Cinema: Lo straniero
Lo straniero, regia di Luchino Visconti, con Marcello Mastroianni, 1967, colori, drammatico
Può accadere che in un omicidio non si trovi il movente? Si, e la pubblica accusa è costretta allora a dare dell’imputato ritenuto sano di mente una immagine disumana, quale può essere quella di un uomo affetto da malvagità congenita…
In realtà un movente c’è ed è racchiuso nell’inconscio dell’imputato (interpretato da Marcello Mastroianni) che il tribunale non ha tempo di esplorare…
Un Visconti sperimentale, nei linguaggi fotografici e nelle concatenazioni delle varie scene che non trovano ancora il ritmo narrativo necessario.
A tratti surreale il film si rifugia nel linguaggio onirico per meglio indirizzare lo spettatore verso un possibile vero movente dell’omicidio oggetto del film.
Nello spazio onirico aperto da Visconti non poteva allora mancare la questione della madre… del suo potente protagonismo psicologico nel rapporto con il figlio…
Film di buon spessore letterario che trova ispirazione dall’omonimo libro del grande scrittore Albert Camus.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)