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Esclusivo/Al Sail-Inn esibizioni hard di tette, culetti, erotismo da spettacolo

Alassio, ecco tutte le foto “votive”

grazie a bellissime “inviate speciali”

Dopo immagini pubblicate dal Secolo XIX, Trucioli scopre chi è Silvio Fasano

La redazione


Alassio -  In via don Bosco (via Aurelia) davanti alla Standa c’è il negozio da fotografo di Silvio Fasano, vero personaggio e memoria storica della città. Un simbolo. Era stato preceduto dal mitico “Foto Aldo”. Silvio è sulla scena della cronaca da oltre 40 anni. Nonostante i suoi  tanti “scoop”, nonostante decenni di lavoro, sempre con l’obiettivo pronto, non appartiene agli alassini che hanno fatto fortuna, grazie al loro buon “fiuto”.

Anzi, Silvio Fasano è finito nel tunnel della sorte ingrata. Come, ad esempio, quando ha dovuto abbandonare il negozio fronte mare (a ponente), perché al suo posto hanno ricavato mono-alloggi destinati ai “ricchi”. Progetto regolare, progettista regolarissimo, ad opera di una fervente (allora) seguace di Forza Italia. La signora Teresa  Marchisio ha ceduto anche il prestigioso albergo, si è ritirata a respirare relax ed aria pulita in quel paradiso del golf a Garlenda.

La tenacia di Silvio Fasano, il grande amore per la professione, con la P maiscuola, la passione che pone in primo piano sempre la sua “cronaca”, non sono stati sufficienti a rendergli una vecchia dorata. Senza doversi sbattere, giorno e notte, sul lavoro.

Persino nella serata di festa e strip per i 50 anni del suo sindaco, il fotoreporter Silvio Fasano ha cercato di compiere il suo dovere. Undici euro a foto pubblicata sul giornale (...vedi): un totale astronomico di 44 euro!! Neppure i soldi della mancia che si lasciano ai camerieri.

Eppure è finito nel “tritacarne” degli insulti, delle critiche, delle illazioni, insinuazioni al “tradimento”, scusabili solo in quanto opera di disinformati. Il mitico Silvio, accusato di scarso rispetto e, peggio, di aver tradito la fiducia di chi l’aveva invitato alla “serata speciale”, a porte chiuse.

E’ proprio vero che nella vita se non si è ruffiani, lacchè, se non c’è un potente in terra che ti raccomanda e (ti protegge) non vai da nessuna parte. Non conta cosa sai fare, cosa hai fatto, le tue capacità, i risultati sul lavoro, la meritocrazia.

E può capitare di peggio. Chi ha seguito un certo processo al Tribunale di Albenga, chi conosce l’ambiente legale, sa che questo “sventurato” fotografo, si è dovuto pagare di tasca propria un risarcimento di 8 mila euro (a seguito di condanna in sede civile) per un foto del 2001, pubblicata da Il Secolo XIX, del matrimonio di un anziano dentista, morto tre giorni dopo il lieto evento. Quella foto gli era stata richiesta dalla redazione. Fasano, in uno slancio di collaborazione e per una ricompensa di pochi euro, si è trovato sulle spalle otto mila euro. Il “pignoramento” indiretto di mesi e mesi di lavoro. Altre umiliazioni e difficoltà. Tra tante promesse di aiuto o parole di impotenza. L’amicizia, la solidarietà abita solo ai piani alti?

Peccato che queste storie, umanamente devastanti, non facciano notizia o non trovino spazio, non interessino, restino “segrete”, anche se note ai “benpensanti” che impartiscono lezioni e giudizi, scrivono altisonanti “editoriali”.

A Silvio Fasano non resta che buon viso a cattiva sorte. Ammette e non ammette, dice che sono cose che non interessano a nessuno. Forse gli viene in mente quel fotografo-fotoreporter di Albenga, tale Viviano…., che quasi alla fine dei suoi giorni, gli unici ad ospitarlo per un pranzo, una cena, le feste, furono l’amico ex barbiere ed l’ultimo cronista che gli era rimasto vicino nei fatti, nel bisogno vero, non a parole.

Nella sua etica, nel suo attaccamento al lavoro, Silvio Fasano  ha rifiutato di vendere le foto della vulcanica serata alassina perché le ha riservate al giornale ( non è dipendente malgrado sia stato gettato nello stesso calderone di biasimo, insulti) e  ai partecipanti della festa di compleanno.

Ci perdoni Silvio Fasano, se osiamo tanto. Un giorno, nel ricordarlo, di lui scriveranno che <…era un grande fotografo.., non conosceva orari…,  pioggia o sole, feste comandate…sempre a disposizione…in moto, in auto, a piedi sulla spiaggia ….in Riviera e nei paesini dell’entroterra; lui rimasto l’alassino umile e semplice, ha contribuito a tramandare con le sue fotonotizie pagine di gloria, virtù e vizi della capitale del turismo ligure”, tra fasti, e miserie …>.

Trucioli Savonesi l’ha già scritto per altri cittadini, super elogiati nel giorno dell’addio.

Non sarebbe più leale, corretto, dignitoso, coerente, civile, rispettare i meritevoli da vivi, anziché versare lacrime, fare passerelle, scrivere necrologi, lavarsi le coscienze nei giorni delle “celebrazioni”?

A Silvio Fasano che nonostante dica: “Mi spiace, non posso darvi le foto”, esprimiamo solidarietà per essere stato accomunato nelle critiche ai potenti, ai godenti. A suo modo, ha reso ancora una volta onore alla professione, al mestiere. Nella vetrina del negozio ha esposto le immagini dello “scandalo” (?) con questa scritta: <Il nostro sindaco ed i suoi primi 50 anni>.

E’ una zona di passaggio, via don Bosco. C’è chi si ferma osserva, scruta, commenta ad alta o bassa voce. Scuote il capo. Ora divertiti, ora indignati. Alassini e turisti. Giovani ed adulti. “Gira il mondo, gira..”, recita una canzone di successo, Silvio è lì, dietro il banco, pronto a correre al primo squillo del cellulare. Peccato che pochi conoscano la storia di ordinaria ingiustizia che dietro quella macchina fotografica, racconta la vita di un alassino che la fortuna non ha baciato. Nella terra di tanti miracolati. Almeno gli sia dovuto il rispetto e l’onore…

Infine, per completezza, tra i partecipanti della serata si riconoscono, nelle varie fotografie scattate, alcuni volti noti: oltre all’architetto-sindaco Melgrati e alla moglie, il medico Giovanni Pisano e consorte, il commercialista Silvio Siffredi e consorte; Gabriele Aicardi ex cordinatore di Forza Italia, Mimmo Scofferi e consorte, Renato Giovannoni, il conte Zigliotto, Giabetto Noberasco e la moglie, Francesco Colli, cuoco e proprietario del Sail- Inn che ha ospitato la serata (privata), l’ispettore di polizia Aricò, il maresciallo dei carabinieri Marras, Bruno Damonte, Marco Corrado, Maiellano commerciante d’auto di Albenga, un’impiegata dello studio del notaio Valentino, Silvio Melgrati (fratello) e la moglie.  Si parla di una comparsa per gli auguri di Rocco Invernizzi e Monica Zioni e uno dei fratelli Provera. Ci scusiamo per eventuali errori ed omissioni. Pronti a rettifiche.

Tibi patrimonium dii fortunent

in cauda venenum

Dopo la serata, di bagordi e lussuria, è il momento della "benedizione purificatrice". Il prevosto, monsignor Angelo De Canis, origini in quel di Lavina, parroco di Sant'Ambrogio, di fronte alla pubblica contrizione dell'illustre parrocchiano l'ha cosparso d'acqua benedetta. Alleluia, alleluia, alleluia. Mistero della fede!

La redazione