Bergeggi

Caro chef Claudio, la storia si ripete…
Anche tu a Bergeggi sei caduto nella trappola
del falso sviluppo turistico, ricordi chi ha già chiuso?

Caro chef Claudio, la storia si ripete…
Anche tu a Bergeggi sei caduto nella trappola
del falso sviluppo turistico, ricordi chi ha già chiuso?
 

I contadini valbormidesi accolsero il lavoro nell’Acna come una benedizione !

Non dipendere più dai capricci del tempo nella conduzione agricola, ma lavorare al coperto con uno stipendio sicuro è un’altra cosa!

Specie continuando, magari in tono minore, l’attività agricola!

E per qualche lustro gli estensori dei Piani Regolatori ed i politici finanziatori di quelle scelleratezze furono applauditi.

Solo quando i tumori alla prostata e lo scioglimento delle grondaie dei tetti cominciarono a denunciare situazioni preoccupanti, si tentò di rivalutare la campagna ed i suoi frutti! Ma ormai l’inquinamento aveva decretato la fine di un’ epoca agreste, dura, improbabile, ma sana !.

L’anno scorso a tale proposito, e tra le molte citazioni riferii su Trucioli Savonesi la mia esperienza Sarda. Cerco di spiegare.

Nel 1982 a Porto Scuso ebbi occasione di disquisire con Sindaco

ed assessori sul Piano Regolatore e sugli effetti diretti e sconvolgenti che

sarebbero piombati sul loro territorio.

Porto Scuso, 18 ciminiere su 18 impianti chimico – siderurgici sul mare eseguiti in epoca contemporanea ai mostri di Cornigliano, Stoppani, Italsider di Taranto, e dello scandalo di Gioia Tauro; come sempre, saldamente legato all’edilizia popolare, alle zone servizi ed alle seconde case, e con il mare che serviva da cloaca per tutto quanto!”(E SENZA PREVISIONI DI NESSUNA ZONA TURISTICA!)

 

Oggi apprendiamo che una di quelle industrie nate negli anni ‘70 e finanziate

all’ 84% dallo Stato (oggi ex Industria Euroallumina) scaricava i suoi fanghi rossi probabilmente in mare!… infatti solo nel 1975 venne dotata di un bacino di raccolta pari a 20 milioni di metri cubi…… ora colmo fino all’orlo di fanghi rossi e suicidi, e che sta tracimando come quello Ungherese!

E le altre “17 ciminiere” ? E il deficit cognitivo infantile ? E la piomboemia? E la nube di fluoro? E i vapori di mercurio? E l’arsenico concentrato 50 volte il consentito?

Povera Sardegna! Povera la nostra Valbormida! E povera la nostra Valle di Vado Ligure!

A proposito di Vado Ligure, ho letto sulla Stampa che lo chef stellato Michelin, Claudio Pasquarelli pare sia costretto a lasciare l’attività! Il titolo…”Io a Bergeggi, in bilico tra porto e turismo” (vedi…La Stampa del 13 ottobre e del 14 ottobre).

Claudio Pasquarelli

COME E’ NATA L’INIZIATIVA TURISTICA A BERGEGGI

Vediamo se la memoria mi aiuta.

Questo bravo e coraggioso “professionista” nel 1982 installa la sua attività a Bergeggi nella colonia Bergamasca eh…, si perché in Italia, nel savonese in particolare, per le attività Turistiche di un certo rilievo non ci sono che le “colonie”, che con la loro rispettabile cubatura appaiono le uniche adatte a tale scopo.

L’altra “colonia“di Bergeggi sul lato opposto del comune, non era infatti disponibile in quanto era già stata prenotata per il suo inglorioso iter, che tutti conosciamo; essendo allora l’unica zona Turistico Alberghiera di Bergeggi! (vedi P.R.I.S. “piano regolatore intercomunale savonese” del 1967)

Giustamente e per premiare il coraggio imprenditoriale di “Claudio” negli anni ’90, gli estensori del nuovo P.U.C. (piano urbanistico comunale) inserirono la Colonia Bergamasca, nel frattempo di proprietà dello stesso “Claudio”, in una nuova “Zona Turistica”. SOLA ed UNICA di TUTTO IL COMPRENSORIO COMUNALE !

La Colonia di Claudio, confinante con il Comune di Vado Ligure, e quindi con gli impianti industriali presenti e futuri, già programmati da un Comune che ha sempre previsto solo sviluppi lontani dal Turismo, si è trovata così proprio al di sopra delle uniche aree di sviluppo industriale-portuale programmate in quel punto.

Con una vista incantevole, ma un rumore spesso infernale!

 

E’ indubbio che riesce molto difficile individuare i responsabili di tali situazioni, ma se ricostruiamo tutti gli altri paesaggi infernali creati sulle coste della nostra Italia, ed ai loro fallimenti, ritroviamo un denominatore comune dagli aspetti sconvolgenti.

Si sono creati siti industriali su mari e fiumi, permettendo con fare paterno e bonario la trasformazione dell’esistente, quasi sempre sommerso in un mare di seconde case vuote, in attività pseudo – turistiche, che miseramente falliscono insieme alle strutture alberghiere ante guerra già esistenti, a loro volta trasformate in seconde occupate un mese all’anno.

 

Non ricordo il nome del contesto industriale americano che sito sul mare, falliti come noi gli indirizzi produttivi-industriali, rifece il piano regolatore definendo “tutto“ il territorio semplicemente Turistico! Nell’arco di cinque anni l’economia si ritrovò fiorente e decisamente produttiva!

Riccardo Borgo

Gli sporadici penosi tentativi di soddisfare le nostre naturali predisposizioni alle attività turistiche, non possono consistere in un quadratino insito in un piano regolatore che non coinvolge materialmente “TUTTO” il territorio.

E Claudio aveva poco da scegliere, avendo prediletto Bergeggi con la sua bella spiaggia , con la sua meravigliosa esposizione, con i suoi laboriosi abitanti, non ha cercato di capire per quale ragione tutte le attività come la sua si erano già sciolte come neve al sole. Ricordo il Faro, la Torre, Galletto, Miramare, Canaima, Scogliera, Isola D’oro, Anghelito, Ferrer, bar di Torre del Mare, ed altri , hanno dovuto buttare la spugna.

E questo è l’errore di tutti coloro che non conoscendo a priori la definizione Urbanistica in cui aprono un’attività chiaramente finalizzata al Turismo cadono nella trappola pianificata degli estensori.

SPECCHIO PERFETTO DELLA DARSENA DI SAVONA

Mi spiego meglio, nella Darsena di Savona sono stati aperti 14 ristoranti e 13 bar a seguito dello sviluppo di un porto definito Turistico in virtù di barche che ne qualificavano certamente l’aspetto generale, ma che non trovavano corrispondenza alcuna nel piano regolatore.

Sono stati infatti costruiti centinaia di alloggi residenziali che nulla hanno a che fare con il Turismo; sono stati attivati gli attracchi delle navi da Crociera che avrebbero dovuto scaricare migliaia di persone nella Darsena ma, stranamente questa folla viene dirottata in altri siti! A Serravalle, alle Coop…. E le attività di questi privati e sbalorditi cittadini Savonesi sono anche loro così, sospese sul solito baratro!

CONCLUSIONE? Per definire una zona industriale, meccanica o chimica, sono da sempre state scelte aree molto estese, piuttosto “pianeggianti o spianabili”.

 

Per definire una zona Turistica , molto spesso lo si fa a parole, vedi le Spiagge, i Porticcioli, i Parcheggi, gli Ostelli della Gioventu, gli Agriturismi, i Ristoranti , le Pizzerie e gli Alberghi; ma ….. quando si pianifica Urbanisticamente si tende ad escludere tutte, dico tutte, le attività di cui sopra dai contesti territoriali a definizione Turistica!

Ci ritroviamo così ad avere nei nostri Comuni Liguri, “zone turistiche” che mai si identificano su aree molto estese, piuttosto “pianeggianti o spianabili” come avviene in tutto il mondo che ritiene il Turismo un’industria, ma il solito ridicolo quadratino, scelto da chi non ha una lira e se l’avesse non ce la spenderebbe, con su scritto “ZONA ALBERGHIERA”, ritenendo di aver sancito quel concetto Turistico che l’intera zona in esame richiede da sempre.

 

Ecco perché dobbiamo richiedere ai nostri politici, alle amministrazioni, a quanti pretendono gestire il territorio in cui viviamo: rifare i piani regolatori in base alle attività private e produttive esistenti sul territorio, inglobandole in una pianificazione basata sulle intenzionalità degli stessi cittadini. Siano esse “turistiche” “agricole”, “artigianali”o “commerciali” ; smettendo di costruire inutili alloggi sul mare, aberranti centri commerciali e bancari che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo di dove siamo nati!

Altrimenti il ristoratore ed albergatore Claudio seguirà la sorte di tanti altri suoi colleghi savonesi ed imperiesi. Diventati fortunati immobiliaristi.

Siamo bombardati dai media e dai loro suggeritori, da falsi e persistenti messaggi, che fanno presa sull’opinione pubblica meno preparata o distratta, illudendo i cittadini (e gli elettori) sul sempre imminente rilancio del turismo alberghiero. Almeno cosi documentano le stesse cronache locali da 40 anni. E troppi tacciano, magari per interessi inconfessabili.

 

Guido Luccini

24 ottobre 2010

 

lucciniguido@libero.it

 

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