Cinema: “Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato” diretto da Florestano Vancini.
“Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato” è un film del 1971 diretto da Florestano Vancini.
Paesi: Italia, Jugoslavia
Anno 1971
Durata 126 min
Genere drammatico storico
Regia Florestano Vancini
Interpreti:
Ivo Garrani
Mariano Rigillo
Ilija Džuvalekovski
Rudolf Kukić
Miodrag Lončar
Filippo Scelzo
Loris Bazzocchi
Bert Sotlar
Giuliano Petrelli
Stoljan Aranđelović
Commento con spoiler
Il film è stato girato nella nazione un tempo nota come Jugoslavia. Il racconto di questo film rappresenta una interpretazione storica e sociologica dei drammatici fatti avvenuti a Bronte in Sicilia nel 1860.
A Bronte, nell’agosto di quell’anno si accese, (sull’entusiasmo suscitato dall’avanzata di Garibaldi i cui messaggi-progetto venivano però regolarmente equivocati a causa di una mancanza di tecnica comunicativa), una sanguinosa rivolta popolare-contadina contro le autorità locali e certi proprietari terrieri.
Vennero devastati diversi edifici e uccise sedici persone.
Per ristabilire l’ordine, Giuseppe Garibaldi inviò il generale Nino Bixio che dichiarò lo stato di guerra ed impose diverse restrizioni economiche alla popolazione.
Venne costituito in breve tempo un tribunale di guerra, con cui furono giudicate molte persone legate in qualche modo a quei fatti sanguinosi, tra queste ne furono condannate a morte 5.
La sentenza col tempo, grazie a più pazienti ricostruzioni dei fatti da parte delle nuove autorità e a una maggior atmosfera di serenità che favoriva testimonianze più affidabili, verrà riconosciuta quasi all’unanimità come errata, saranno riabilitati quindi l’onore dei condannati, che verranno considerati innocenti, tra questi spiccava il nome dell’avvocato Nicola Lombardo onesto ed eroico patriota liberale.
Il film solleva il tema della problematica giustizia di guerra, quando essa avviene con la guerra non ancora terminata, producendo sentenze che sembrano spesso voler assecondare la passione ideologica dominante.
I messaggi di Garibaldi rivolti al popolo riguardanti il come doveva configurarsi l’unità d’Italia in termini di economia e proprietà, venivano correttamente decodificati solo dal ceto borghese più colto che ben si guardava quindi da sollecitare rivolte popolari contro le autorità e i proprietari terrieri, sapendo che la nuova Italia non avrebbe abolito i proprietari terrieri né i possessori di industre.
Film di grande verismo espressivo, aspetto che accentua esponenzialmente la drammatizzazione facendole assumere toni epici. Come raramente accade al cinema.
Capolavoro di Florestano Vancini, film snobbato inspiegabilmente da tutte le reti televisive…scotta ancora, il problema della comunicazione corretta e linguisticamente alla portata di tutti non sembra a tutt’oggi interessare granché ai partiti?
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia
dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)