Cervone e Lorenzani

Per non dimenticare la storia delle coste della Liguria erose dal cemento
Isole felici: come erano belle le spiagge dei pescatori
Vanno in pensione i “testimoni” Cervone e Lorenzani
Un articolo del giornalista e scrittore de La Stampa da tramandare ai posteri

Per non dimenticare la storia delle coste della Liguria erose dal cemento
Isole felici: come erano belle le spiagge dei pescatori
Vanno in pensione i “testimoni” Cervone e Lorenzani
Un articolo del giornalista e scrittore de La Stampa da tramandare ai posteri
 
Pier Paolo Cervone

Destino della vita e della professione. E’ arrivato il giorno della pensione per due personaggi noti della nostra Liguria.

Lascerà a fine anno, l’architetto Franco Lorenzani, direttore generale del Dipartimento del territorio della Regione Liguria, attore, protagonista ed enciclopedia vivente di tutto quanto ha interessato l’evoluzione urbanistica ed ambientale, attraverso governi di centro destra, di centro sinistra, assessori di diversa estrazione e colore politico.

Il 23 gennaio 2011 sarà invece l’ultimo giorno di lavoro, alla redazione de La Stampa di Savona, per Pier Paolo Cervone che è stato sindaco di Finale Ligure dal 1995 al 2004. E soprattutto cronista della terra savonese e ligure.

 Staccherà la spina dall’impegno redazionale due giorni prima del suo compleanno (25 gennaio) e 29 anni dopo l’iscrizione all’albo dei giornalisti professionisti, con gavetta da corrispondente, da Finale, de La Gazzetta del Popolo, poi Il Secolo XIX, infine l’ingresso nella corazzata La Stampa.

Trucioli Savonesi ha ripreso dal suo archivio un interessante e, peraltro attualissimo, articolo che Pier Paolo Cervone scrisse dal titolo “Le Coste della Liguria, ovvero come eravamo” (vedi a fondo pagina). Consegnato alla Regione lo studio-dossier di una società sulle condizioni del litorale”.

La fotografia dell’epoca (metà anni ’80), con l’intervista ad uno dei più seri e scrupolosi assessori all’Urbanistica che ebbe la Liguria (il democristiano Ugo Signorini). Le dichiarazioni all’inviato speciale Cervone, di Franco Lorenzani, allora dirigente dell’Ufficio progetti per la pianificazione della Regione.

Sono seguiti gli anni “neri”; dal socialista Morchio, al forzista Orsi, a più recente ex comunista-Ds, Ruggeri.

La supremazia della macchina degli affari, la forza gigantesca di interessi trasversali, hanno prodotto ciò che tutti possiamo vedere. Intaccato e corrotto la coscienza e la cultura popolare. Tesi confermata e sottoscritta da “Il Partito del cemento”.

Scriveva, a testimonianza, Cervone: “…Nel piano della costa ligure, realizzato dalla società Aquater (gruppo Iri) per conto della Regione…si rileva sulla mappa il segno rosso ad indicare che qui le cose vanno male, che s’è costruito troppo, che la spiaggia è erosa dal mare e che bisogna intervenire, in fretta, per correre ai riapri…Poi ci sono i tratti di litorale intatto, aspro, ancora selvaggio ed incontaminato”.

 

Aggiungiamo noi, quei litorali “popolato” da cianciole, barche a remi, a motore, reti, argani, pescatori. Una caratteristica impressa, scolpita su milioni di depliant, di cartoline che andavano a ruba tra i turisti stranieri e italiani, destinazione il mondo intero. I profumi e gli odori dei vecchi mestieri marinari. La nostra storia, insomma.

Proseguiva la cronaca-testimonianza di Cervone: “Peccato che il segno rosso occupi quasi tutta la mappa e che il blu è sporadico, occasionale, quasi un’isola felice nel mare della speculazione

Una mappa realizzata in quatto anni, dopo due di rilevamenti, consegnata alla Regione…che ha finalmente sotto mano una visione completa e precisa da Ventimiglia a Sarzana, comprese le isole…Un’indagine precisa ed accurata, lungo i 312 chilometri di costa ligure…. ha osservato cosa succede a terra, ha scoperto che certe spiagge stanno scomparendo sia per il fenomeno dell’erosione, sia perché certi interventi dell’uomo (moli e discariche, porti turistici “oceanici”) avrebbero dovuto essere impediti….”

Pier Paolo Cervone, scrittore di successo di storia moderna, e Lorenzani, autorevole tecnico, sulla plancia di comando, più esecutore che ideatore (almeno speriamo), potranno continuare a descrivere cosa è accaduto fino ad oggi. Città per città, assessore dopo assessore, chi ha fatto tesoro degli ammonimenti e dei suggerimenti e chi ha ubbidito al “richiamo della foresta” (denaro facile e clientelismo elettorale, lobbismo degenerativo, erosione del tessuto sociale).

Lo studio – ricordava Lorenzanici suggerisce il futuro per non ripetere gli errori del passato, senza preoccuparsi di ciò che sarebbe successo in mare. D’ora in poi questo non sarà più possibile…Sono state individuate le aree compromesse e quelle ancora vergini e indica le linee da seguire…”

Concludeva Cervone, 25 anni fa:Da troppo tempo assistiamo allo scempio del litorale….si sono soffocate intere praterie di poseidonie, modificato spiagge e cambiato il colore del mare…”.

Tutto inutile. Le sirene del “falso progresso e del miope sviluppo” hanno continuato a vincere, con l’aiuto di una poderosa macchina mediatica. Hanno ingannato la nostra gente. Posti di lavoro e grandi opere per un futuro migliore. Magari! Infischiandosene del vero futuro che non può essere autodistruzione. Per fortuna restano almeno le testimonianze scritte, per non dimenticare nomi e cognomi, cariche e ruoli ricoperti. Coerenza ed onestà intellettuale.

R.T.

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