CARISA: LA PUNTA DI UN ICEBERG

CARISA:
LA PUNTA DI UN ICEBERG

CARISA: LA PUNTA DI UN ICEBERG

Mercoledì 11 settembre il Secolo XIX, a pagina 14 della sezione dedicata a Savona e Provincia, ha pubblicato una lunga e interessante intervista al Presidente della Cassa di Risparmio di Savona Luciano Pasquale…leggi… in merito a come in Carisa vengono concessi prestiti e fidi agli imprenditori locali.

Le domande che il giornalista De Fazio pone al Presidente Pasquale riguardano la politica di credito di Carisa, in particolare rispetto ad alcuni imprenditori di successo, con cui la banca ha rapporti continuativi da molti anni e che siedono anche nel Board della banca stessa; l’intervistatore si domanda se il segreto del successo di tali imprenditori stesse ancora nella loro strategia aziendale o piuttosto fosse ora frutto della rete di relazioni “che contano” costruita nel tempo.

Detta in altre parole, se la loro presunta facilità di accesso al credito sia legata oggi non tanto alle garanzie che essi possono offrire sul piano economico e progettuale, ma piuttosto sia frutto della fitta rete di relazione che collega tali imprenditori al “luogo” dove si decide se dare credito a un progetto oppure no.

Nell’intervista il Presidente Pasquale difende l’operato della banca che dirige, sottolineando come vi siano delle procedure di valutazione delle richieste basate sul rating di un azienda oltre che sulle garanzie, economiche e immobiliari, che chi richiede il prestito può mettere sul piatto e sulla bontà del progetto imprenditoriale per cui si richiede un finanziamento; l’intervistato bolla come luogo comune dire che le banche prestino denaro solo a chi già ne ha, offrendo un “trattamento di favore” ai ricchi imprenditori di lungo corso ma negando il credito piccole imprese o ai singoli cittadini.


Mi allineo perfettamente con quanto detto dal Presidente Pasquale, tali considerazioni sono certamente frutti della innata tendenza dell’uomo a cercare di spiegare in modo semplice quei processi, che per complessità intrinseca, gli sfuggono; il processo che sottende l’elargizione di un prestito è certamente complicato, considera svariati indicatori di carattere finanziario e imprenditoriali difficilmente comprendibili da coloro che non conoscono la materia. Esso non può essere inquadrato a pieno semplicemente ipotizzando un banale rapporto di causa effetto del tipo “se conosci le persone giuste avrai il prestito”; l’essere conosciuto entro determinati ambienti sicuramente – sigh – agevola, ma non può essere l’unica condizione alla base della scelta di finanziare o meno un certo progetto.

Bisogna tuttavia considerare che tale luogo comune è molto diffuso nell’ordito della comunità savonese e che la diffusione di un discorso di questo tipo entro la popolazione del territorio porta con sé delle ricadute tangibili sulla spinta imprenditoriale dei cittadini.

Difficile pensarsi nuovi imprenditori, fare progetti, in un luogo dove “se non conosci le persone giuste o non sei sulla piazza da anni nessuno ti presterà mai una lira”; un pensiero diffuso di questo genere non può che contribuire a rallentare lo sviluppo del nostro territorio, la creazione di nuove imprese, la costruzione di nuovi posti di lavoro. Ovviamente non è l’unico fattore che frena lo sviluppo Italiano, vi sono anche la crisi dei consumi, una pressione fiscale da colonia Britannica etc; ma questo è certamente un fattore su cui una banca può intervenire con molta più facilità rispetto agl’altri.

Una banca come Carisa, che si definisce “sostegno dell’economia savonese” esibendo la medaglia del radicamento sul territorio, non può permettersi di prendere “sotto gamba” cosa il territorio stesso pensa di Lei e delle sue procedure.


Sarà pur solo un luogo comune come sancisce, tagliando corto, il Presidente di Carisa, ma se un luogo comune di questo tipo possiede le potenzialità per contribuire a inceppare il meccanismo di crescita, esso rappresenta un aspetto critico da gestire per coloro che per ruolo si fanno carico dello sviluppo di Savona; in quanto testimonia una distanza\sfiducia dei cittadini verso le istituzioni economico\finanziarie, potenzialmente in condizione di far diminuire lo slancio allo sviluppo di impresa nella comunità.

L’impegno di Carisa unitamente alle altre realtà che sono chiamate a curare lo sviluppo del territorio savonese, deve essere quello di promuovere meccanismi di coinvolgimento della popolazione nel processo di sviluppo, facendo sì che chiunque abbia intenzione di cimentarsi con il mondo dell’impresa possa farlo avendo a disposizione strumenti utili a valutare la coerenza delle proprie idee con la direzione di sviluppo che il territorio ha intrapreso.

Potrebbe essere questa l’occasione di fare un passo di portata rivoluzionaria, come quello di definire un piano strategico per lo sviluppo del nostro territorio che fissi gli scenari che vorremmo vedere realizzati tra 5\10 anni; un piano che possa essere condiviso con la popolazione, o meglio ancora costruito con la sua partecipazione, e fornisca la prospettiva in cui inserire nuove iniziative imprenditoriali.

Una chiara traccia dei settori su cui si vuole investire e di quelli che invece non godranno di grande credito; ciò metterebbe a disposizione del cittadino uno disegno preciso in cui inserirsi e permetterebbe a colui che decidesse di diventare imprenditore di fare progetti negl’ambiti “giusti” aumentando la probabilità di raccogliere finanziamenti.

Un piano strategico condiviso da imprese, banche e istituzioni per favorire, tra l’altro, il gioco di squadra, permettendo loro di unire le forze per il conseguimento di obiettivi condivisi.

Concludendo, vi sono alcuni indicatori che testimoniano uno scollamento del cittadino dalle istituzioni di vario ordine e specie (amministrazioni, banche, corpi dello Stato etc), non per ultimo un certo risentimento e diffidenza nei confronti delle banche, e delle altre realtà economico\finanziarie, che serpeggia entro il comune sentire; la mancanza di fiducia da parte del cittadino nei confronti dell’istituzione comporta un rallentamento dello sviluppo del territorio, dato che mina le interazioni tra questi attori.

Si rileva quindi l’opportunità di definire un piano strategico che delinei, con la partecipazione sia dei cittadini che delle istituzioni, lo scenario futuro per Savona, da realizzare lavorando in sinergia (le istituzioni tra loro e le istituzioni con il cittadino).

 ANDREA GUIDO

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.