CAMMINARE VERSO ROMA, E A ROMA

UN LIBRO DI FRANCESCO RUTELLI
CAMMINARE VERSO ROMA, E A ROMA
recensione di Franco Ivaldo

 PAGINA  CULTURA
 
UN LIBRO DI FRANCESCO RUTELLI
CAMMINARE
VERSO ROMA ,E A ROMA
recensione di Franco Ivaldo
 
Tutte le strade portano a Roma e – si potrebbe aggiungere – tutte le strade sono state costruite dai romani, almeno nel Vecchio Continente. Con un arte ed una maestria che hanno fatto epoca, strade acquedotti, palazzi marmorei. Le vestigia dell’impero ancora resistono e gli scavi archeologici ne sono eloquente testimonianza dal Vallo di Adriano in Britannia a Costantinopoli, da Tunisi (Cartagine) ai confini danubiani. Strade sulle quali ambasciatori equestri possono fare attribuire agli antichi romani persino l’invenzione del primo servizio postale che i messaggeri portavano con incredibile rapidità da una città all’altra, con servizi nei vari posti di sosta (per cambiare i cavalli). Bene, quanto la Cristianità debba all’imperatore romano Costantino è nei libri di storia e non vale la pena di insistere su questo punto.
Come la Chiesa abbia gestito questo patrimonio dell’antichità è ancora presente nelle vie fancigene, le strade dei pellegrini. A queste strade, il politico e grande erudito Francesco Rutelli ha dedicato un bel libro dal titolo “Camminare.Verso Roma e a Roma”. Edizioni “Priorità Cultura”. dicembre 2013 .Rotostampa.Tipografia.Roma.
 
 
  
Francesco Rutelli come sindaco di Roma (due mandati) e Commissario per il Giubileo del 2000 si è occupato di diversi progetti e realizzazioni per l’accessibilità pedonale nella Capitale.Come ministro per i Beni Culturali ha istituito, nel 2007 la Consulta nazionale degli itinerari storici, culturali e religiosi per definire il percorso aggiornato della via Francigena dal Gran San Bernardo a Roma, migliorare la segnalazione, far collaborare associazioni culturali e volontariato. Presso il  Pontificio Consiglio della Cultura coordina il progetto per rendere pienamente fruibili le “vie dei pellegrinaggi”, itinerari che da Nord e da Sud convergono su Roma.
“Camminare è il paradigma della vita. Tutta la vita è un pellegrinaggio”. Così Papa Francesco nel suo saluto a un raduno di pellegrini a Loreto nel giugno del 2013.
“Casa di Giacobbe, venite camminiamo nella luce del Signore”. Metafora della vita, dunque, il cammino di Santiago di Compostela. E della sua fragilità precaria ,forse, uno dei punti di partenza il Mont-Saint-Michel,minacciato dalle maree.
Chiari i riferimenti anche di Benedetto XVI ai viaggi della fede e della speranza.
 

 
Francesco Rutelli che ha ricevuto dal Vaticano il compito di studiare l’accessibilità della via Francigena si è messo subito al lavoro. Nel suo libro, ricorda intanto che camminando per la Regina Viarum,l’Appia Antica noi calpesteremo  l’identico basolato che calpestò San Paolo nell’anno 59.
Dal Seicento, vi era quasi l’obbligo del “Grand Tour”. Pellegrini come Goethe e il suo viaggio in Italia.
Persino, quello che in fondo è considerato un critico della Cristianità, lo storico dell’Illuminismo inglese, amico di Voltaire, Edward Gibbon, compì un pellegrinaggio a Roma, al termine del quale (lo rivela egli stesso) scrisse la sua opera monumentale “The decline and fall of the Roman Empire”.
Pellegrini furono Stendhal, Jean Jacques Rousseau (nelle sue Confessioni il viaggio per la via francigena da Ginevra a Torino, dove si convertì dal calvinismo al cattolicesimo.
Naturalmente, il pellegrino più illustre fu il grande umanista, Erasmo da Rotterdam, il quale – al termine di un viaggio di ritorno da Roma a Londra – ospite del suo amico Thomas Moore (il santo cattolico Tommaso Moro) scrisse il famoso “Elogio della follia” dedicato appunto a colui che Enrico VIII farà diventare poi martire e santo cristiano per non  aver voluto cedere alle sue pretese divorziste. Erasmo da Rotterdam, spaventato dagli eccessi della riforma di Lutero (anch’egli un pellegrino,scandalizzato dal traffico delle indulgenze e dalla corte dello zio Sisto IV e di suo nipote Giulio II) rimase in silenzio dopo l’uccisione di Moro. Ma  non aderì alla Riforma, perché i luterani avevano commesso peccati simili a quelli che imputavano ai Papi savonesi.
Il bel libro di Francesco Rutelli, insomma, ripropone tutta una serie di personaggi che hanno fatto il “grand Tour” sulle vie francigene europee per visitare le sette chiese di Roma-
E questi personaggi comprendono scrittori, artisti, filosofi. Come Arthur Schopenhauer, temperamento filosofico ma rissoso, che andava a litigare – dopo il suo bravo pellegrinaggio- al caffé Greco di Roma. Con chi non la pensava come lui.
 

 
Schopenhauer era di Danzica, città polacca eternamente rivendicata dalla Prussia. Forse Papa Francesco penserà un pò anche a lui, quando nel 2015 si recherà a Cracovia per il grande raduno della gioventù, dopo quello di Rio de Janeiro. Sarà a Cracovia, questo raduno di giovani, il grande richiamo di un Papa Santo, Papa Wojtyla.
Per Bergoglio che – come nel Libro Cuore di De Amicis – ha fatto il viaggio di ritorno dalle Ande agli Appennini, proprio come il ragazzino descritto dalla penna, deamiciisiana , il piccolo Marco che si reca a Buenos Aires per ritrovare la madre e la ritrova ammalata. Ma con la sua sola presenza, al rivederlo, la madre guarisce.
Papa Bergoglio sta cercando, come quel fanciullo deamicisiano di salvare una madre. Santa madre Chiesa.
 
FRANCO IVALDO 

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