Borghetto S.Spirito, chi vince e chi perde

Borghetto S.Spirito, chi vince e chi perde
Gandolfo in pool position
Il Pdl sarà premiato per le code sull’Aurelia

Borghetto S.Spirito, chi vince e chi perde
Gandolfo in pool position
Il Pdl sarà premiato per le code sull’Aurelia

 Borghetto S. Spirito–  Vincerà le elezioni chi ha battuto il record dei giorni di code ed incolonnamenti sulla via Aurelia? Con migliaia e migliaia di automobilisti in viaggio per lavoro, per necessità o di piacere. Con gli automezzi pubblici al rallentatore, nei collegamenti verso ponente e verso levante. Auto incolonnate significa più inquinamento, qualità della vita peggiore. Tempo perso. Un costo ingente mai calcolato.

 Ma a Borghetto S. Spirito, città del centro destra per il 65,5 per cento (ultime provinciali), tutto questo non fa paura. Anzi, potrebbe essere premiato dagli elettori con la vittoria del candidato laureato, viso acqua e sapone, Roberto Moreno, che appare persino incoraggiato. I suoi compari di testamento e di cordata gli hanno lasciato questo bellissimo regalo, lui del resto era nel governo cittadino. Bene in vista nel sito internet del Comune.

Intanto siamo solo a quota 23: articoli sui quotidiani locali più diffusi. Hanno dedicato molto spazio, come è giusto che sia e richiede il momento – compreso un occhio alla diffusione nelle edicole in costante crisi – alle manovre, ai giochi in politichese, alle divisioni tra schieramenti.  Poco si è parlato, purtroppo,  di realtà socio-economica, posti di lavoro e di scelte coraggiose per salvare il salvabile. Anche impopolari, se il caso. Gli impegni precisi, ad iniziare dalle piccole cose.

Accade nella “città degli anziani”, un tempo trainante per il consenso a sinistra; oggi si percorre il lungomare e  si può vedere l’arenile trasformato in campo da bocce, con tanto di spettatori. Vale a dire, in mancanza di meglio ci aggiustiamo come possiamo.

La Lega Nord di Borghetto con una sessione assai attiva, molto più rispetto a Loano e di altri centri, ha deciso di correre da sola. Di non mischiarsi con i seguaci Pdl di Santiago Vacca (il personaggio più facoltoso e di potere della cittadina), al quale si sono aggiunti esponenti dell’Udc – finora mai emersa pubblicamente – e la significativa presenza della Fiamma, l’estrema destra. Per l’Udc è una magnifica coerenza!

Certo, la defezione della Lega Nord sarebbe stata più difficile se non ci fosse  il divorzio (provvisorio) con i berluscones in campo nazionale. Altrettanto probabile che abbia buone probabilità di vittoria – siamo alla previgilia ed i sondaggi restano incerti – la lista civica di Giovanni Gandolfo, presidente della Pro Loco; ha ottenuto l’appoggio del Pd. Una scelta, tutto sommato, di buon senso, strategica, almeno rispetto a quanto è accaduto nella vicina “metropoli” di Loano dove il big locale (e qualche altro), fece scientemente saltare la candidatura a sindaco del magistrato Filippo Maffeo, ex giovane consigliere Dc, per puntare su un candidato pulito, ma debole in partenza come hanno poi dimostrato i  risultati. E il dopo, dai banchi della minoranza sempre meno efficace, preparata e controllore.

Basti pensare alla disastrosa cultura dell’illegalità imperante nella cittadina (vedi recente caso di Villa Fameli, concessioni edilizie di ‘pirelloni’, trasformazioni alberghiere in seconde case e non è stato ancora toccato il vulcano in ebollizione ‘porto turistico Ligresti’ e cooperative bianche). 

A Borghetto, sia Gandolfo, sia Anna Garofano e Adriano Musuraca hanno parlato chiaro e tondo, fuori dai denti si dice. Nessun catastrofismo, bensì il richiamo alla cruda realtà. Certamente si dovrà mettere in conto che non sono pochi, per una serie di concause, i fautori di più cemento, più voti. Non importa cosa accadrà ai nostri posteri. Che paese lasceremo.  I disastri ambientali dimenticati.

Roberto Moreno            Giovanni Gandolfo            Antonio Musuraca

 La mancata prevenzione. L’educazione alla difesa del suolo prima che ci si trovi di fronte a tragedie e danni immani, che costano alla comunità milioni e milioni di euro.

 Ormai a Borghetto l’eredità di “cemento selvaggio” l’abbiamo conosciuta in tanti suoi aspetti. Chi ha continuato ad arricchirsi, pochi e chi ha avuto vantaggi diretti, abbastanza. Sono stati loro i vincitori, i governatori assoluti. Senza rivali.

Fino ad inserire nella giunta uscente di Vacca, un solido ed attivissimo rappresentante del mondo immobiliare, degli affari che vuole dire tutto e di più: caccia alle aree edificabili, tanto per fare un esempio. Alle varianti urbanistiche.

Forse è per questo che chi è libero da condizionamenti ha potuto elencare alcuni misfatti o se volete malgoverno del sindaco uscente e dei suoi soci.

Costruite, negli ultimi 5 anni, altre 700 case in una cittadina  già satura, capitale delle seconde case, con  residenti in calo. Una lenta strage di negozi ed un solo nuovo meublé aperto, Villa Danci,  del sindaco.

Pubblichiamo una foto significativa. Il centro storico è afflitto dalla moria di negozi. Con ripercussioni negative da parte dei proprietari dei muri che non riescono né a vendere, né ad affittare. Neppure la presenza di asiatici offre un’alternativa sana e valida.

Ecco l’immagine del negozio Gourmet, sulla via Aurelia, a levante. La storia di un commerciante professionista, del Nord, che ha aperto agli inizi degli anni settanta. Ha acquistato i muri, un’attività all’insegna della qualità e della professionalità, della buona gastronomia. Ha chiuso i battenti da qualche mese. Non ha trovato né da affittare, né a vendere. I figli hanno altri interessi e non vogliono correre rischi; il negozio fa bella mostra, le serrande abbassate, interamente ammobiliato e con attrezzature costose. Difficile trovare il ‘pesce’ pronto a rischiare una bella manciata di soldi, investire nell’incertezza di un paese in declino. Succede ovunque si è scelto di distruggere l’ambiente, le tradizioni marinare, agricole. Non è il caso di essere ambientalisti, in Italia hanno avuto davvero poco fortuna, soprattutto per colpa loro. Da mea culpa.

Con queste credenziali difficile credere che la volenterosa immigrata (da piccola) Anna Garofalo possa aspirare alla vittoria. Non bisogna farsi illusioni intorno al popolo di Facebook, una sorte di grillino che avrà il suo zoccolo duro, impensabile riesca a sfondare.  Nessuna illusione, semmai l’obiettivo di ben figurare per il leghista Pier Paolo Villa.

Il favorito presidente Gandolfo ha azzeccato nella critica, chiamala costruttiva di denuncia, di richiamo alle coscienze, quando ricorda la disastrosa scelta del percorso – lungo l’Aurelia, anzichè a mare, ma disturbava un’operazione edilizia a Ceriale- per la messa in posa della tubazione del depuratore consortile. A Ceriale e Borghetto ha vinto il partito degli affari, si è scelto il tracciato più costoso per i cittadini (code comprese).

 Anche in questo caso il futuro, speriamo, dirà il motivo di certe opzioni. Perché non si è lavorato, laddove era possibile, di notte, al sabato, di domenica, come avviene nei paesi più civili del nostro. E  il connubio di interessi opachi che ruota intorno al “governo”, anzi, al capo assoluto del consiglio di amministrazione del depuratore. Ente pubblico che, come Trucioli Savonesi aveva scritto e documentato, è stato terra di conquista per un manipolo di potentati e di loro amici. In barba ad ogni logica meritocratica.

  Si è arrivati a mettere al vertice chi era stato dichiarato fallito, nella sua attività commerciale, dal tribunale di Savona e non decenni fa.

La forza d’urto del sindaco Vacca, in tandem con Vaccarezza, ha permesso questo ed altro. Come l’assunzione da impiegata della moglie dell’allora assessore, ora sindaco di Loano, maggiore azionista del consorzio. E non siamo di fronte ad una famiglia bisognosa.

Tutto questo senza, a quanto abbiamo letto e speriamo di non sbagliare, una tenace opposizione della minoranza consiliare, sia a Loano, sia a Borghetto. E dietro le quinte l’ombra della solita e poderosa manina massonica. Che sa muoversi con destrezza, abilità, accortezza; sa farsi valere, e quando il caso temere, visto che a Borghetto è prevalso un lungo silenzio e solo oggi, in campagna  elettorale, si leggono attacchi a destra e manca. Di fronte a questo scenario pare azzeccata la decisione dell’estrema sinistra di starsene in disparte.

Volete un altro piccolo esempio, molto significativo della ragnatela. A Borghetto opera una delle maggiori aziende nel campo della vivaistica, fiori, giardini del ponente savonese. E’ di proprietà della storica e riservata famiglia Michelini (ci sono persino le pesche che hanno preso il nome). Ci sono due figli, con tanto di diploma nella materia che trattano, due diverse attività. Una commerciale e l’altra di giardinaggio, specializzata.

Ebbene pur senza interpellare gli interessati – anche per evitare possibili ritorsioni – possiamo con certezza affermare che a Borghetto non hanno mai ottenuto un lavoro da parte del Comune. Sono 15 anni che una ditta dell’entroterra savonese (Trucioli si era già occupato per vicende analoghe nella vicina Loano e dintorni) vince gare, appalti, con la tecnica del massimo ribasso. Un monopolio per la messa a dimora di fiori, piante, potatura.

La tecnica è pressappoco questa. Si vince l’appalto magari in perdita, poi arriva l’affidamento per lavori extra. 60 mila euro, ad esempio,  per le piazzole esterne al casello dell’Aufofiori, dati al Comune di Borghetto. Si parla di 240 tigli pagati 240 euro l’uno.  Tutti seccati. Messi a dimora a radice nuda e non poteva succedere diversamente.  Sorte analoga per le palme sotto il castello. A proposito, in cinque anni sono stati pubblicati, su Stampa e Secolo XIX, 18 articoli per annunciare di volta in volta l’avvio di un grandioso progetto di valorizzazione della struttura e dell’area, mentre per sette volte è stato annunciato il tunnel sotto il Monte Piccaro. 23 volte l’annuncio della ripresa dei lavori nel porticciolo dell’imprenditore Murialdo di Ceriale.

Per tornare alla sorte delle palme: 20 sono seccate ed erano costate 600 euro l’una. Forse  si riesce a far tornare i conti se si da una sbirciatina a chi cura i giardini dei costruttori edili di Borghetto? Per non parlare della potatura delle piante. Avete mai visto? Usano la motosega, anziche la cesoia e rovinano delle piante.

In conclusione, emerge l’urgenza di una svolta, di un ricambio di uomini e i metodi. Non sarà facile un parlamentino locale pulito, sganciato da interessi precostituiti, e da trasversalità diffuse. Il potere logora chi non ce l’ha.

Per Borghetto potrebbe essere un’occasione da non perdere, ma il problema numero uno è quello di un’informazione capillare e corretta, disinteressata. Poi il cittadino ha diritto di scegliere il peggio, il meno peggio, il valido. A nessuno è mai venuto in mente per quale ragione l’ex sindaco Franco Malpangotto ha deciso di lasciare gli incarichi apicali al vertice del depuratore consortile? Non è un politico di professione, una vita da ingegnere alla Piaggio di Finale. E piccolo borghese, con la proprietà di un avviato stabilimento balneare nel cuore della cittadina. Perchè si è ritirato dalla vita pubblica attiva?

R.T.

 

25 marzo 2012


 

Borghetto, un tratto dell’arenile centrale trasformato in campo da bocce per i pensionati e turisti

 



 Borghetto, il negozio di Gourmet ha chiuso dopo 40 anni, sulla via Aurelia di levante

 

 

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