche, pietà e terrore…

Straordinari Gene Hackman e Willem Dafoe, due star che convivono a fatica ma che grazie alle loro studiate liti presenti nella finzione del film, rafforzano il senso di realtà generale della pellicola.

Il regista Alan Parker con grande onestà ha messo l’accento più sul lato documentario del film che sull’estetica narrativa, accettando i rischi che comportava una evidente carenza di fantasia nella narratività…

  Biagio Giordano  

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