Ceriale. C’è un locale fantasma

Ceriale, esercenti allarmati per un foto
C’è un locale fantasma a tutti sconosciuto

Ceriale, esercenti allarmati per un foto
C’è un locale fantasma a tutti sconosciuto

Ceriale – Giovedì, 15 marzo, a pagina 32 de Il Secolo XIX, un interessante servizio, all’insegna dell’attualità, a firma del puntuale e diligente Luca Rebagliati, ha finito per gettare nell’angoscia gli esercenti cerialesi. L’articolo ha questo titolo “Via la tassa, i commerciaqnti insorgono. A Ceriale insolita protesta da parte dei titolari di pubblici esercizi. Provvedimento che favorisce l’apertura di nuove attività, in un mercato già saturo” (vedi….).

Ci sono le fotine di Elisa Talamona, esercente; Luigi Giordano, commerciante; Lino Puligheddu, esercente e Ruben Robbiano, barman

Poi una foto a due colonne che recita “Il dehor di un locale sulla passeggiata a mare della località rivierasca“.

L’articolo ha reso un utile servigio informativo alla categoria, ai lettori, nella cittadina considerata la più a rischio e penalizzata dell’intera fascia costiera del ponente ligure. Il motivo, abbastanza verosimile, sta nei fatti: Ceriale da anni è rimasta preda di voraci speculatori, molti mordi e fuggi, che hanno oltraggiato, in maggioranza, non tutti per fortuna, la vocazione turistica, deturpato le sue risorse, ad iniziare dall’agricoltura che produce reddito.

Il centro storico è lo specchio fedele di una crisi che non eguali nel ponente ligure o forse nell’intera regione. Se si sfogliano gli archivi dei giornali si ha la conferma di cosa è accaduto in passato, cosa veniva raccontato e fatto sapere ai cittadini. Ad iniziare, a suo tempo, dal giornalino comunale. E poi tra servizi giornalistici di protesta, in prevalenza la pratica del ‘fumo negli occhi’ , con frequenti annunci di questo o quel rilancio, questa o quella iniziativa capace di risollevare le sorti, dare una svolta. Ottimismo, insomma, a tutto gas.

I risultati, le conseguenze, le lasciamo giudicare a chi gestisce locali in proprio o è in affitto, ai proprietari stessi degli immobili. Alle cause del loro deprezzamento, del drastico calo di lavoro, della perdita sistematica di clienti, alla scomparsa di esercizi alberghieri, record in provincia. Lasciamo da parte, ma potremmo documentare, persino alcuni annunci di pubblici amministratori-politici, fatti ad orologeria. Ovvero in occasione di alcuni affari che interessavano personaggi specifici. Da amici degli amici. Senza pudore e senza vergogna!

Che c’entra tutto questo nel servizio, giustificato, preciso, del giornale ligure? Trucioli Savonesi che di Ceriale, ogni tanto si occupa, anche come memoria storica documentata, nel bene e nel male e purtroppo non è colpa nostra se il secondo aspetto prevale, ha ricevuto diverse segnalazioni. Forse avevano già chiamato il giornale, a loro dire senza ricevere una risposta chiara, sincera.

Il senso è questo “Il locale ed il dehor raffigurato non esiste, non solo sul lungomare, ma in nessuna parte della cittadina. A meno che non si tratti di un clamoroso esercizio abusivo“.

Trucioli è un blog di volontari e ha subito cercato di capire cosa poteva essere accaduto. Per chi conosce la Riviera non è stato difficile individuare che la foto riguarda il bar Maxi di Alassio, di via S.G. Bosco 27  (via Aurelia). L’esercizio, tra l’altro, è assai vicino allo storico e mitico negozio conosciuto come Foto Aldo. E a quanto pare il primo a potersene rendere conto dovrebbe essere un solerte collaboratore-fotoreporter del Secolo XIX, per la zona Alassio-Andora. Sarà mica che a qualcuno è venuto in mente di spacciare un bar-dehor di Alassio, per un locale di Ceriale? Per quale motivo?

Noi non abbiamo dubbi. Un banale errore, nessun mistero, basta avere l’umiltà di ammettere la brutta figura verso i lettori e gli esercenti di Ceriale, impegnati in una battaglia sacrosanta. E magari chiedere scusa pure a loro.   

 

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