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Invito ai lettori di "Trucioli" aperto per chi avesse curiosità o suggerimenti per la pubblicazione di nuovi interventi
NO consulenze o simili


 

 

Circolo culturale filatelico numismatico savonese
 

Via Sormano 11
17100 Savona

Dario Ferro

Genova
Scudo con la Madonna del 1665
Serenissimi dogi

Stefano De Mari e, dal 18 aprile, Cesare Durazzo

 

 
 
 Scusa la domanda sciocca, non riesco ad avere un'idea del
 valore attuale di monete così antiche, o anche solo della facilità a
 reperirle in giro.
 Bello però, il pensiero che siano passate in mano a gente così lontana nello
 spazio e nel tempo... viene quasi voglia di approfondire
 Sara

 

...nessuna domanda è sciocca, ma puo' benissimo esserlo una risposta :-)

In linea di principio occorre considerare che la moneta è sempre stata un prodotto sostanzialmente industriale, nei metodi ma anche nelle quantità, anche se spesso oggi è difficile realizzarlo immediatamente.

- Nei metodi perché è stato uno dei primi beni dei quali l'uomo ha avuto necessità di approvvigionarsi in volumi ingenti + con costi limitati (da sempre, inoltre, lo stato ha cercato di fare dell'emissione di moneta una attività lucrosa, direttamente o più spesso tramite appalti controllati). Non a caso molte innovazioni tecnologiche sono nate nelle zecche, l'uso stesso dei caratteri mobili a stampa nasce nelle officine monetarie, l' "invenzione" è stata l'applicazione alla carta non già l'uso in sé dei punzoni intercambiabili (immagino quante persone, leggendo queste poche righe, potranno sobbalzare sulla sedia)

- Nelle quantità perché pochissimi altri beni hanno avuto un tale carattere di "serialità", con tipi "fissi" e standardizzati secondo regole e leggi definite (si potrebbe prendere come altro esempio l'industria dei chiodi, ma si capisce come sia comunque ben altra cosa).

Specialmente per quel che riguarda l'impero romano, poi, immagina che una entità politica di tali dimensioni, dovendo produrre circolante con cui riempire i borselli della popolazione di un intero continente, ha dovuto coniare decine di miliardi di monete, ed alcune singole emissioni in centinaia di milioni di pezzi; quelle ritirate e smarrite sono state sì molte, ma, specialmente per i metalli poveri, le quantità di ciò che è andato distrutto per essere rimonetato o utilizzato per altri scopi sono comunque state percentualmente molto basse quasi sempre.

Tanto per dare un'idea... 5 anni fa i governi europei hanno ritirato le vecchie divise nazionali, inclusa la nostra lira, e basta pensare a quante monete sono rimaste in giro (chi di noi non ne ha conservato, volontariamente o no, una manciata? per ricordo, dimenticata, persa, ecc ecc). Nell'antichità questo non succedeva quasi mai.. le monete circolanti, al cambio di sovrano o entità politica, restavano quasi sempre in circolazione (per i metalli nobili, anche perché il valore nominale altro non era se non il valore reale del metallo per cui a nessuno importava di ritirarle salvo qualche eccezione).

Le monete sono un bel modo per avere un pezzo di passato tra le proprie mani, autentico, legale (fatti salvi scavi clandestini, furti o simili, beninteso), e quasi sempre economico (comunque non paragonabile a qualsiasi altra "antichità", anche solo un mobile per non parlare di quadri o oggettistica, ecc.). Proprio per il fatto che "mediamente" le monete "antiche" sono molto comuni (le medioevali un po' meno, in linea generale, per ovvie ragioni di uso più circoscritto, ma hanno anche meno mercato), di solito si trovano con pochi soldini.

Qualche esempio

- Un denario d'argento della Roma repubblicana (I - II sec. a.Cr.) in conservazione decorosa, ben leggibile, si trova con 60-70 euro. Lo stesso per un denario imperiale se di imperatori comuni (Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Vespasiano, Traiano, Caracalla..)

- Per un bronzetto del tardo impero romano (IV secolo) perfetto o quasi, una decina di euro

- Un bel denaro di Genova del XII-XIII secolo si trova per 20 euro

- un bel "grosso" d'argento del nostro papa savonese Giulio II Della Rovere si puo' reperire con un po' di oculatezza per un centinaio di euro (sono care invece le grandi piastre papali sei-settecentesche, più economici gli spiccioli)
 

 

Una curiosità.. non numismatica, della Liguria annessa all'Impero Francese - Lettera di cambio data a Porto Maurizio
da pagarsi a Genova per lire 5134 e soldi 17
(equivalenti, indicativamente, a 20mila euro di oggi)

Dario Ferro


Arrivederci alla prossima settimana con: domande e risposte
... a voi la parola!
 


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