Cassa Integrazione Guadagni in Liguria…

Cassa Integrazione Guadagni in Liguria – serie storica annuale 2008/2016

Cassa Integrazione Guadagni in Liguria –
serie storica annuale 2008/2016

  Il totale delle ore di cassa integrazione autorizzate dall’INPS in Liguria tra il 2015 e il 2016 si è ridotto del 10,8% con andamenti differenziati tra le diverse province e, per una volta, il segno è determinato non dalla provincia di Genova ma dalla somma degli andamenti delle altre tre.

Genova, infatti, registra un aumento del 17,4% delle ore che crescono di quasi 1 milione e 100 mila unità passando dal 52% sul totale regionale del 2015 al 68,5% del 2016. Dal 2006 la quota della provincia di Genova non aveva mai raggiunto un valore così alto e in media si è attestata negli undici anni al  58,7%.

Risultano in diminuzione i dati delle altre province; Imperia nel 2016 copre il 3% del totale delle ore autorizzate che nell’estremo Ponente si sono quasi dimezzate rispetto a quelle del 2015 (-47,6%); La Spezia registra una diminuzione dello stock del 28,6% e una quota del 7,8% sul totale ligure, mentre a Savona la diminuzione è del 44,1% rispetto al 2015 e la quota ricoperta dalla provincia è di poco superiore ad 1/5 del totale (20,8%).

La composizione media sugli undici anni delle quattro province vede Genova al 58,7%, Imperia al 4,2%, la Spezia al 14,7% e Savona al 22,4%.

L’anno in cui si è registrato il maggior ricorso a questo strumento è il 2013 sia  a livello regionale che in tre province su quattro: Genova, Imperia e Savona mentre per La Spezia il picco si è registrato nel 2012 (con una quota del 21,6% sul totale regionale); nel 2012 la quota di Genova ha segnato il minimo con il 50,8% del totale regionale.


L’andamento dei dati relativi ad operai ed impiegati ha mostrato a partire dal 2010 un innalzamento significativo della quota di questi ultimi rispetto a quella di inizio periodo, ma nel 2016 il dato si è riportato su un valore inferiore a quello del 2010. Le ore autorizzate dall’Inps per gli impiegati erano in Liguria il 17,6% nel 2006 mentre nel 2016 si attestano al 23%, dopo avere raggiunto il massimo nel 2012 con il 31,5%. A livello provinciale valori superiori alla media per Savona (26,9%) e La Spezia (24,8%); Genova registra una quota del 21,9% mentre a Imperia il dato è decisamente più basso (15,4%)
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Prima di osservare i grafici che evidenziano i trend e le composizioni percentuali  relativamente alla tre voci che compongono il monte delle ore autorizzate di cassa integrazione dall’Inps, si descrivono le informazioni relative a quali sono le specifiche relative a ciascuna di esse in merito alle imprese utilizzatrici.

Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria

L’Ordinaria spetta nei casi di sospensione o contrazione dell’attività produttiva per situazioni aziendali dovute a: eventi temporanei e non imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori;  situazioni temporanee di mercato; intemperie stagionali; cause diverse da quelle meteorologiche: crisi di mercato; mancanza di lavoro; mancanza  di commesse o di ordini; mancanza di materie prime non dipendente da inadempienze contrattuali dei fornitori o da inerzia del datore di lavoro; interruzione di energia elettrica dovuta a fatto proprio dell’ente erogatore; incendio; eventi naturali diversi dalle intemperie;  sciopero di un reparto per rivendicazioni proprie: non riguardanti la maestranza della quale lo sciopero stesso determina la sospensione o riduzione della attività; sciopero di altra azienda collegata alla attività produttiva della impresa richiedente.

L’intervento ordinario è incompatibile con quello straordinario per la stessa unità produttiva: per cause sostanzialmente coincidenti prevale l’intervento straordinario. I due interventi invece sono compatibili per uno stesso periodo, solo ove facciano riferimento a situazioni tra loro indipendenti, quali ad esempio maltempo e crisi aziendale ed in presenza di contratto di solidarietà fino alla concomitanza delle 40 ore lavorative.

Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria

Spetta alle imprese con almeno 15 dipendenti nei casi di:

  •      ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione aziendale
  •              crisi aziendale
  • procedure concorsuali (fino al 31.12.2015 e solo quando sussistano prospettive di continuazione o di ripresa dell’attività e di salvaguardia, anche parziale, dei livelli di occupazione)

 

Cassa Integrazione Guadagni in deroga

Spetta

  • dopo aver esaurito gli interventi ordinari (indennità di disoccupazione per lavoratori sospesi) previsti in caso di sospensione del rapporto di lavoro in presenza dell’intervento integrativo degli enti bilaterali;

  •  per accesso diretto ai trattamenti in deroga, laddove non vi sia intervento degli Enti Bilaterali.

Come evidenzia il grafico del ricorso alle diverse tipologie di Cassa integrazione in Liguria negli undici anni si sono verificati tre sotto periodi: il primo, dal 2006 al 2009, in cui quella ordinaria (pur essendo inferiore a quella straordinaria) registrava quote importanti; il secondo dal 2010 al 2012 in cui la composizione delle ore autorizzate presentava una quota molto elevata di cassa integrazione in deroga ed, infine, a partire dal 2013 in poi un deciso incremento della quota di cassa integrazione straordinaria che nel 2016 raggiunge sul totale regionale la quota del 78,6% spinta dalla provincia di Genova dove questo valore è pari all’87,9%. Anche a Imperia (71,5%) e a Savona (64,9%) il peso maggiore è quello degli interventi relativi a crisi strutturali e procedure concorsuali, mentre nel caso di La Spezia il valore più elevato per l’anno 2016 è quello delle ore autorizzate di cassa ordinaria (59,7%). La Cassa in deroga ha avuto un forte utilizzo tra il 2010 e il 2012 ma a partire dal 2013 ha visto fortemente ridimensionato il proprio apporto al monte ore complessivo a causa dei tagli operati al fondo ad essa destinato.
Dal 2013 il dato  della cassa in deroga si riporta al di sotto di quello dell’ordinaria dopo che tra il 2010 e il 2013 lo aveva costantemente (e di molto) superato.

La lettura complessiva dei dati non può essere confortante neppure per le province in cui si registrano diminuzioni del ricorso a questo strumento in quanto il minore numero di ore autorizzate può essere spesso determinato dalla presenza di percorsi di crisi giunti al capolinea piuttosto che dal miglioramento della situazione economica dei territori. Va inoltre ricordato che i dati del mercato del lavoro per l’anno appena concluso risentono in maniera pesante della riduzione degli incentivi previsti dal Job Act, a conferma della fragilità di una ripresa basata quasi esclusivamente sui consumi interni specie in un territorio come quello ligure.


  Claudia Sirito

 

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