Cinema: Bravados
Bravados, regia di Henry King, con Jean Collins, Gregory Peck,
1958, western drammatico-filosofico, Usa, cinemascope, 98 minuti
Commento con spoiler
4 uomini stuprano e uccidono la moglie di un ranchero (possessore di un ranch, Gregory Peck), quest’ultimo si mette subito sulle tracce degli assassini riuscendo ad individuare 4 uomini indubbiamente simili, (quanto a comportamento), a quelli ricercati dal ranchero, e prossimi ad essere giustiziati
I 4, rinchiusi in cella in attesa di essere impiccati per stupri e assassinii varii, vengono liberati grazie a complicità esterne.
Il ranchero una volta informato dallo sceriffo su come erano stati eseguiti i reati commessi da quei 4 uomini, scopre di non avere più dubbi: sono loro gli assassini di sua moglie.
Li trova e ne uccide 3, ma scoprirà che la verità è un’altra.
Film filosofico che mette al centro della riflessione la cecità che muove la vendetta, cioè la sua mancanza di obiettività analitica, l’assenza di umanità e perdono, con l’unico scopo che la anima riguardante l’eliminazione del supposto responsabile del delitto.
Tutto ciò in uno stato americano non ancora in grado di imporre nel territorio le leggi legate alla sua giustizia.
Film sul maschilismo. Un’opera filmica a sfondo pedagogico, che rilascia un messaggio chiaro di attenzione: la famiglia è alla base della società, ma di proprietà maschile, senza sfumature, tanto che la vedovanza per una moglie scomparsa porta alla follia omicida giustizialista (causata dal fantasma della castrazione).
Siamo quindi ancora molto lontani da una società evoluta sul piano del diritto e della tolleranza per fini comunitari.
Regia e interpretazioni sopra le righe.
Biagio Giordano (fotografo coordinatore della sezione fotografia dell’Associazione culturale no profit Renzo Aiolfi di Savona)