SAVONA. La buona amministrazione delle sinistre

 SAVONA
LA BUONA AMMINISTRAZIONE DELLE SINISTRE

SAVONA

LA BUONA AMMINISTRAZIONE  DELLE  SINISTRE

Tutte le mattine percorro un pezzetto di Via Famagosta , attraverso Vico Nano e scendo in via S.Lucia, per raggiungere Piazza Leon Pancaldo, dove vi è la sede della mia Azienda.

Sbucando dal vicoletto, mi si apre una visione molto bella: il mare con il sole ancora “giovane“ del primo mattino e spesso la nave della Costa, ormeggiata in quello specchio di mare tra  i palazzi.

Non posso fare a meno di fermarmi e ammirare questo quadro quasi surreale!

Ma altrettanto spesso non posso fare a meno di chiedermi quale sia l’immagine che i passeggeri e gli equipaggi della nave hanno della nostra città, vista dall’alta parte della darsena.

Un sentimento di rabbia e di tristezza mi assale nel pensare che dal mare si vedono le facciate scolorite e  sporche dei palazzi di via S. Lucia, che un tempo erano istoriate e che oggi hanno solamente l’aspetto di un casermone  fatiscente e abbandonato.

Che tristezza, da  vero savonese, mi viene nel pensare che  questo angolo della nostra città, che primo si presenta ai milioni di passeggeri , possa essere stato dimenticato da chi crede di amministrare  bene la nostra città.

Proseguendo per via S.Lucia e arrivando all’incrocio con Via Berlingieri, un altro moto di rabbia mi assale, vedendo la Torretta, simbolo di Savona, anche lei sbiadita, che certamente non trasmette all’osservatore ciò che dovrebbe, in quanto simbolo della città, al contrario trasmette perfettamente quello che la città è diventata nel tempo!

Se poi proietto lo sguardo oltre, è un pugno nello stomaco quello che sento:

Laggiù oltre lo specchio d’acqua della vecchia darsena c’è il mostro che si erge in tutta la sua maestosa bruttezza a chiudere come una saracinesca di pessima fattura quello che è un “villaggio” caratteristico nella città, un borgo recuperato e valorizzato dall’unico sindaco di Savona che amava il bello e che ha sfrattato i capannoni di lamiera arrugginita, che contenevano le sedie e i tavolini delle feste de l’ Unità,  per trasformare la zona della Darsena vecchia in un area bella, pulita e usufruibile per la popolazione, per non parlare di tutte le altre opere avviate e inevitabilmente concluse dai suoi successori (senza meriti), come piazza Sisto e lo spazio verde antistante il Priamar, con i resti della Savona medioevale in bella vista.

Sto parlando del compianto sindaco Gervasio, (Sindaco eletto con il simbolo della Lega) unica parentesi  lieta, di una storia  amministrativa cittadina mediocre e grigia, che ha portato Savona ai giorni nostri, con amministrazioni di sinistra che, dal Tribunale ai Crescent, hanno dimostrato il loro cattivo  gusto e la loro  mediocrità.

Il Crescent, il Cubo di vetro, il Crescentino e la fatiscenza delle facciate della Città con le loro centinaia  di antenne e parabole in  “bella” vista, sono la testimonianza della mancanza di sensibilità al “bello” dei sindaci che sono succeduti al compianto Francesco, che naturalmente nel breve arco di una legislatura non ha potuto fare quello che gli altri non hanno fatto attraverso cinquant’anni di governo continuo della città.

  

Per motivi di lavoro mi trovo in Costa Azzurra frequentemente e non posso fare a meno di notare che oltre ai paesini lungo la costa  curati, abbelliti  e valorizzati al massimo per il gran turismo, anche la città di Nizza attorno alla vecchia darsena ha tutta una serie di palazzi, istoriati, ben tenuti, che danno ai passeggeri che sbarcano dalle Navi da crociera in tale porto un’immagine del tutto diversa dalla nostra povera Savona.

L’amore per il bello è un indice di sensibilità e di profonda cultura, quella cultura che spesso viene sbandierata dalle sinistre,  solo per chiedere finanziamenti per i più disparati fini clientelari, ma la cultura la si difende e diffonde  principalmente  salvaguardando ciò che ci hanno lasciato in eredità i nostri avi che, pur in presenza di tempi difficili, sono riusciti a fare delle nostre città, delle città attraenti e pulite che al tempo attiravano turisti da ogni parte d’Europa.

Molte volte non ci vorrebbe  neanche tanto, basterebbe solo un po’ di buona volontà, e convincere i privati o alle buone o alle cattive , che le facciate non sono cosa loro ma sono cosa di tutti e che il patrimonio edilizio e il decoro della città non può essere lasciato a decisione singola, ma  deve essere sottoposto alla legge e lo strumento esiste e lo ha creato la legge Regionale n° 26 del 27/10 2003 (il progetto colore) con il quale i Comuni possono ingiungere ai proprietari degli immobili la realizzazione degli interventi necessari.

La Regione Liguria con Legge Regionale n° 26 del 27/10/2003 (guarda caso con Governatore Biasotti /centrodestra/Lega) inoltre ha anche  stabilito contributi regionali per il recupero edilizio abitativo, anche denominato “città a colori “ perché la  Giunta di allora ( anziché  interessarsi dello stress dei funzionari della regione!), ha posto come valore fondamentale per la comunità il decoro e la pulizia degli spazi pubblici e degli edifici ed ha stanziato pure  fondi destinati ai proprietari più deboli  per aiutarli a partecipare all’obbiettivo.


I sindaci della maggior parte dei Paesi Europei si interessano del decoro delle loro città; siccome ormai una buona parte della cittadinanza viaggia, non riesco a capire come i savonesi osservando le altre città, possano tollerare che la loro città possa essere così abbandonata e maltrattata spudoratamente e continuino a dare fiducia con il voto ai responsabili di questo scempio.

Senza andare molto distante, tanto per fare un esempio, possiamo prendere ad esempio di Acqui Terme, retta per tanti anni da quegli “ ignoranti“ della Lega Nord, e dal centrodestra che sono riusciti a pulire e dare alla città una immagine bella  e civile ,  per cui ogni volta che passeggio per la cittadina con miei amici o clienti stranieri mi fa piacere sentire i loro  apprezzamenti.

Si sbandiera sempre ai sette venti che il nostro petrolio è la bellezza del nostro patrimonio, patrimonio che i nostri avi ci hanno lasciato e mai avrebbero osato pensare che noi non lo avremmo salvaguardato con cura.

Oltretutto oltre ai contributi  regionali già citati, vi sono incentivi fiscali di tutti i tipi, sia per il  risparmio energetico, che per i lavori di recupero, oltre naturalmente alla creazione di  lavoro indotto  di tanti validi artigiani, che potrebbero mettere in moto un  circolo virtuoso non solo economico ma anche di educazione al bello e al rispetto delle cose belle, che tanto servirebbe a incivilire buona parte delle nuove generazioni.

Ma come può un sindaco avere l’autorità morale per convincere i proprietari dei palazzi a mantenere le loro proprietà in condizioni decenti e dare all’esterno un’immagine civile, quando concede licenze edilizie a ecomostri come il Crescent, quando in barba al piano regolatore concede, un ulteriore aumento di due piani in corso d’opera a tale mostro e non ultimo autorizza il cambio d’uso da uffici a abitazioni private, che prima o poi porterà tali locali a essere riempiti di persone che, per stendere i panni ad asciugare saranno costretti a esibirli a mo di bandiere  sulla piazza Rossa?

Silvio Rossi

LEGA NORD


 
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