Cinema-Gagarin: Primo nello spazio

RUBRICA DI CINEMA A CURA DI BIAGIO GIORDANO
Gagarin: Primo nello spazio

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  Gagarin: Primo nello spazio

“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.”
(Jurij Gagarin)

Un film di Pavel Parkhomenko. Con Yaroslav Zhalnin, Mikhail Filippov, Olga Ivanova, Vadim Michman, Vladimir Steklov. continua» Titolo originale Gagarin. Pervyy v kosmose. Biografico, durata 108 min. – Russia 2013.

Figlio di un falegname e di una contadina, Jurij Alekseevic Gagarin è il primo uomo che, il 12 aprile 1961, entrò nello spazio girando in orbita intorno alla terra, pilotando (spesso manualmente) la navicella Vostok-1 in cui risiedeva.

Il volo del maggiore Jurij Gagarin ebbe inizio alle ore 9:07 di Mosca, all’interno della navicella Vostok 1, del peso di circa 5 tonnellate.

Compì un’intera orbita ellittica attorno alla Terra, raggiungendo un’altitudine massima (apogeo) di 303 km e una minima (perigeo) di 177 km, viaggiando a una velocità di 27.300 km/h.


 Il film si sofferma sulla preparazione e le esercitazioni funzionali alla messa in pratica della gloriosa missione spaziale sovietica, un evento inatteso, del tutto straordinario e impressionante negli anni ’60, avvenuto in piena guerra fredda, e che sanciva per un breve periodo di tempo, la superiorità tecnologica della Russia socialista rispetto ai Paesi capitalisti. Un trionfo che faceva ben sperare anche su una evoluzione del socialismo verso forme di giustizia sociale sempre più accentuate, accompagnate anche da un relativo benessere economico per tutti. Aspetti quest’ultimi poi delusi, in quanto quelle speranze furono abbattute da contraddizioni interne irreparabili chiamanti in causa la libertà di espressione: in breve tempo in occidente si finiva per associare, a quel tipo di socialismo reale (sempre più privo di libertà), repressione, lager e grande miseria per milioni di cittadini.

Un film che si sofferma qua e là anche sulla vita di Gagarin, il cui significato appare troppo semplice racchiusa com’è in mitologie inserite in un contesto privo di una dialettica sociale e istituzionale critica…

Ottima fotografia e effetti visivi, quest’ultimi più che speciali sembrano invisibili cioè ottimamente facenti parte del discorso narrativo del film: semplice e spedito.

Biagio Giordano

 

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