Cinema: I fiumi di porpora (Les Rivières pourpres)
I fiumi di porpora (Les Rivières pourpres) è un film thriller francese del 2000, diretto da Mathieu Kassovitz.
Attenzione, commento con spoiler
Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Jean-Christophe Grangé, che ha anche collaborato con il regista Kassovitz nella stesura e realizzazione della sceneggiatura.
La follia che può nascere dalla chiusa appartenenza a una presunta razza superiore del pianeta, coniugata, dai soggetti che ne sono colpiti, da eventi traumatici (bisognosi quest’ultimi sul piano psicologico, di uno spostamento delle pulsioni negative patite con il trauma, verso una meta identitaria assoluta), porta, come il film mostra con grande efficacia (anche spettacolare), a crimini efferati.
Buon thriller, che sa far attendere con forti aspettative lo spettatore fino allo scenario finale, indirizzandolo verso lo scioglimento dei nodi della vicenda senza dargli mai fino all’ultimo minuto alcuna certezza.
Ottima sceneggiatura. Meccanismi narrativi ben oliati, essi curano la suspense senza renderla mai troppo protagonista, ciò in altre parole al fine di evitare che lo spettatore se ne innamori perdendo di vista i contenuti del film.
Grande successo, con riedizioni e serie.
Regia dotatissima, straordinaria.
Messaggio etico tra le righe del film: i misfatti di razza finiscono spesso per essere puniti, grazie al senso di colpa inconscio dei colpevoli, esso infatti fa compiere agli assassini affetti da odio razziale notevoli passi falsi, in quanto le pulsioni del ritorno (ricordo) del rimosso rendono fragile la logica (tecnica organizzativa) che sta dietro il mascheramento dei misfatti…