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Viaggio andata e ritorno, con tappe nelle redazioni di Secolo XIX e La Stampa

Imperia, sorprese di Antonio Ricci che presenta:

ribalta a D’Urso, Pizzimbone, Baratto, Corona

    a cura di Belfagor senior


Maria Beatrice Baratto

Imperia – Non immaginavo di dover correre ad Imperia. Dove Belfagor è sconosciuto ed ignorato. Nulla sanno di questo diavolo delle bugie, targato Savona. Nel municipio del capoluogo ponentino trovo l’elenco, lungo e radioso, del “sostienimi” del giovanissimo ed amato neo sindaco Strescino. Leggo due nomi: Lucia Scajola (vedi… da Panorama) e Maria Beatrice Baratto. A fianco, la professione. Giornalista. Alla fine un “pubblico ringraziamento” del primo cittadino. Giornaliste indipendenti e tifose. Libera scelta e libera professione. 

  Non è per questa ragione che quel diavolaccio di “padrone dell’inferno” ha raggiunto questa terra promessa. Tutta colpa di quell’Antonio Ricci, ottimo albenganese-alassino, di Striscia la notizia, che ha scaricato su otto milioni di telespettatori italiani (Canale 5) una doppietta che ha fatto saltare sulla sedia, a quanto pare, molti colleghi, soprattutto del ligurissimo Decimonono. E qualche salotto.

Faccio un balzo in avanti, altrimenti i miei fedeli seguaci, pure cattolicissimi, si perdono nel dedalo infernale. E’ lo stesso Secolo XIX del 14 dicembre scorso, a chiarire, a due colonne, pagina 7: <Una giornalista imperiese ha pagato il re dei paparazzi- Denuncerò Corona per truffa, diecimila euro per andare in tv>.

Ecco spiegata una piccola parte della trasferta di Belfagor, il protettore dei peccatori in terra. Intanto come non ringraziare quel mio protetto di Ricci, senza il suo aiuto non avrei potuto leggere neppure, nel sottotitolo del servizio televisivo la scritta: Beatrice Baratto (Giornalista-Il Secolo XIX).

Qualche amico, tanto tempo fa, al giornale storico dei liguri, arrivato a vendere fino a 183 mila copie, di domenica (gli anni del direzione Rognoni- Rizzuto), mi sembrava di averlo. Sfoglio e risfoglio agende, archivi. Baratto proprio non la trovo.

E allora mi travesto da diavolo e mi presento in redazione, al grattacielo. “Posso parlare con la giornalista Baratto?>.  Non rivelerò mai l’interlocutore. E’ imbarazzato, incerto sul da farsi. <Scusi, cosa desidera?>.

Io, diavolo, serio: <Ho uno scoop su Fabrizio Corona, ho visto il servizio di Striscia…Anch’io…>. <No, no, guardi…succede che…credo che sarà assente per qualche periodo…>.

Già, ma chi è la giornalista pubblicista che ha messo in serio imbarazzo <anche il nostro comitato di redazione>, l’organismo sindacale interno del giornale.

<Guardi che qui è arrivata come collaboratrice sportiva, a fine anni novanta. Se non sbaglio era sposata con Masoero…ambiente calcistico…lei è stata procuratrice sportiva…>.

Nel bar poco lontano ho ascoltato l’immancabile pettegolo. Parlando del caso Beatrice dice: <Curava sul Secolo la rubrica “La donna nel pallone”.

E tra gli habitué un altro: <E’ la compagna di un ex uomo della scorta di Sandro Scajola…ora lavora in …e fa l’artificiere>.  Due figli: uno dal primo compagno.

Come sono informati questi sportivi imperiesi. Peccato che le notizie se le tengono per loro. Altrimenti altro che “pettegolezzi”, non da codice penale, sull’inesauribile fonte di “Striscia”.

E poi, mi “congeda” quel del Secolo XIX imperiese: <basta scorrere internet…>. Cosa vorrà dire?  Che devo parlare con il “capo” di Genova, il bravo Luigi Leone, ex capo proprio nella redazione di Imperia. Oppure, al futuro capo ufficio stampa del casinò, cosi si sussurra, Roberto Berio,  pare in aspettativa dal Secolo XIX, a sua volta un capo caduto in disgrazia nella sua terra. I “politici” non perdonano sgarri. Sono vendicativi. Non gli unici.

Se mi trasferisco alla redazione de La Stampa, nella mia pervicace ricerca, sottovoce mi dicono: <Perché non parla a Savona con Onofrio, è il capo di tutto il ponente ligure, o al suo vice Sangalli, oppure chi sovrintende le pagine imperiesi, Pellissone?...è stato capo a Sanremo, troppo onesto…troppo timoroso…>.

Scusate, ma Belfagor non fa mica lo 007. Volevo sapere qualcosa della giornalista Maria Beatrice Baratto, originaria di Vercelli.

Risposta da redazione di giornale Fiat: <Se vuole saperlo è una concittadina di Pier Paolo Pizzimbone, uno dei big in Italia, di Biancamano, diventata la numero uno   dopo l’acquisto di Manuntencoop; 3200 dipendenti, 3 mila automezzi, bilancio previsto del gruppo 260 milioni>.

Scusi, ma  lei è esperto di economia? Risposta <Legga il nostro concorrente cosa ha scritto in modo esauriente in cronaca nazionale l’8 settembre 2009, con tanto di fotografie. C’è anche Marcello Dell’Utri…>. Cosa c’entra il siciliano pieno di grattacapi e dispiaceri, alle prese con…?

<Qui nell’imperiese, ma anche ad Alassio, ci sono i Circoli del buon governo…la cosa ha dato molto fastidio al nostro ministro…si è arrabbiato davvero…>.

In tutta confidenza <…io non so nulla e non le ho detto nulla, la D’Urso  della trasmissione televisiva mi pare sia la compagna di Pier Paolo Pizzimbone, spesso si vedono insieme, li ho visti anche ad Alassio,  c’era il sindaco…; ha letto gli articoli della Baratto…ormai l’hanno proiettata in cronaca nazionale. Firma interviste a  big dell’industria, come Noberasco, “re della frutta secca” in Italia e albenganese doc; i Riva…fa pezzi importanti per Il Secolo XIX…io penso che abbiano finalmente capito le sue doti giornalistiche per troppi anni ignorate…diciamo valorizzata in ritardo…>.

Scendendo le scale, mi viene da pensare. <Questo giornalista, sarà per caso uno di quei fratelli massoni che sanno tutto di tutti… >.

caso baratto corona

A volte giornalisti capaci. Io che ho frequentato le logge rivierasche e del basso Piemonte, ricordo quel Francesco Bianchi, già a capo della redazione imperiese del Secolo XIX, ai suoi tempi il giornale vendeva il triplo delle copie di oggi sulla piazza imperiese.

Finalmente dovrei aver intuito perché i “capi” del Decimonono saranno ricorsi a Beatrice: rimontare nelle vendite. E già un risultato, grazie a Striscia, l’hanno avuto. Tutti gli imperiesi, potenziali lettori, avranno potuto seguire in diretta i talenti nascosti di fustigatrice antitangenti.

I dubbi restano, mentre torno nell’inferno savonese. E se qualcuno volesse impiccare questo diavolo con bufale?

Alloro controllo e verifico anche su internet e scopro che. 

Beatrice Baratto è presente, con tanto di foto di gruppo, sulle pagine de “L’Alassino” del 17 giugno 2003, sotto il titolo accattivante “Sesso e Sport”. Ma al mio amico Ricci, come può essere sfuggito. La giornalista fa opera educatrice a fin di bene. Lo stesso periodico, storico e ricco di testimonianze, gli dedica un secondo pezzo, a firma di Barbara Testa, il 4 settembre 2009, dal titolo <Miss Muretto, via agli “esami”>.

Gatta ci cova. Non è possibile che il bravo Antonietto abbia perso il peregrinare Baratto tra Imperia e la sua Alassio. E’ tra i fans che vogliono promuovere la giornalista sportiva “free lance” in “opinionista” televisivo di successo?

Con l’aiuto palese del Secolo XIX che affida a lei (non ai giornalisti professionisti della redazione) l’intervista di spessore all’industriale Noberasco, via Confindustria imperiese, con due pezzi in nazionale e pagina locale.

Un’eccezione? Neanche per sogno. Il 20 settembre, dalle pagine nazionali, la collaboratrice dell’edizione imperiese Baratto firma l’intervista ad un altro boss (in senso positivo, non di cosca). Titolo da Decimonono: <L’accusa. Riva “Così l’Italia ha tradito la nautica>. 

Altro che “giornalista del Secolo XIX che accusa  il “re del gossip” di averle chiesto denaro per…”.

Se non fossi io il vero diavolo, vi racconterei che di fatto la Beatrice …mi fa leggere, via internet… Il Secolo XIX…Il Sole 24 Ore….  15 giugno 2009, inviata al “Grande Fratello per cambiare vita…a Savona.

Il testo fedele, con dovuta firma: <…Ore 22, si accendono le luci e parte la sigla…Gianni Rossi fa da mattatore della serata. Carmine Esposito che ha gestito l’evento, non nasconde la stanchezza ma anche la soddisfazione. In molti attendono l’arrivo di qualche Vip, poi si parla della presenza del sindaco di Alassio, Marco Melgrati (il conte, ndr), dell’imprenditore Pier Paolo Pizzimbone, chissà perché accumunato al reality.> Sic!

Ma forse, dico io, sarà un omonimo, come pure il suo amico sindaco di Alassio. Insieme un imprenditore di successo ed un professionista-sindaco di successo non possono perdere tempo per queste  mondanità provinciali. Al massimo possono fare qualche festicciola “osè” in quel di Alassio, rallegrare commensali illustri. Meglio se miliardari e di bella presenza, femminile, “tettone” e “sculaccione” soprattutto.

Proprio io Belfagor che ho benedetto anche quel “ballo a dorso nudo”, con un altro Noberasco illustre e messo in rete l’intero filmato di Silvio Fasano su Trucioli Savonesi (vedi….,) senza pietà. Monsignor Angelo, il prevosto nato a Lavina, era arrabbiatissimo.

Per me la congrega  massonica-redazionale di Trucioli, come dice quel tale, è destinata a fare un brutta fine se non dovesse avere la mia protezione, oltre a quella di Ricci, si intende.

Già, e il fine pezzo della Baratto sul quotidiano? Povero diavolo, dimenticavo: <Tutti cercano posto a sedere, i ragazzi del Vip Cafè, si trascinano senza forze verso quella che sarà una lunga notte. Ora è il momento di lasciare posto ai sogni>.

Ottima Beatrice Baratto, se non fossi il diavolo vero, ti farei posto nel mio regno. Al Secolo XIX se già diventata famosa  e non devono “pensionarti” proprio ora. Ad Imperia sarei eletta a pieni voti, alle prossime consultazioni elettorali, anche in Provincia.

Io, per quel che vale ed è moltissimo, farò sempre il tifo per te, e aspetto al varco il Fabrizio Corona, già condannato dal diavolo e dalla giustizia terrena. Fatti coraggio!

Belfagor