CINEMA: Giovane e bella

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
In sala in provincia di Savona
Giovane e bella

RUBRICA SETTIMANALE DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO

In sala in provincia di Savona
Giovane e bella

Titolo Originale:  JEUNE & JOLIE

Regia: François Ozon

Interpreti: Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Charlotte Rampling, Johan Leysen, Fantin Ravat, Nathalie Richard, Laurent Delbecque

Durata: h 1.34

Nazionalità: Francia 2013

Genere: drammatico

Al cinema nel Novembre 2013

Recensione di Biagio Giordano

In sala nella provincia di Savona

Isabelle è una ragazza  di diciassette anni, molto bella, studentessa.  Nelle ultime vacanze estive ha  avuto la sua prima  esperienza d’amore:  con un ragazzo pressoché della sua età che desiderava tanto ma da cui non è riuscita  a  trarre la soddisfazione che si immaginava. 

La ragazza vive in città con il fratello minore, il patrigno e la madre.

Isabelle tende ad essere fredda, quasi cinica, spesso inespressiva, del tutto assente sul piano comunicativo più alto quello legato alla formazione dei sentimenti. La ragazza  sembra essere  imprigionata in un immaginario un po’ fine a se stesso, dove non c’è riconoscimento dell’altro se non in una forma strumentale d’oggetto, un mondo idealizzato a propria misura privo di un reale interesse per la verità delle cose e delle persone,  un reale psichico dominato dall’egoismo.


 

Isabelle scopre subito il piacere più perverso e diffuso, quello procurabile esclusivamente con la trasgressione dalle regole etiche e sociali della vita familiare, regole che non si impegna a cambiare.

 Isabelle,  del tutto protetta dalla password del computer, ama fissare  appuntamenti via internet con persone mature proponendo loro uno scambio sessuale in denaro in luoghi di lusso. Isabelle ai clienti dice di avere 20 anni.

Un giorno, a causa di un serio e fortuito evento, la madre viene a conoscenza dell’ attività segreta della figlia, e la cosa susciterà in famiglia profonde  e lunghe alterazioni degli umori nonché riflessioni autocritiche, quest’ultime soprattutto da parte della madre che si sente in colpa, per il tipo di rapporto, fallimentare, instaurato con la figlia.

Che sviluppi avrà la crisi creatasi nella famiglia di Isabelle?

Francois Ozon propone con questo suo nuovo film una storia dalle inflessioni non sfumate, sicure, che ben incorniciano la semplicità delle cose  e la loro verità.


Un racconto contraddistinto da un’andatura che ricorda, per alcuni aspetti anche di fondo, lo stile letterario di un certo  naturalismo francese fine ottocento. La storia infatti è  del tutto priva  nel linguaggio visivo e in quello verbale, di quell’estetica letteraria   eccessivamente elaborata  nota per come sconfini  facilmente, a volte inconsapevolmente, dal linguaggio sulle cose reali a quello eccessivamente rappresentativo di esse tanto da creare confusione tra descrizione del vero e sua interpretazione retorica, cioè estetica tinta di soggettività. Quest’ultima forma di scrittura è tipica per come si avvalga di strumenti simbolistici – metaforizzanti che sono  di grande effetto sul piano delle sfumature che però a un certo punto sfuggono dalle mani impastatrici del vero gestite dall’autore per andare a soddisfare  pulsioni della sua soggettività  più ambigua, quella caduta, durante la costruzione stessa dell’opera, preda del narcisismo.


 

Si potrebbe in un certo senso affermare che esiste una corruzione nel dire il vero quando l’autore, lungo il piacere orgasmico di scrivere, non nota più il vero.

Il film è accompagnato da una musica ben intonata alle rispettive varie situazioni, ed è molto gradevole, quasi ossessiva,  tipica però del mondo dell’adolescenza più inquieto, quello che per diversi aspetti è anche dissociato,  lontano in pratica dai principi ideali che professa, e che pare per lo più animato da pulsioni aggressive, ambigue, a volte violente. 

Un mondo che sembra non si studi più nel suo preciso contesto socio-economico-culturale, che appare sempre più relegato nel rimosso più prossimo all’inconscio,  cui contribuisce una scuola troppo accademica, indifferente alle vere problematiche dei giovani.  Un disagio su cui occorre prestare maggiore attenzione, che rimane  nella coscienza dei giovani stessi in una forma indecifrabile,  e questo per chissà quanto tempo della loro vita.

BIAGIO GIORDANO
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Recensione di 20 film tra i migliori del 2012 e del 2013 tratti dalla rivista settimanale on-line Trucioli savonesi, film recensiti con una particolare attenzione alla fotografia e agli aspetti letterari e psicanalitici della pellicola.

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