Cinema: I figli del deserto

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
I figli del deserto

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

 I figli del deserto

Un film di William A. Seiter.

Con Stan Laurel, Oliver Hardy, Charley Chase, Mae Busch.

Titolo originale Sons of the Desert.

Comico, b/n

durata 86 min.

 USA 1934

Recensione di Biagio Giordano

La sezione di Los Angeles, dell’associazione massonica dei I figli del deserto, una delle più antiche degli Stati Uniti, indice una riunione straordinaria, preparatoria al congresso nazionale che si svolgerà a Chicago di lì a pochi giorni. Stanlio & Ollio, membri di quella sezione, giungono in ritardo alla riunione, sfortunatamente quando la seduta è già iniziata, la cosa non è casuale, questa parte della sceneggiatura offre infatti allo spettatore la possibilità di godere da subito di alcune loro gag comiche di buon effetto: i due, volendo raggiungere a tutti costi i posti delle prime file rompono con spinte e rumori l’atmosfera seriosa e liturgica della sala suscitando un contrasto di umori dalla comicità irresistibile.

Al momento di giurare o meno la loro partecipazione al futuro Congresso di Chicago, Stanlio ha qualche forte perplessità sulla decisione, ma Ollio lo costringe a giurare in quanto sarebbe stato il primo, nella storia di quella loggia massonica, a non aver voluto giurato. Stanlio ha manifestato delle perplessità semplicemente perché teme la moglie, senza la sua autorizzazione infatti, non se la sente di fare scelte che comportino l’assenza da casa per alcuni giorni.

Il Congresso è speciale, ai normali lavori congressuali consistenti nell’elaborare risposte ai problemi in corso ed eleggere i nuovi organi dirigenti, sono previsti in più grandi manifestazioni da intrattenimento, con canti, bande, costose scenografie di strada, e in ultimo feste con balli, pranzi, scherzi studiati, in un suntuoso palazzo.  


 Dopo la riunione preparatoria al Congresso, tornando a casa in Taxi, Ollio sollecita Stanlio a cercare, in generale, di imporsi di più sulla propria moglie, e in questo caso a raggirarne la volontà autoritaria con delle bugie. Giunti a casa, i due, per niente tranquilli, distratti dall’ide del Congresso, per una serie di malintesi rimangono chiusi fuori dalla porta. Alla fine Ollio, nonostante il parere contrario della moglie, presente in casa, decide di far entrare Stanlio nell’appartamento fino al ritorno di sua moglie, andata a caccia di anatre.

Stanlio, seduto comodamente in una poltrona aspetta la consorte leggendo il giornale, è attratto dalla frutta contenuta in un vassoio sul tavolino finendo per dare qualche morsicata a due frutti, che però sono di cera; siccome non è la prima volta che accade la moglie di Ollio lo rimprovera aspramente.


Poco dopo, la signora Hardy, moglie di Stanlio, a causa della incapacità di suo marito nel tenere un segreto, viene a sapere del Congresso, la cosa la manda  su tutte le furie, e decide che il marito dovrà andare in vacanza in montagna con lei.

Ollio, che vuol dimostrare di fronte a Stanlio la sua forza nei confronti della moglie autoritaria, promette a Stanlio che nonostante tutto parteciperanno lo stesso al congresso, ma viene colpito improvvisamente sulla testa da numerose stoviglie lanciate con rabbia dalla moglie.

Ollio allora gioca la carta dell’astuzia, dopo gli ammacchi subiti dalle stoviglie, si finge malato grave. Con la complicità di Stanlio, che corrompe un dottore veterinario il quale dichiara Ollio malato grave e bisognoso di una vacanza calda ad Honolulu, convince la moglie a dargli via libera per il viaggio nelle zone calde.


Così i due se ne vanno al Congresso dei I figli del deserto a Chicago facendo credere di essere partiti per Honolulu. La coppia si divertirà moltissimo, apparendo anche sorridente per strada: in una scenografia messa su dall’associazione e che verrà filmata da alcuni operatori per i telegiornali cinematografici.

 Tornati a Los Angeles, per rinforzare la finzione improvvisano sull’uscio di casa un balletto al ritmo di alcune note della canzone Honolulu baby. In casa non c’è ancora nessuno. Entrati i due leggono su un giornale la notizia che la nave passeggeri Honolulu che avrebbe dovuto nella finzione riportarli in America, è naufragata e che i superstiti sarebbero sbarcati a Los Angeles  l’indomani. Visto il rischio di perdere la faccia i due pensano di rifugiarsi in soffitta.


Riusciranno a mantenere segreto, ancora a lungo, il loro viaggio a Chicago?

Straordinario successo di pubblico e di critica, ottenuto da un film considerato tuttora nella storia del cinema, per genialità narrativa, recitazione e fotografia, pietra angolare del genere comico. Il segreto del successo sta per lo più nella felice composizione dell’equazione libertà uguale trasgressione, in un’epoca ancora fortemente dominata dal dominio simbolico del padre e dal rispetto ossequioso dei ruoli, cosa che rendeva passionale ogni tipo di trasgressione avente per tema la provvisoria libertà individuale.

Forse I figli del deserto è il più influente film sull’inconscio degli spettatori di tutta la serie, soprattutto se viene osservato da un’angolazione più attenta agli effetti mediatici che procura che ai sottili meccanismi tecnici-narrativi della narrazione, basti pensare che tuttora esistono club di cinefili che festeggiano il film ispirandosi al festoso Congresso I figli del deserto di Chicago.


In effetti nel film la varietà tematica e inventiva delle gag non è mai casuale o addizionata con gag fine a se stesse, ma appare ben assortita su un  piano più logico, qualcosa che riguarda il socio-psicologico;  lungo una  direzione magistrale del film che avviene sulla base di una sceneggiatura impeccabile per comunicazione del senso più specifico degli eventi. Ciò ha indubbiamente favorito, sul piano della soddisfazione del gusto umoristico, il raggiungimento di una estesa fetta di pubblico, soprattutto quello più felicemente o un po’ meno felicemente integrato nel sistema americano.


 I tipi di rapporti sociali e le maggiori problematiche della famiglia sono nel film di Seiter scelti e rappresentati con acume, soprattutto per quanto riguarda l’individuazione dei maggiori punti di contrasto relazionale in grado di incidere maggiormente nell’economia pulsionale dello spettatore: quella relativa alla sfera umoristica. Ossia, in definitiva, si è trovata la giusta chiave per favorire la risata esplosiva o contenuta, che in quanto pulsioni di scarica civile sono logicamente in stretta relazione con il sacrificio pulsionale richiesto dalle istituzioni civili all’individuo nella normale vita quotidiana.

 In sostanza nel film siamo di fronte a un gioco di pulsioni che riguarda e coinvolge sia lo spettatore medio borghese che quello proletario integrato nelle istituzioni, cui vengono offerti su piani identificativi diversi, sempre di ottima portata magnetizzante, la sorprendente possibilità di privilegiare di più le complesse situazioni relazionali che i profili individuali dei personaggi.

    Biagio Giordano  

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