Augurio

Un augurio

 Un augurio.

Non stiamo diventando troppo seri? Sicuramente è un grave momento, in cui tutto pare andare a rotoli ma, se però continueremo ad essere quelli di sempre, potremo sperare. Un tempo esisteva  maggiore serenità, non tanto perché il mondo fosse migliore, ma perché i nostri vecchi erano in grado di guardarlo con gli occhi della speranza, con ottimismo.

L’ ottimismo che dobbiamo ritrovare in noi. Per una buona iniezione di fiducia, in fondo, basterebbe riconoscere che siamo sempre gli stessi, se osserviamo le regole, ci dedichiamo agli altri, siamo solidali, conserviamo i valori fondamentali ed operiamo concretamente perché essi non vengano depauperati.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato la situazione politica con la nascita del governo Monti: “Non penso che il mare tempestoso in cui fino a ieri ci siamo mossi sia tutto a un tratto diventato una tavola – ha detto il Capo dello Stato – avremo ancora un mare incrinato, mosso”.

 “Savona. La mareggiata del 16 dicembre 2011.” —–

Quindi, quando anche lo Stato sembra smarrirsi come una “nave senza nocchiere”, dobbiamo essere promotori individuali di un senso di fiducia, sentendoci forti e certi dei sentimenti che ci sorreggono e ci inducono a guardare, se non con gioia, certamente con speranza ai giorni che verranno.

Evitiamo l’insidia dello svilimento e del malcostume, che ci precludono ogni possibilità di recupero, portando, oltre ad un comportamento esemplare, un sorriso nella vita comune: pensieri positivi, amicizia e fratellanza ovvero comuni intenti.

Ce l’ hanno insegnato i nostri Padri, ce lo chiedono oggi i giovani, che sono il nostro destino. 

 A questo punto ad ognuno il suo … un esempio a me viene dalle conversazioni con Maria Teresa, un’amica con qualche anno in più, la quale per i consueti saluti natalizi sono stato a trovare in questi giorni.

Mi avvincono certi suoi racconti. La storia di una giovane donna di terra bresciana, figlia di un’epoca storica di grandi cambiamenti sul piano politico, economico e culturale, di lotte e sacrifici, rinunce e conquiste, duro lavoro e sofferenze, lutti e privazioni.

Le vicende alterne di una intera generazione di italiani, che, nelle vicissitudini dolorose della seconda guerra mondiale e del periodo immediatamente successivo, hanno visto compiere e realizzarsi un passaggio decisivo del loro umano divenire.

Provo ammirazione per queste belle storie di forza e coraggio, in cui tutto è stato trasformato e modificato, ma pur sempre ancorato ai canoni genuini e autentici del quotidiano, con il suo portato di sacrificio e lavoro, dolore e amore.

Maria Teresa sa cogliere queste vicende, con precisione e grande capacità di introspezione, con le tante sfumature dell’animo femminile, che emerge soprattutto dalle descrizioni dei momenti più intimi della sua storia di donna, moglie e madre.

Il coraggio delle prove più dure, nei suoi momenti di lavoro e sacrificio, passione politica e amorosa, amarezza e pianto, gioia e dolore, sogno e speranza, ottimismo. Sì, perché l’ottimismo è il profumo della vita, i cui altri ingredienti sono colore, energia, positività … divertimento.

E qui arriva un’altra lezione fondamentale che proviene dai nostri vecchi: armonia, passione, spirito di gruppo e qualche sano momento di svago…. non abbandonate mai i passatempi semplici e puliti, anche nei momenti difficili….!

I passatempi, templi della fantasia ed espressione di una cultura oggi smarrita, nel panorama desolato delle dipendenze patologiche tra i giovani, e non solo, che la società ci offre …. Alla fine il tempo libero viene completamente assorbito dal lavoro e dalle ansie e non c’è più.

Anche in questo caso, mi ritengo fortunato per un’altra significativa esperienza che quest’anno sono stato indotto a fare …..

Il ballo, che nel dopo guerra univa le varie famiglie come unico momento d’incontro e svago, oggi è una realtà che sta riavvicinando le persone,facendo crescere la voglia di stare e creare insieme.

Il ballo non è solo sport ma un momento d’incontro, un sano diversivo e un sistema per trovare amici.

Da un punto di vista psicologico, infatti, il ballo concorre sia a formare la propria identità in maniera più diretta e consapevole, sia a stare con gli altri in forma più libera e sicura.

 “Io ed il ballo…” —–

Per i giovani è una disciplina che porta a sottostare a determinati schemi, a non infrangere le regole, quindi un’ esperienza altamente formativa. Un approccio semplice e naturale per aiutarli a non cadere in errori.

E poi il ballo non è peccato ….. se non in tutte le sue forme, almeno ufficialmente nel caso del tango.  In calce riporto un simpatico aneddoto che vede per protagonista Papa Pio X, con cui proprio Maria Teresa annovera una parentela….

Vi ho reso alcune mie testimonianze personali ma chiunque può certamente fare meglio e di più: attraverso  percorsi di crescita personale, che prendono in considerazione l’individuo nella sua totalità di corpo, mente, spirito ed emozioni, per favorire lo sviluppo delle potenzialità intrinseche in ciascuno di noi.

Una luce di fede profonda e tenace speranza, che predispone l’animo ad accogliere con serenità i doni che Dio vorrà ancora elargire.

Con questo auspicio porto il mio saluto agli amici che leggono ed ai loro cari, in particolare a tutti rivolgo di cuore l’augurio di Buon Natale e di un sereno nuovo anno.

Antonio Rossello

(Testo tratto Da Wikipedia, l’enciclopedia libera) :

 

Ai primi del Novecento, il tango cominciava a sottrarre spazio in Europa al valzer e alla polca. Di fronte alle richieste d’interdizione delle autorità ecclesiastiche, si narra che il Papa Pio X avesse chiesto che una coppia di ballerini gli fornisse un’idea precisa del nuovo ballo, per valutarne direttamente, di persona, gli aspetti scandalosi. Avvenuta l’esibizione davanti al Pontefice, il Papa avrebbe detto:

 

«Mi me pàr che sia più bèo el bàeo a ‘ea furlana; ma nò vedo che gran pecài ghe sia in stò novo bàeo!»

(A me sembra che sia più bello il ballo alla friulana; ma non vedo che gran peccato vi sia in questo nuovo ballo!)»

Dispose perciò la revoca della sanzione ecclesiastica prevista per chi lo avesse praticato.

 

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