Invito ai lettori di "Trucioli"
aperto per chi avesse curiosità o
suggerimenti per la pubblicazione di
nuovi interventi |
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Circolo culturale filatelico numismatico savonese |
Dario Ferro |
Genova Stefano De Mari e, dal 18 aprile, Cesare Durazzo |
...nessuna domanda è sciocca, ma puo'
benissimo esserlo una risposta :-)
In linea di principio occorre
considerare che la moneta è sempre stata
un prodotto sostanzialmente industriale,
nei metodi ma anche nelle quantità,
anche se spesso oggi è difficile
realizzarlo immediatamente.
- Nei metodi perché è stato uno dei
primi beni dei quali l'uomo ha avuto
necessità di approvvigionarsi in volumi
ingenti + con costi limitati (da sempre,
inoltre, lo stato ha cercato di fare
dell'emissione di moneta una attività
lucrosa, direttamente o più spesso
tramite appalti controllati). Non a caso
molte innovazioni tecnologiche sono nate
nelle zecche, l'uso stesso dei caratteri
mobili a stampa nasce nelle officine
monetarie, l' "invenzione" è stata
l'applicazione alla carta non già l'uso
in sé dei punzoni intercambiabili
(immagino quante persone, leggendo
queste poche righe, potranno sobbalzare
sulla sedia)
- Nelle quantità perché pochissimi altri
beni hanno avuto un tale carattere di "serialità",
con tipi "fissi" e standardizzati
secondo regole e leggi definite (si
potrebbe prendere come altro esempio
l'industria dei chiodi, ma si capisce
come sia comunque ben altra cosa).
Specialmente per quel che riguarda
l'impero romano, poi, immagina che una
entità politica di tali dimensioni,
dovendo produrre circolante con cui
riempire i borselli della popolazione di
un intero continente, ha dovuto coniare
decine di miliardi di monete, ed alcune
singole emissioni in centinaia di
milioni di pezzi; quelle ritirate e
smarrite sono state sì molte, ma,
specialmente per i metalli poveri, le
quantità di ciò che è andato distrutto
per essere rimonetato o utilizzato per
altri scopi sono comunque state
percentualmente molto basse quasi
sempre.
Tanto per dare un'idea... 5 anni fa i
governi europei hanno ritirato le
vecchie divise nazionali, inclusa la
nostra lira, e basta pensare a quante
monete sono rimaste in giro (chi di noi
non ne ha conservato, volontariamente o
no, una manciata? per ricordo,
dimenticata, persa, ecc ecc).
Nell'antichità questo non succedeva
quasi mai.. le monete circolanti, al
cambio di sovrano o entità politica,
restavano quasi sempre in circolazione
(per i metalli nobili, anche perché il
valore nominale altro non era se non il
valore reale del metallo per cui a
nessuno importava di ritirarle salvo
qualche eccezione).
Le monete sono un bel modo per avere un
pezzo di passato tra le proprie mani,
autentico, legale (fatti salvi scavi
clandestini, furti o simili, beninteso),
e quasi sempre economico (comunque non
paragonabile a qualsiasi altra
"antichità", anche solo un mobile per
non parlare di quadri o oggettistica,
ecc.). Proprio per il fatto che
"mediamente" le monete "antiche" sono
molto comuni (le medioevali un po' meno,
in linea generale, per ovvie ragioni di
uso più circoscritto, ma hanno anche
meno mercato), di solito si trovano con
pochi soldini.
Qualche esempio
- Un denario d'argento della Roma
repubblicana (I - II sec. a.Cr.) in
conservazione decorosa, ben leggibile,
si trova con 60-70 euro. Lo stesso per
un denario imperiale se di imperatori
comuni (Adriano, Antonino Pio, Marco
Aurelio, Vespasiano, Traiano, Caracalla..)
- Per un bronzetto del tardo impero
romano (IV secolo) perfetto o quasi, una
decina di euro
- Un bel denaro di Genova del XII-XIII
secolo si trova per 20 euro
- un bel "grosso" d'argento del nostro
papa savonese Giulio II Della Rovere si
puo' reperire con un po' di oculatezza
per un centinaio di euro (sono care
invece le grandi piastre papali
sei-settecentesche, più economici gli
spiccioli)
Una curiosità.. non numismatica, della
Liguria annessa all'Impero Francese -
Lettera di cambio data a Porto Maurizio
da pagarsi a Genova per lire 5134 e
soldi 17
(equivalenti, indicativamente, a 20mila
euro di oggi)
Dario Ferro
Arrivederci alla
prossima settimana con: domande e risposte
... a voi la parola!
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ingresso libero
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