Boldrini, no grazie.

Boldrini, no grazie.

Boldrini, no grazie.

Facciamo subito una premessa, il Presidente della Camera non ha responsabilità diretta del contenuto presente nel cosiddetto decreto IMU/BankItalia, visto che non è coinvolta direttamente nell’attività di governo e visto che tantomeno non ha scritto il testo.


 Ma ha una responsabilità indiretta. Innanzitutto perché appartiene ad una forza di opposizione che dovrebbe essere indagata per “manifesta incoerenza”, reato inesistente ma comportamento politicamente diffusissimo: in sostanza i parlamentari di SEL sono comodamente seduti al caldo delle stanze del Parlamento perché alleati con il Partito Democratico. Ma ora sono all’opposizione….se lo fossero stati fin da subito, ovvero non nella coalizione di centro sinistra, sarebbero fuori…come direbbe Briatore.

In secondo luogo è chiaro che un decreto che il governo vorrebbe trasformato in legge che contiene e mescola pere con mele chiedendone una valutazione unica è una porcata: gli ultimi vent’anni hanno visto il legislatore cadere sempre più in basso in termini di qualità della forma e della sostanza con cui vengono scritte le leggi ma purtroppo non è solo per l’incompetenza di molti politici, ma per una precisa volontà e strategia. E’ facile, basta mettere dentro cose che tutti i cittadini chiedono a gran voce e contestualmente inserire regalie, pizzi, tangenti, mutandine incluse alle quali non si può negare, nel complesso, la necessità di approvare e tramutare in legge dello Stato. Povero Stato e poveri noi.

Ora, negli accadimenti in Montecitorio che tanto hanno destato stupore perché si è scoperto che esiste una opposizione (dai?), sul decreto di cui sopra, si è arrivati ai ferri corti; il Movimento 5 Stelle voleva scorporare le 2 principali tematiche in modo che si potessero fare votazioni dell’IMU in un modo, e degli altri contenuti in altro ovvero non accorpando in unico testo era tecnicamente possibile salvaguardare i cittadini dall’ulteriore pagamento dell’IMU ed avere la flebile possibilità di non regalare alle banche oltre 7 miliardi.

Veniamo ora al punto della Banca d’Italia. Il 56% delle quote della nostra banca nazionale sono detenute da un numero determinato di banche privati, tra cui anche la nostrana Carige. Il decreto legge che era ormai prossimo alla scadenza se non convertito in legge in Parlamento, prevede che le quote, valutate prima 155.000 Euro, ora siano rivalutate a 7, 5 miliardi di Euro senza alcun aumento di capitale: fantastico, come e meglio del Superenalotto. Le varie banche, ciascuna possiede percentuali diverse anche al 20% o al 30%, non possono detenere più del 3% quindi devono vendere al nuovo valore nominale, ovviamente. E incasseranno l’87,5% dell’intero importo mentre il resto del 12,5% saranno interessi pagati allo Stato: una scorreggia, flebile.

Di punto in bianco le banche italiane sono piene di soldi senza aver fatto nulla. Ma non finisce qui: proprio perché vincolate all’obbligo di non detenere più del 3% di quote, qualora non riuscissero a vendere, la Banca d’Italia ricomprerà quelle invendute, ovviamente rivalutate. Spettacolare, meglio di una assicurazione sulla vita fatta ad un morto. 

Ora, secondo voi, avere un po’ di mal di pancia per questa operazione, non è naturale? Ma torniamo al Presidente della Camera (la Boldrini…): cosa poteva fare?
Niente. Doveva semplicemente consentire all’opposizione di fare i propri interventi come previsto dai Regolamenti e, se non si fosse stati nei tempi, il decreto sarebbe decaduto nella sua interezza. Il Governo, se avesse a cuore l’interesse dei cittadini, avrebbe rifatto un decreto urgente per la sola IMU, le forze di maggioranza come il PD, se avessero a cuore il bene dei cittadini (o no?), avrebbero sostenuto una conversione in legge dell’annullamento della mini IMU ed il resto si sarebbe discusso democraticamente.

La Boldrini è “incompetente” perché non le compete applicare regolamenti che non esistono: la cosiddetta “tagliola” che chiude il dibattimento parlamentare è una modalità prevista nel regolamento del Senato e non della Camera. Peraltro i deputati del Movimento in quel frangente avevano appena depositato una mozione appunto per scorporare la parte di IMU dal resto. Bastava discuterla, metterla ai voti…et voilà.

La Boldrini è “impreparata” perché non è preparata a gestire situazioni dove l’opposizione fa l’opposizione: d’altronde SEL l’opposizione la presenta nei libri di storia e nelle memorie di qualche storiografo.

La Boldrini è “incoerente” perché se nel suo mandato innanzitutto deve garantire tutte le parti in causa, non è stata coerente nei fatti poiché non ha consentito alla minoranza di esprimere le proprie opinioni pur avendo, la minoranza stessa, fin da subito richiamato il regolamento in maniera esplicita e segnalando, con le mani alzate, che l’incombenza di questa tagliola era illegittima.

La Presidenza della Camera, nella persona della Boldrini, deve dimettersi perché non è di fatto più credibile come garante di tutte le forze politiche. Suoi predecessori, come Fini o altri, hanno interpretato decisamente meglio il ruolo della terza carica dello Stato.

Nota di colore: come avevo scritto in passato su Vendola e le intercettazione con il portavoce dell’Ilva di Taranto, dopo l’Ecologia, la Libertà ora SEL si è giocata pure la Sinistra facendo gli interessi, chiari ed evidenti, del mondo della finanza.

Nota di constatazione: l’Italia è commissariata. L’arrivo di Monti, contestuale a l’immobilismo di Berlusconi sbattuto fuori dallo spread, ha segnato l’inizio del commissariamento del nostro paese che non poteva esserlo alla luce del sole come la Grecia ma era necessario prima spolparlo, poi mettere “in bolla” le banche per evitare perdite agli azionisti ed ai grandi investitori e successivamente…mandarci a quel paese.

Quindi ora si discute di quanto sono stati brutti e cattivi i grillini (il dito), ma non stiamo guardando che il proprietario del fondoschiena (noi tutti), lo ha preso in quel posto…e non era un dito. 

ANDREA MELIS

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