La sagra furbetta e il valore aggiunto dei
tarocchi
Il
servizio di Trucioli Savonesi dal titolo “La
frittata delle sagre in salsa riso amaro”
(vedi
n.206 del 21 giugno 2009) ha
suscitato interesse, molti consensi e qualche
disappunto. L’invito ai lettori di segnalarci le
sagre
non sagre sta avendo successo. Ci
servono per finanziare le nostre attività
benefiche, non abbiamo altri introiti,
sostengono i fautori, in buona fede.
Ma come
la mettiamo con la tutela, la promozione dei
prodotti tipici, nostrani, con la cucina tipica
del territorio, con l’obiettivo di aiutare
l’agricoltura locale a non morire, ma anche
qualità e la serietà culinaria? Con le esigenze
di commercianti ed esercenti che di fatto si
trovano con una concorrenza, a volte sleale. Il
“marchio”, il nome della sagra, è taroccato da
“prodotti” che di locale hanno poco.
Tutti
tifano, a parole, per il turismo di qualità,
nuovi porticcioli per richiamare clientela di
qualità. Annunci a ripetizione di nuovi alberghi
a 4 e 5 stelle (leggete Secolo e Stampa)
destinati a potenziare la clientela di qualità.
Insomma
tutto di qualità. Come la mettiamo con le “sagre
vu cumprà”? Con tanto di titoli tipo: Sagre con
i sapori liguri. Sagre delle nonne e della
cucina ligure. Sagre delle genuinità ligure.
Piatti della montagna ligure. Piatti della
tradizione marinara ligure. Cucina dei prodotti
freschi. Golosità fatte in casa.
Ecco
cosa ci hanno segnalato nelle ultime settimane i
lettori. Ad
Albisola
Mare, la
Sagra
delle lumache. E’ vero, pochi sapevano che
c’è ancora chi raccoglie lumache nei campi.
Oppure che nei ristoranti della città di mare,
il menù da promuovere sono le lumache.
Idea geniale!
A
Vado
ci hanno segnalato la
Sagra
del totano. E già,il pesce prediletto nelle
acque più salubri della provincia e soprattutto
il totano. Non è neppure d’allevamento, dunque
un ottimo incentivo alla pesca locale. Alla
ristorazione vadese. Chissà quanti turisti d’ora
innanzi partiranno da lontano dopo aver appreso
che Vado
è terra di totani.
Ancora
più geniale la
Sagra di
Aurigo: la trippa, pensate la folla e la
gioia per il futuro sviluppo culinario nel
paesino dell’entroterra imperiese.
A
Toirano
sagra delle patatine fritte. Proprio cosi.
Nei campi del paese c’è un superproduzione di
patate, specialità che ha resistito
all’abbandono delle terre. Ecco allora la
promozione di patate e patatine. Complimenti
agli organizzatori di
Toirano.
A Orco
Feglino
c’è la
Sagra
della formaggetta. Scopriamo e aiutiamo i
pastori di Orco Feglino. In base all’affluenza
ci sarà formaggio per tutti. E’ formaggio del
pastore, non arriva da fuori. In paese vogliono
creare valore aggiunto facendo tornare pecore,
capre, mucche. Una certezza: niente formaggio da
latte d’asino!