Un lettore di sinistra, ignaro della politica savonese, concluderebbe certamente che la situazione denunciata da Luciano Angelini  non possa che essere stata provocata da un lungo dominio incontrastato della bieca reazione di destra, notoriamente amica e serva dei padroni. Invece…

L' OPINIONE DI EMILIO BARLOCCO

 Dirigente di Forza Italia
 

Effettivamente, l’accorato articolo di Luciano Angelini...leggi... molto mi stimola, per la sua disarmata onestà e per la pesante denuncia che contiene. Ed allora, ecco la mia modesta opinione, lusingato dal fatto che essa possa interessare a qualcuno.

Un lettore di sinistra, ignaro della politica savonese, concluderebbe certamente che la situazione denunciata dall’articolista non possa che essere stata provocata da un lungo dominio incontrastato della bieca reazione di destra, notoriamente amica e serva dei padroni. Invece…

Invece, proprio qui sta il perno pivotante della politica italiana, proprio qui sta il grande equivoco del ventesimo secolo, che finalmente – mentre il ventunesimo sta appena entrando in prima elementare - viene faticosamente alla luce.

E’ difficile comprimere entro la ragionevole sintesi di un intervento come questo, un argomento che andrebbe sviluppato in un libro composto da alcuni tomi.

Può sembrare che io voglia sfruttare questo sasso lanciato da Angelini su Savona per generalizzare e “farla troppo grossa”.

Non è così: non si può capire ciò che accade a Savona con le amministrazioni di sinistra, specialmente con le più recenti, se non si capisce che lo schema “destra-sinistra” che domina ed avvelena la vita italiana da un secolo è - ed è sempre stato – fasullo ed oggi esplode nelle mille schegge delle sue contraddizioni e dei suoi colpevoli equivoci.
Questo è però il capitolo più lungo di quel libro in più tomi e lo lasciamo perlomeno alla prossima occasione.

Limitiamoci per ora a registrare la lacerazione profonda che si consuma all’interno della sinistra, in cui si fronteggiano proprio le due anime, quella  ancora sinceramente legata al Popolo dei diseredati e dei deboli e contraria a certi privilegi “ereditari” e quella che ha perso la propria identità e si professa  - con  molta improntitudine e bestemmiando i propri padri -  liberale e liberista, spesso scivolando magari inconsapevolmente in una scomposta deriva libertaria.

Quest’ultima, che chiamerei “ex sinistra”, ha assimilato tutti i difetti del liberismo più sfrenato (che gli stessi liberali hanno ormai superato da circa un secolo) mantenendo contemporaneamente la pretesa di essere i rappresentanti del Popolo; essi hanno trattato con i “Padroni”, sedendosi troppo spesso al loro tavolo (che profuma di cibo prelibato ed offre facili comodità) ed ora ne sono spesso i più fidi servitori.

Ed ecco che “stranamente” i cosiddetti “poteri forti” si trovano sempre alleati di questa sinistra, combattono Berlusconi e tutto il Centro-Destra.

Qualcuno si chiede, talvolta, perché ad avercela tanto con il Centro-Destra siano principalmente i cosiddetti “poteri forti” e non il Popolo dei meno abbienti?

Ancora, perché Berlusconi stesso non fa parte di quel ristretto giro di personaggi che vivono - non sul far crescere le aziende - ma sul gioco in borsa e sui giochi collaterali, che hanno prodotto gli scandali che sappiamo? Eppure Berlusconi è forse  l’uomo più ricco d’Italia, chi sarebbe più titolato di lui a far parte di quel club esclusivo?

Club fatto però di gente che in politica non si espone mai in prima persona, ritenedendo più prudente e proficuo tirarne i fili da dietro le quinte.

Tornando a Savona, nessuno deve quindi stupirsi se tutto ciò che le due ultime giunte hanno fatto si è ridotto all’avvio di alcuni grandi affari privati, di alto livello, avendo nel contempo del tutto trascurato l’interesse collettivo.

Non sarà certo un liberale, quale io mi vanto di essere praticamente dalla nascita, a negare la libertà di impresa ma - e qui sta la differenza tra un liberale ed un affarista - nessuna impresa deve essere consentita ove essa leda, o trascuri, gli interessi collettivi. (Breve nota: il liberale può essere tanto povero quanto ricco, mentre l’affarista, se non è scemo o sfortunato, è sempre ricco e non è mai liberale).

Nessuna Amministrazione Pubblica ha dunque il diritto di favorire le iniziative che vanno a vantaggio di pochi, se ad esse non si accompagna il soddisfacimento e la cura dell’interesse collettivo.

Questo principio si trova tra quelli basilari su cui si fonda la proposta del Centro-Destra sia per Savona sia per l’Italia. Esso - invece - non si trova affatto tra i principi della sinistra “governativa” e ne abbiamo avuto ogni possibile dimostrazione, localmente, come a livello nazionale.

Emilio Barlocco                                Stella,15 febbraio 2006