Pessime abitudini, sogni e progetti

G.A.OZENDA \ 6.5.2006 \ g.ozenda@libero.it )  ( GO \ SV_Analisi_57 \ 6.5.2006 )   versione stampabile

Ho letto con un amaro sorriso di compatimento la lettera con cui si deplora la prossima presenza a Savona di due esponenti della sinistra “ufficiale” ma invitati da un gruppo alternativo, evidentemente considerato indegno di tale onore …leggi...La stizzita irritazione dell’autore della missiva, che spesso assume il ruolo di profeta illuminandoci su problemi idrici epocali, mi pare un bella espressione di razzismo politico ( peraltro tanto diffuso nella nostra piccola e torva comunità cittadina ) e rivela una volta in più come in realtà si abbia molta paura di ogni vero cambiamento, anche se minuscolo o solo accennato.

Non condivido molto del programma elettorale di “A Sinistra per Savona”, variegato gruppo aggregato sulla base di sentimenti di protesta senz’altro condivisibili ma le cui proposte, nonostante il tono apodittico di molte dichiarazioni, mi paiono troppo farraginose e generiche; ma francamente non mi riconosco nella filosofia di chi sostiene ( e sono molti: rifondatori rossi, riformatori verdi, fiorai bianchi, opportunisti policromi, ecc.) che “essere dentro una maggioranza è meglio che esserne fuori”, perché continuo a non capire come si possa condizionare un sistema di potere, ripetutamente e da più parti criticato, partecipandovi e per di più accettando supinamente l’egemonia dello stesso partito che, facendo ruotare qualche personaggio nei posti di comando, illude i propri devoti di avere rinnovato qualcosa.

Purtroppo, come ci insegna l’aritmetica ( che l’ideologia non riesce ancora a condizionare ) e l’esperienza conferma, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.

Quando ci si lamenta della blindatura del “sistema di potere” e della sua impermeabilità a proposte di cambiamento, perché nessuno si chiede come si mantenga in vita tale sistema? La colpa è degli extraterrestri o di chi elegge fideisticamente i propri rappresentanti sempre all’interno della stessa area politica, non tanto per adesione progettuale ma per conformismo o, peggio, per banale convenienza?

Ho partecipato fiducioso fin dallo scorso anno a numerosi incontri ( inevitabile preludio alla campagna elettorale ) organizzati da varie forze politiche tradizionali o da gruppi alternativi in Savona e dintorni, ma, esaurite le conferenze di qualche coraggioso esponente dell’intellighentsia locale e terminata la presentazione dei programmi di vari partiti e partitini, tutto sembra essere tornato ad una disgustosa stagnante normalità, in attesa di una farsa elettorale che forse servirà solo per qualche rifinitura interna al sistema. Resiste solo il “dibattito telematico”, che mi pare però ridotto a collezione di lamentele consolatorie, di astruse disquisizioni politologiche o di raffinate dissertazioni filosofiche ( forse anche un po’ narcisistiche ), senza trascurare le inevitabili conformistiche dichiarazioni di qualche esponente politico.

Pur invocando programmi e progetti, occupazione e stabilità, innovazione e competitività, decrescita e sostenibilità, troppo spesso questi termini rappresentano per molti soltanto opportunistici argomenti per conferenze pre-elettorali e non obiettivi pragmatici: tutti i programmi elettorali pubblicati ( naturalmente farciti da termini come alternativa, innovazione, sistema, socialità, partecipazione, ambiente… ) mi paiono espressione del più vieto conformismo perchè, nonostante una sostanziale concordanza nella diagnosi dei problemi locali, nessuno propone percorsi davvero efficaci per far emergere dalla mediocrità una comunità forse irrimediabilmente condannata alla pura sopravvivenza se non addirittura all’estinzione.

D’altronde governare la complessità è difficile e nessuno è un mago, nemmeno a sinistra...

Purtroppo nella nostra città pare inconcepibile convincersi che si può riuscire ad destabilizzare il regime dominante: primo impedimento mi pare la diffusa mentalità da sudditi e la convinzione di non poter far nulla che spinge molti ( soprattutto giovani ) a rifugiarsi nella logica consolatoria della caccia allo stipendio per pagarsi vacanze analgesiche, dimenticando la forza potenzialmente eversiva del voto ( trovo perfetta la definizione di militanti a pagamento di M.Leverone \ A sinistra per Savona ). Ma è molto più difficile tentare di immaginare attività originali ad alto valore aggiunto, copioso contenuto culturale e basso impatto ambientale, che possano caratterizzare la città e permettere, superando la gestione della quotidianità, di proiettarla verso il futuro: questi sono per me i veri problemi di Savona.

Continuo a sospettare che chi si accontenta soltanto di essere intorno al timoniere della “barca Savona” senza disturbare troppo o tutt’al più cercando di deviare appena la barra del timone, comunque presidiata a un fitto manipolo di scherani del gruppo dominante, si accodi solo per partecipare al banchetto dei privilegi e delle cariche: si giustifica quindi il timore che qualunque ondata al traverso possa trascinare tra i flutti chi è appena riuscito ad aggrapparsi alla battagliola …

Preferisco decisamente chi sceglie di essere “contro” o meglio “altro”, anche se con obiettivi confusi:spero che arrivi il momento in cui ci si accorgerà della necessità, come preludio ad un vero cambiamento della città e della provincia, di ipotizzare non solo un’alternativa partitica ( non ridotta però a complicate alchimie di rapporti ) ma di concepire un nuovo modello di sviluppo diverso da quello attuale che postula pervicacemente il sistema portuale savonese come unico possibile motore dell’economia locale.

Un progetto di questo tipo ( di cui sono autore )...leggi... è da tempo disponibile ed attende di essere condiviso da chi non vive nell’ossessione della profittabilità o non è prigioniero della camicia di Nesso dell’ortodossia ideologica. Qualcuno ne sarà capace?

Giuseppe A. OZENDA