Auspicabile architettura delle strutture residenziali per anziani

IL VOLTO DELLA MEMORIA  (Cinquantatreesima parte)
AUSPICABILE ARCHITETTURA
DELLE STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Cinquantatreesima parte)

Come promesso al termine dell’Articolo della scorsa settimana, oggi vedremo di dialogare con i nostri Amici Lettori sul seguente argomento:

IL RICOVERO DELL’ANZIANO IN IDONEA STRUTTURA

Ma, prima di concedere, con il VOLTO DELLA MEMORIA, la parola ad ALDO PASTORE  ed alle sue relative Proposte, andiamo a leggere ed a conoscere la Situazione Attuale delle Residenze per Anziani nella nostra Liguria (così come emerge dal pregevole articolo di GUIDO FILIPPI, comparso sul quotidiano IL SECOLOXIX in data 28 ottobre 2015):

“SECONDO LE INDICAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE, IN LIGURIA MANCANO ALMENO 6.000 POSTI PER GLI ANZIANI  (SOTTOLINEA LUCA PALLAVICINI, PRESIDENTE REGIONALE DI ANASTE, L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CHE RIUNISCE LA MAGGIOR PARTE DELLE CASE DI RIPOSO) E DA ANNI NON CI SONO INTERVENTI DA PARTE DELLA REGIONE; È GIÀ SUCCESSO CHE I FONDI DESTINATI AGLI ANZIANI SIANO STATI UTILIZZATI PER COPRIRE I BUCHI DEL BILANCIO.

DALL’ULTIMA INDAGINE SULLA LIGURIA, EMERGE UN DATO ANCORA PIÙ CHIARO: 3PERSONE SU 10 NON RIESCONO A TROVARE POSTO NELLE STRUTTURE PUBBLICHE O IN CONVENZIONE DOVE C’È UNA COMPARTECIPAZIONE NEL PAGAMENTO DELLA RETTA.

NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, SI RIVOLGONO A STRUTTURE PRIVATE, DOVE, PAGANDO UNA CIFRA CHE VA DAI 2 AI 3 MILA EURO AL MESE, UN LETTO C’È QUASI SEMPRE.

IN QUESTO MOMENTO, PER TROVARE UN POSTO IN UNA CASA DI RIPOSO IN LIGURIA BISOGNA ASPETTARE IN MEDIA SETTE MESI, CHE DIVENTANO NOVE PER LE STRUTTURE PIÙ RICHIESTE.

TEMPI MOLTO PIÙ BREVI E E ACCETTABILI (CIRCA VENTI GIORNI) PER ESSERE OSPITATI E CURATI NEI CENTRI DI RIABILITAZIONE, DI SOLITO CON TRASFERIMENTO DIRETTO DALL’OSPEDALE.

MA PER I FAMILIARI DI UN ANZIANO, L’ALTRO GROSSO PROBLEMA È RIUSCIRE A DISTRICARSI TRA VISITE, DOCUMENTI, DOMANDE DA PRESENTARE.

IL PERCORSO È COMPLICATO E, SE NON SI TROVA QUALCUNO IN GRADO DI DARE CONSIGLI UTILI, SI ALLUNGANO I TEMPI ANCHE PER AVVIARE LE PRATICHE.”

 

 Fatta questa doverosa premessa, abbiamo chiesto ad ALDO il suo pensiero sull’intero argomento. Aldo ci ha consegnato questo ARTICOLO, datato 8 OTTOBRE 2008, scritto in occasione del 63º CONGRESSO NAZIONALE DEI MEDICI; ci ha chiesto, tuttavia, di poter concludere il tutto con UN LAPIDARIO COMMENTO FINALE.

L’Articolo porta il seguente titolo:

AUSPICABILE ARCHITETTURA
DELLE STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI
Franco Henriquet

In conclusione del mio precedente Articolo (datato 1-10-2008), avvalendomi delle lungimiranti parole di Franco Henriquet, auspicavo la Nascita (o, meglio, la Rinascita) dei SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA DOMICILIARE PER GLI ANZIANI; il mio auspicio nasceva da due Ordini di Considerazioni:

1) L’ASSISTENZA DOMICILIARE E’ IN GRADO DI SODDISFARE LE SIGENZE DI “UMANIZZAZIONE” DI CUI GLI ANZIANI HANNO UNO STRAORDINARIO BISOGNO;

2) L’ASSISTENZA DOMICILIARE, SUL PIANO DELLA GESTIONE E, QUINDI, DEI COSTI, E’ MENO ONEROSA DEI SERVIZI IN STRUTTURE OSPEDALIERE E RESIDENZIALI E, DI CONSEGUENZA, PUO’ CONCORRERE, IN MISURA DECISIVA, AL CONTENIMENTO DEI COSTI DELLA SPESA SANITARIA.

– Purtroppo, i fatti di questi ultimi giorni dicono, a noi tutti, che stiamo andando in direzione opposta.
Si sta svolgendo, in questo periodo (6-12 ottobre) a Villasimius (Cagliari) il 63° Congresso Nazionale dei Medici; in questo contesto, è stata pubblicata una Ricerca del Centro Studi FIMMG (Federazione Italiana dei Medici  di Famiglia).
Durante la presentazione di questa Ricerca, il Segretario Nazionale FIMMG, Dr. Giacomo Milillo, ha testualmente affermato:

“E’ IN GIOCO LA SOSTENIBILITA’ DEL SISTEMA SANITARIO PUBBLICO.

IL PESO ASSISTENZIALE USURA I MEDICI DI FAMIGLIA, CHE NON POTRANNO SOSTENERE IL FUTURO, IN ASSENZA DI INTERVENTI DI RIFORMA.

E’ EVIDENTE CHE, OGGI, IL SISTEMA TIENE GRAZIE ALL’ IMPEGNO PERSONALE DEL MEDICO DI FAMIGLIA DI FRONTE ALLA CARENZA DI RISORSE, STRUMENTI E DI UN’ ORGANIZZAZIONE COMPLESSIVA.

Le parole di Giacomo Milillo hanno trovato puntuale conferma dai dati numerici, comunicati durante il Congresso:

ABBIAMO ATTUALMENTE STUDI MEDICI INTASATI, PERCHE’ OGNI MEDICO DI FAMIGLIA (altrimenti chiamato con il termine: MEDICO DI BASE) DEVE  EFFETTUARE  FINO A 40 VISITE AL GIORNO; COMPLESSIVAMENTE SONO STATI CALCOLATI CIRCA DUE MILIONI DI CONTATTI SANITARI CON I RELATIVI PAZIENTI NEL CORSO DEI CINQUE GIORNI ALLA SETTIMANA.

A RENDERE FRAGILI I MALATI SONO LE MALATTIE CRONICHE.

Infatti:
– il 96,9 per cento dei Medici ha in cura MALATI CRONICI

– il 53,6 per cento dei Medici deve interessarsi di PAZIENTI CON PROBLEMI PSICHICI

– il 18,4 per cento ed il 48,8 per cento dei Medici ha (rispettivamente SPESSO O TALVOLTA) pazienti BISOGNOSI DI CURE PALLIATIVE.

Altrettanto significativi sono i Disagi dei pazienti; infatti:
 – il 31,6 per cento ed il 43,8 per cento dei Medici si trova di fronte  (rispettivamente SPESSO O TALVOLTA) a cittadini Anziani che hanno problemi ad acquistare i farmaci.

 –  crescono le percentuali dei Medici che dichiarano l’esistenza di problemi a comprare PROTESI (l’80 per cento, per la precisione) e a pagare il Ticket (il 75 per cento).


L’istituto Ferrero a Vado Ligure
Ma, la preoccupazione più grande riguarda il FUTURO; dal lavori del Congresso è emerso che, entro il 2025, il saldo netto del Turnover porterà ad avere 13.000 Medici di base in meno (cioè: dagli attuali 47.000 a 34.000 circa).
Senza un’organizzazione diversa sul Territorio (così ha concluso il Congresso) non si potranno più ottenere  prestazioni mediche sufficienti e qualificate; mancheranno, cioè, le prospettive per sostenere la Medicina Territoriale (o di famiglia, che dir si voglia).
– Come già  ho avuto modo  di scrivere in passato è necessario invertire questa deteriore tendenza e, quindi, FAR RINASCERE LE EQUIPES SOCIO-SANITARIE TERRITORIALI, COSTITUITE DA PERSONALE AVENTE DIVERSE QUALIFICHE PROFESSIONALI (dai MEDICI DI BASE agli INFERMIERI PROFESSIONALI, ai TERAPISTI DELA RIABILITAZIONE, dalle ASSISTENTI SOCIALI alle COLLABORATRICI FAMIGLIARI O BADANTI) OPERANTI, tuttavia, IN GRUPPO COESO  ED ARMONICO, RIVOLTO A PROMUOVERE LA MIGLIORE CONDIZIONE ESISTENZIALE POSSIBILE PER L’ANZIANO ASSISTITO.
Ma, per trovare la più corretta Soluzione per il Futuro e, soprattutto, per non commettere gli Errori del recente Passato, OCCORRE INDIVIDUARE LE CAUSE DELL’ ATTUALE CRISI, avendo ben presente che essa non ha radici settoriali e, quindi, superficiali, bensì fondamenta molto profonde, che portano, direttamente, alle modalità, attraverso le quali, è stato concepito e gestito il nostro Sistema Sanitario Pubblico; le responsabilità, infatti, sono collettive e sono addebitabili ai Governi dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali; le attuali modalità gestionali hanno condotto, infatti, ad un DUPLICE ERRORE:

  1. LA NETTA SEPARAZIONE TRA INTERVENTO SANITARIO ED INTERVENTO SOCIALE; sono state incautamente smembrate, in molti Comuni (ivi compresa la nostra Savona) le equipes socio-sanitarie territoriali, che avevano, tra i loro  compiti fondamentali, quello di intervenire sulla NON AUTOSUFFICIENZA CLINICA, PSICOLOGICA, AFFETTIVA ED ECONOMICA DEGLI ANZIANI PRESENTI SUL TERRITORIO;
  2. E’ STATO TRASFERITO IL BARICENTRO DELLA SANITA’ DAL TERRITORIO ALL’OSPEDALE, con un ulteriore duplice risultato negativo:
    – IL CROLLO DELLA MEDICINA DI BASE (come sopra evidenziato)
    L’AUMENTO DEL RICORSO AI RICOVERI OSPEDALIERI (in particolare, a quelli Impropri) ed AUMENTO DEL RICORSO ALL’INSERIMENTO DEGLI ANZIANI IN STRUTTURE RESIDENZIALI.

 
 
Il RISULTATO FINALE DI QUESTE SCELTE E’ IL SEGUENTE:
I MALATI (SOPRATTUTTO ANZIANI), ORA, SONO PIU’ POVERI E PIU’ DEBOLI

– Ma, le previsioni Demografiche del Futuro ci debbono portare a riconsiderare, anche l’AVVENIRE DEI NOSTRI SERVIZI OSPEDALIERI.
L’aumento del numero degli Anziani e, soprattutto, del numero degli Anni di vita di ogni singolo anziano condurranno, fatalmente, alla COMORBILITA’ (e, cioè, alla coesistenza, nello stesso soggetto, di più malattie croniche) e, quindi ci obbligheranno a rivedere il CONCETTO DI CRONICITA’.

Come già ho avuto modo di evidenziare in un precedente articolo, scritto per “Trucioli Savonesi” (datato 07-12-2007) “La nostra  società, nel suo complesso, si trova in una condizione di grave e quasi incredibile ritardo nell’ esame di questo inedito fenomeno sociale ed, ovviamente, è tuttora culturalmente impreparata nella ricerca e nell’attuazione di possibili soluzioni, idonee ad affrontare il problema.”
Questa osservazione vale, anche, per i SERVIZI OSPEDALIERI; non a caso, l’argomento è stato affrontato, l’8 Novembre del 2007, a Torino, in un Convegno, avente per Titolo:
“L’OSPEDALE DEL FUTURO E LA CENTRALITA’ DELLE PERSONE”
In sintesi, la linea di Indirizzo operativo, tracciata nel Convegno è stata la seguente:

Occorre ripensare i presupposti teorici sui quali si fonda la ragione di essere  di un ospedale. Infatti, il vecchio Ospedale nasce dall’ Idea Positivista  di Scienza, con  il malato che dev’essere rigidamente  separato dal Luogo della Vita e, quindi, dal suo Territorio.
IL NUOVO OSPEDALE DEVE NASCERE, INVECE, DA UN RAPPORTO STRETTO CON IL LUOGO IN CUI SI TROVA E CON LA COMUNITA’: SE, IN PASSATO, INDIVIDUARE LA MALATTIA SIGNIFICAVA SAPER RICONOSCERE UNA SERIE DI SINTOMI, OGGI, OCCORRE CREARE UNA NUOVA RELAZIONE BASATA SUL CONCETTO (che sembra retorico, ma è, al contrario, essenziale)DELL’UMANIZZAZIONE.
QUINDI, VA RIPENSATA, PRIMA DI TUTTO, L’ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL LAVORO; IN PARTICOLARE, OCCORRE RIDISCUTERE LE DIVISIONI TRADIZIONALI IN REPARTI E SEZIONI.
AL LORO POSTO, CI VORRANNO AREE MISTE, AD ALTA DENSITA’ DI CURA, CON TEAM DI SPECIALISTI CHE LAVORANO INSIEME E, ALLO STESSO TEMPO, SI DOVRA’ FAVORIRE L’INTEGRAZIONE TRA MEDICINA GENERALE E MEDICINA OSPEDALIERA, DUE MONDI CHE, IN ITALIA, RESTANO ANCORA SEPARATI.

Il Dottor Giacomo Milillo
– Ed, infine, carissimi amici, concedetemi un breve e conclusivo spazio per rispondere, razionalmente, al significato del Titolo di questa Puntata.
Quale Urbanistica e quale Architettura possiamo noi auspicare per le Strutture Residenziali destinate agli Anziani, tenuto conto che dovremo, quasi inevitabilmente, avvalerci di questi edifici anche in futuro?
L’ideale è quello espresso dal TITOLO della pregevolissima pubblicazione dello SPI-CGIL LIGURIA “E SE FOSSE COME A CASA?“, avente per Sottotitolo “LA VITA DEGLI ANZIANI NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI IN LIGURIA”;

questo Titolo, caratterizzato, non casualmente, dal Punto Interrogativo indica, con esplicita chiarezza, che la condizione esistenziale degli Anziani nelle strutture Regionali non è certamente ideale e, meno che mai, assimilabile a quella che si potrebbe avere in ambito famigliare.
Non entro, ovviamente, nei dettagli, ma prendo atto che la Regione Liguria ha concesso ai Titolari delle oltre 400 strutture esistenti nel Territorio di POTERSI METTTERE IN REGOLA con le vecchie normative sugli adeguamenti strutturali sino al 31 Dicembre 2009 e di METTERSI IN LINEA con le Leggi più recenti entro l’ Anno 2012.
Mi limito, di conseguenza, ad evidenziare, con sufficiente chiarezza, LE REGOLE URBANISTICHE ED ARCHITETTONICHE di carattere generale, che dovrebbero essere alla base della loro edificazione e della loro gestione:

. LOCALIZZAZIONE URBANISTICA: Deve essere individuata nel contesto del Piano Urbanistico Comunale e possedere una propria autonomia logistica, nel senso che, possibilmente, non deve essere inserita in area eccessivamente urbanizzata e sovraccarica di traffico, ma, nemmeno, in estrema periferia; deve essere, comunque, facilmente accessibile (soprattutto agli automezzi di pronto intervento).
Inoltre, deve essere dotata di Area verde, onde consentire agli ospiti la possibilità di periodi di vita all’ aria aperta.

. STRUTTURA ARCHITETTONICA: Deve essere coerente con il Pensiero di LUDWIG MIES VAN DER ROHE (grande architetto tedesco-americano), secondo il quale “LA DIVINITA’ E’ NEI DETTAGLI“; questa affermazione, in effetti, coglie, in modo preciso, la vera natura di ogni organismo complesso, che venga a trattare, simultaneamente, di architettura e di finalità sociali.
Uscendo di metafora  e parlando in termini concreti, occorre ribadire che la concezione architettonica deve essere limitata ad edifici di modeste o medie dimensioni, senza o con pochissimi piani sovrapposti; inoltre, deve essere ispirata al rispetto delle esigenze di privacy degli anziani e deve tener conto delle esigenze di “umanizzazione” degli spazi, al fine di creare, all’ interno della struttura, condizioni di vita ispirate a quelle godute dagli ospiti al proprio domicilio.
Infine, il progetto deve prevedere la massima razionalità operativa ed, in questo contesto, l’eliminazione integrale delle barriere architettoniche.

. ORGANIZZAZIONE INTERNA DELL’ EDIFICIO: Deve essere  impostata secondo lo schema dei “NUCLEI MODULARI” (dotati di servizi logistici autonomi), garantendo l’integrazione tra spazi privati e personalizzati e spazi comuni, rivolti alla socializzazione spontanea e favorendo, nel contempo, le interrelazioni interne ai singoli nuclei, ed inoltre  tra i diversi nuclei ed, infine, tra il complesso della struttura e l’esterno.

. ARTICOLAZIONE FUNZIONALE DEI SERVIZI: All’interno della Struttura, debbono essere presenti i seguenti servizi:
– AREA ABITATIVA (camere e/o alloggi con relativi servizi igienici);

– SERVIZI DI NUCLEO PER 15-20 OSPITI (sala soggiorno – gioco- TV – cucina, saletta pranzo);

– SERVIZI DI VITA COLLETTIVA (ingresso – portineria – posta – telefono – soggiorno comune – bar ristorante – locali per il culto – sala polivalente);

– SERVIZI SANITARI (ambulatori – fisiochinesiterapia – palestra);

– SERVIZI AUSILIARI E SERVIZI GENERALI ( cucina – lavanderia – magazzini etc.)

. NUMERO DEGLI OSPITI: può variare, in rapporto alla capacità recettiva dello stabile, da 20 a 40 a 60 posti, sino ad un massimo di 120 posti (sempre organizzati in NUCLEI di 20 persone)

. PIANTA ORGANICA DEL PERSONALE: Deve essere dotata di Personale Sanitario ed Assistenziale professionalmente preparato ed adeguato numericamente.

Ecco, carissimi amici, ho finito; spero di non avervi annoiato o addormentato.
In ogni caso, prima di chiudere gli occhi nei vostri sogni, domandatevi con Simone De Beauvoir  ” COME DOVREBBE ESSERE  UNA SOCIETA’ PERCHE’, NELLA SUA VECCHIAIA, UN UOMO POSSA RIMANERE TALE?
LA RISPOSTA E’ SEMPLICE: BISOGNEREBBE CHE EGLI FOSSE SEMPRE  STATO TRATTATO COME UN UOMO.”

8 Ottobre 2008           Aldo Pastore

COMMENTO FINALE

Purtroppo, le mie PROPOSTE DI ALLORA SONO CADUTE NEL VUOTO o, se volete, NEL MONDO DEI SOGNI.

LE CONSEGUENZE SONO QUELLE DESCRITTE DA GUIDO FILIPPI:

  • DANNI DI ANZIANI
  •  DANNI ALLE LORO FAMIGLIE
  •  DANNI AI BILANCI DELLO STATO E DALL’INTERA ECONOMIA NAZIONALE

Ma è possibile rimediare: c’è tempo… c’è tempo… c’è tempo

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