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Piccola cronistoria di una categoria messa ormai alle corde, tra passerelle

Chi sono gli albergatori

“davvero speciali”

Lo storico Angelo Marchiano nominato, ad Alassio, “presidente ad honorem”

 di Luciano Corrado


Angelo Marchiano

Alassio – Con una notizia in breve e fotina, La Stampa, cronaca di Savona, del 17 dicembre scorso, ha annunciato: <Marchiano presidente onorario>. Poche righe di spiegazione: <Angelo Marchiano già presidente degli albergatori della provincia di Savona, è stato insignito da Egidio Mantellassi, del titolo di presidente onorario degli albergatori della Baia del Sole per “meriti nel settore alberghiero e per una vita spesa per il turismo”>.

Non si può mettere in dubbio, per chi l’ha seguito da cronista di provincia per oltre 40 anni, che il cav. comm. Angelo Marchiano, sia un protagonista e testimone del turismo savonese e ligure.

Ha avuto la fortuna di vivere e conoscere gli “anni d’oro”, quello degli stranieri che arrivavano a “flotte”, del fiorire di alberghi al mare e nell’entroterra e poi la sfortuna di assistere al crollo, allo sfascio del turismo alberghiero e di qualità del prodotto (clientela). Compresa la crisi delle strutture ricettive (agriturismo esclusi) del meraviglioso entroterra, sempre decantato a parole.

Per anni Marchiano, dal suo scranno e ruoli, ha cercato di combattere una battaglia che, alla resa dei conti, ha visto soccombere la categoria che ha rappresentato. Travolta dal turismo di massa, nella nostra piccola e incantevole Riviera, sulle ali di 400 mila “seconde case”, in gran parte bilocali e monolocali. Il numero esatto forse non si saprà mai perché sono alcune migliaia i residenti fittizi e altrettanto ignoti i mansardati, le ristrutturazioni abusive impunite, ignote. Lungo la litoranea, come nell’immediato interland.

La “febbre del mattone” e della speculazione (investi cinque e guadagni cinquecento) ha travolto, seppure in forme diverse, albergatori proprietari dei muri, quelli in affitto, in gestione, oppure chi conduceva in proprio, ma vedeva assottigliarsi, fino a svanire, i profitti dell’investimento, dei sacrifici e dell’impegno della famiglia, a volte di generazioni.

Il turismo da “seconde case”, forse non tutti lo prevedevano, ha finito per “disincentivare”, colpire in modo sempre più letale quello alberghiero vero, non parliamo di residence. L’alberghiero vero è produttivo in quanto crea preziosissimi posti di lavoro per i giovani, per padri e madri di famiglia, non costringendo all’emigrazione forzata i ragazzi che escono dalle nostre tre scuole alberghiere che pure costano alla comunità un patrimonio, pur sempre un investimento sociale qualificante.

E’ successo che quando era il momento di “sbarrare la strada” al superamento del limite edificatorio da speculazione bieca, la forza del denaro e delle banche (di una ristretta lobby con molte diramazioni) ha infranto ogni barriera. E’ diventata epidemica, assai taciuta e pure glorificata dai media popolari o portatori di interessi precisi. Non sarà un caso che intere pagine pubblicitarie sono occupati da annunci immobiliari.

Piani regolatori (programmazione) diventati veri e proprio colabrodo con varianti su varianti in corso d’opera, varianti ad hoc, ad personam, a gruppo di potere. Aree rese edificabili a peso d’oro, con distruzione del patrimonio agricolo, bene primario di ogni società. Edificazione che ha sconvolto alla base l’assetto del territorio. Messo a serio repentaglio il sistema idrogeologico. Bastano quattro gocce per trasformare strade e piazze in corsi d’acqua, addirittura piccoli torrenti se si percorre il nostro entroterra nei giorni di pioggia. Non osiamo immaginare le conseguenze di alluvioni.

Cosa possono dirci, a proposito, i geologici, gli esperti delle conseguenze della deviazione di acque sotterranee, in conseguenza di scavi e box in ogni angolo e zona delle nostre cittadine? Possiamo stare tranquilli, future generazioni comprese?


Una serata al "Vascello" di Laigueglia con Angelo Marchiano, padre di casa e tanti ospiti illustri, tra essi Salino, il grande maestro della ceramica di Albissola.

La rapallizzazione di Borghetto Santo Spirito, anni ’50 e ’60, non insegnava nulla; infatti si sono accodati gli altri centri costieri, con appetiti sempre più voraci, con l’ombra massiccia di una diffusa corruzione ambientale. Di una macroscopica ed impunita evasione fiscale, a scapito di quanti producevano e pagavano per attività non speculative. Commerciali ed artigianali compresi.

Angelo Marchiano non era proprio il “signor nessuno”. Non solo ha dimostrato ottime capacità imprenditoriali alberghiere. Ha finito per fare anche il costruttore, entroterra soprattutto. Da sempre un moderato che sapeva coltivare amicizie, conoscenze, influenza nella stanze del potere e della politica. Pare sia entrato nel “tempio massonico”, tra i “fratelli muratori”. Non è un reato.

Semmai Marchiano è uno dei tanti, dei troppi albergatori che hanno finito per soccombere a forze più forti, più penetranti. Veri bulldozer della sopraffazione.

Gli albergatori che avevano tutto l’interesse, come bene primario, a tutelare ambiente, territorio, adeguatezza delle infrastrutture pubbliche ad iniziare dalla viabilità, parcheggi, aree verdi attrezzate, penetrazione e resistenza sul mercato straniero, in particolare quello Mittel Europeo che ha contribuite alle fortune degli anni passati, si sono visti “depredare” di gran parte della loro materia prima.

Contrariamente, ad esempio, ha ciò che ha vissuto il Tirolo italiano, dove gli alberghi si sono più che triplicati, le seconde case sono confinate a pochi centri ed in situazioni particolari. La montagna valorizzata con priorità assoluta dalle scelte politiche concrete. Non solo in quelle località l’albergatore resta il perno dell’economia e la dirige, ma “governa” il territorio. La qualità turistica della clientela e della capacità di spesa giornaliera pro capite si è innalzata costantemente, come la percentuale di occupazione delle camere. Altro termometro importante nel rapporto qualità-prezzi. Gli stranieri superano di gran lunga nelle presenze e negli arrivi la clientela nazionale. Stagione di lavoro, da Pasqua a fine ottobre. Come accadeva in Riviera fino agli anni ’70.

E ancora, gli albergatori, come associazione, si attendevano di ricevere una spinta propulsiva, passando dalla Confcommercio alla Confindustria, ma nell’immagine dei “media” il loro ruolo veniva di fatto sfalsato. Risultato: contrariamente ad altre due “lobby” vere che hanno continuato ad accrescere influenza e potere, come emerge da mille dati di fatto (ci riferiamo a bagni marini e agenzie immobiliari), gli albergatori hanno perso peso (nelle stanze del potere), finendo per accontentarsi. Tante promesse, scarso “bottino”. Ingannati da una campagna mediatica che di volta in volta osannava convegni, tavole rotonde, finanziamenti per formazione lavoro, ristrutturazioni, rinnovi di attrezzature. Annunciava la costruzione di nuovi quattro e cinque stelle in ogni angolo della Riviera. Quasi sempre in sintonia con nuove colate che, quelle sì, venivano realizzate. In soldini (ovvero matematica) la categoria si è dimezzata (va bene per la morte delle pensioncine nei palazzi), intaccando strutture primarie sui lungomare  e non. Innescando la corsa alle dismissioni, chiusure, richieste di trasformazioni, dove ognuno dice: perché devo essere il più scemo? Perché i miei figli non possono beneficiare…?

La legge che impone  di “morire albergatori”, al di là della misura tampone e dell’opposizione della categoria per il momento senza esito, non potrà avere successo, né portare benefici al turismo.

Sul numero 226 di Trucioli del 13 dicembre (vedi…) abbiamo cercato di esporre uno dei tanti gridi di dolore e di lacerazione. In un precedente servizio (vedi …Trucioli n. 193 del 22 marzo) avevamo titolato : <Piove turismo ladro, per favore basta bugie>.

Sul numero 126 (vedi) di Trucioli del 14 ottobre 2007 , il caso fotonotizia della sorte del marchio  “La Riviera” che vedeva Marchiano tra i promotori. Sul numero 179 (vedi….) di Trucioli articolo-testimonianza di Pasquale Balzola, nome storico del turismo savonese e ligure, alla stregua di Angelo Marchiano.

Tiriamo le somme per non essere noiosi. Marchiano non può essere soltanto un presidente onorario da ricordare con un comunicato stampa.

Lui più di altri si era impegnato, basti pensare al periodico mensile “l’Albergatore”(vedi….) dell’Unione provinciale delle associazioni albergatori della provincia di Savona. Affidato e pagato per il lavoro giornalistico a Romano Strizioli, oggi decano dei pubblicisti savonesi, esempio mediatico da “giornalismo marchettaro”. Niente violazioni di legge.

Perche? Enti pubblici, comuni compresi, associazioni di categoria, che pagano autopromuovendosi, utilizzando il giornalista (non proprio ufficio stampa, altra cosa) che invece dovrebbe essere il garante e la sentinella dell’informazione indipendente, completa, possibilmente obiettiva.

Il risultato finale è che gli albergatori, pur presenzialisti di facciata sui media locali, si devono accontentare di piccoli compromessi, incuranti del malessere, della penetrazione del male oscuro che tanto oscuro non è.

Per non parlare di pietosi conflitti di interesse. Può, un presidente di categoria di questa o quella città che ha in corso grosse operazioni immobiliari o commerciali, oppure richieste di finanziamenti, essere libero, anche da condizionamenti, per far prevalere, senza rinvii all’infinito, compromessi al basso, scelte di partiti, di politicanti, sempre più professionisti della politica? Impegnati nel rifocillare la loro catena di Sant’Antonio? Non a caso votati e riconfermati col voto popolare, nonostante i danni collettivi. Occultati dalla sordina dell’informazione.

E non è questo il momento neppure di accennare a storie di piccolo cabotaggio, come il “marchio di certificazione”, contributi vari, sostegni finanziari a tasso agevolato. Quanti alberghi, piccola domanda, hanno chiuso i battenti (per alloggi superpagati) dopo aver percepito incentivi alla formazione dei dipendenti e soldi pubblici sotto diverse forme? L’elenco esiste. La stessa Regione Liguria ne possiede copia.

Quali e quanti comuni savonesi, imperiesi hanno ridotto i tributi comunali nonostante la spaventosa crisi alberghiera che si protrae da anni, considerandoli alla stregua di tante altre attività commerciali?

Non sono serviti né l’impegno, né la saggezza di Angelo Marchiano e di altri colleghi che hanno finito per gettare la spugna. Oppure aprendo le aziende per periodi sempre più brevi, o ancora facendo ricorso a cooperative di servizio per diminuire il “costo lavoro”. Con discapito della qualità e delle quote occupazione dei nostri giovani. Uno dei tanti aspetti ignorato o sconosciuto dalla Lega Nord!

Il tempo delle bugie, delle passerelle, è finito da parecchi anni, ma il perverso sistema che affligge gli albergatori ponentini, trova di volta in volta nuovi adepti. Pronti alle passerelle, tra moltiplicazione di foto sui giornali, annunci di svolte e di riscossa. Specchietti per allodole. Le ultime resistenze (ormai da piccoli eroi) meriterebbero ben altre capacità meritocratiche e strategie di chi rappresenta una categoria ormai a rischio estinzione.

Luciano Corrado

 

Ps: pubblichiamo ancora una volta, come Trucioli fa saltuariamente da due anni, immagini di decoro ed accoglienza di quella che è considerata la “perla” turistica della Riviera. Persino i cartelli all’ingresso di Alassio sono oscurati e deturpati non da estremisti imbrattatori. Dallo stato di abbandono delle palme. Aiuole e giardini, ormai è costante in quasi tutti i centri turistici costieri, sono un inno al degrado, alla mancanza di fiori, simbolo della Riviera. Erbacce, terra nuda, disordine, persino rifiuti, proprio lungo le nostre passeggiate. Nelle zone centrali e dell’immediata periferia. Lo avevamo già denunciato tra Alassio e Laigueglia, con foto. Oggi peggio di ieri (vedi... le ultime immagini).

Infine dal centro storico la foto del glorioso Splendid, quattro stelle, della famiglia Marchiano, a Laigueglia. Il cartello inesorabile da fine settembre: <Apertura il 1-4-2010>.