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           GENTILE ASSESSORE ALL’AMBIENTE

 DI ALBISSOLA MARINA

Antonia Briuglia

E’ vero, Lei si è appena insediata e forse, con questo mio intervento diretto, posso apparirle troppo precipitosa, ma  sono convinta che il “buon giorno si veda dal mattino” e che non sia consigliabile perdere del tempo utile per fare alcune riflessioni su una importante e delicata materia, fin’ora tanto trascurata, come  l’ambiente.

Una materia che, qui nel nostro territorio,( certificazioni e bandiere a parte) si sta facendo drammatica e complessa, così come urgenti sono ormai le soluzioni che essa richiede.

Il fatto che in Albissola Marina Lei, per la sua competenza e la sua professionalità sia stata designata a ricoprire la carica di Assessore all’ambiente, in un’Amministrazione, oggi, di centro-sinistra, ci fa ben sperare che le soluzioni che cercherà di perseguire, si potranno differenziare da quelle sostenute, anche in campagna elettorale, dal centro destra .

Soluzioni da trovare soprattutto in tema di raccolta rifiuti,  inceneritori e  potenziamento della centrale a carbone  e quelle sostenute, in maniera ostinata, anche  dal PD savonese come la piattaforma Maerks, fortemente osteggiate dalla popolazione  vadese con gli esiti elettorali che ben conosciamo.

Tutti questi problemi e alcuni altri, di eguale importanza come la dissennata cementificazione del litorale e della collina albissolese e la difesa del verde rimasto, interessano anche il nostro territorio comunale più di quanto si pensi.

La salute del territorio e dei cittadini è provato sia strettamente connessa con i livelli d’inquinamento atmosferico e marino (rada di Vado) che non ha una perimetrazione così definita da farci sentire tranquilli.

E’ ormai necessario che tutti i Comuni, da Varazze a Spotorno, lavorino più che mai in sinergia e quelli più virtuosi, o candidati a diventare tali, facciano da stimolo agli altri. 


Il neo Sindaco Vicenzi e i candidati della sua lista, tra cui l'assessore all'ambiente Gaudenzio Paola

La raccolta differenziata.

 

In tema di raccolta differenziata raggiungere la quota del 60-65% come fosse una conquista, come pensa di fare la città di Genova, oggi è come rimanere ancorati al passato e lasciare un varco ad impianti di diverso tipo come: TMB, dissociatori, bio-arrow e chi più ne ha più ne metta, per "chiudere il ciclo dei rifiuti".
Se si parte, invece, col piede giusto e quindi sul “porta a porta” è difficile NON raggiungere  SUBITO obbiettivi di oltre il 75-80%!
Oggi il modello in assoluto più efficace, virtuoso ed economicamente vantaggioso è quello che termina con l' estruso "modello Vedelago", che di recente ha vinto premi per  innovazione tecnologica dall' UE e  soprattutto per le sue applicazioni pratiche (tegole e traversine ferroviarie), prodotto di una raccolta differenziata a costo zero!

 Questo percorso richiede che non ci sia più del 5-8% di organico, quindi la prima indispensabile pratica è quella di separare bene l' umido da tutto il resto, mentre tutti gli impianti  prima citati e ora più diffusi, si basano sul presupposto che ci sia una raccolta differenziata scadente, con una buona parte di organico da fare "digerire" ,fermentare ecc. ecc.

 Si dimentica che è proprio l' organico che abbassa la qualità della differenziata e sono certa che tutti i cittadini, se adeguatamente incentivati, possano imparare a  dividere come si deve l' umido e risciacquare il vasetto della marmellata ecc...specie se alla fine pagano in un anno meno di  un terzo nelle loro bollette!
 Se oggi in tante realtà italiane, come Belluno, Treviso, parte della  Sardegna, Colleferro e  altre, questo è già praticato sia per i rifiuti urbani che artigianali e industriali , non vedo perché non debba essere adottato anche nei nostri Comuni e perché no cominciare proprio dal nostro.

 Sono sempre più convinta che se vogliamo farcela dobbiamo partire subito col piede giusto e parlare di "riduzione, riuso, riciclo totale", visto che qualcuno ci è riuscito e se mi sono permessa di indirizzarle questa lettera è perché penso che Lei possa essere la persona giusta per farlo.
 Volevo, inoltre aggiungere che la produzione/pro capite di rifiuti nel Trevigiano è intorno ai 300kg anno, molto meno della metà di un cittadino ligure, quindi adottare questo  approccio vuol dire praticare il primo “step” della gerarchia dei rifiuti!
Cominciare a perseguire seriamente questo nuovo modello e cioè quello della "riduzione, riuso, riciclo totale" significa, tral’altro, vincere le resistenze di  molte istituzioni e di molti politici che, col vecchio sistema , acquisiscono impianti più o meno complessi da gestire, consigli di amministrazione con tante belle poltroncine pagate profumatamente dai cittadini, spesse volte destinate a politici trombati, di cui, anche in questo modo, non riusciamo mai a disfarci.

Il potenziamento della centrale a carbone.


Per quanto riguarda il potenziamento della centrale di Vado, tutti gli atti pubblicati dall’Ordine dei Medici savonesi , il lavoro di sensibilizzazione e di denuncia del Dott.Franceschi e tutto il movimento di protesta impone, a tutti i nuovi Amministratori, di prendere in seria considerazione la necessità di osteggiare questo progetto a cui Tirreno Power sembra non voler rinunciare.

L’inutilità di una maggiore produzione di energia, in un territorio dove da anni si trascura di promuovere e predisporre politiche adeguate all’uso di fonti rinnovabili e al risparmio energetico e la minaccia di pericolosità ambientale che, da anni, pagano i cittadini con la loro salute per le condizioni di un impianto a carbone che inquina già un territorio ben più vasto di quello vadese, a elezioni concluse, richiedono con urgenza la risposta che i cittadini si aspettano e cioè non solo quella di respingerne il potenziamento ,ma anche quella di depotenziare l’attuale impianto.

  

La piattaforma Maersk. 

 Per quanto concerne la piattaforma containers di Vado, anche se si è ancora in attesa del giudizio finale di V.I.A.(Valutazione di Impatto Ambientale) , gli studi regionali dell’ARPAL del 2001 dimostrano già come i fondali prospicenti a Vado siano tra i più inquinati al mondo. Dichiara lo studio ARPAL: " I risultati delle analisi hanno confermato fenomeni di contaminazione dei sedimenti, dovuti a metalli pesanti (in particolare Cd e Hg), IPA, PCB (policlorobifenili), PCDD (policloro dibenzo-p-diossine) e PCDF (policloro dibenzofurani). In generale gli apporti inquinanti sembrerebbero diminuiti rispetto al passato ad eccezione di nichel e cadmio. Dai saggi biologici è stato evidenziato che gli effetti tossici dei sedimenti sugli organismi si manifestano prevalentemente a lungo termine."Tali risultanze sono confermate anche da studi del 2003 e del 2005.

E’ necessario, quindi, bonificare immediatamente i fondali contaminati da un secolo di industrializzazione selvaggia che, nel corso degli anni, ha riversato in mare indiscriminatamente gli scarichi velenosi dei processi industriali e delle discariche. Emblematici, a questo riguardo, gli studi dei dott.i  Torcello(pneumologo) e Fadda (biologo) che registrano come “proprio le ceneri, della centrale a carbone Enel, siano state scaricate direttamente in mare e il percolato delle discariche vadesi  sia stato scaricato in mare nel recente passato, tramite il depuratore consortile non funzionante grazie a deroghe alla legge Merli concesse dall’allora assessore regionale all’Ambiente Alonzo.”

 Volendo promuovere, anche contro il volere della popolazione di Vado, la piattaforma Maersk, finanziata anche con ingenti capitali procurati dalla regione Liguria, ma la cui utilità economica non è stata ancora del tutto provata, si dà l’assenso a costruire  un’opera che, con gli scavi per la palificazione sui fondali fortemente contaminati, metterebbe in circolazione nell’acqua marina migliaia di tonnellate di sostanze quali mercurio, cromo , nichel, policloro difenili, diossine ecc. Enorme quindi il rischio di contaminazione degli ecosistemi marini che, tramite bioaccumulo nella catena alimentare, metterebbe in pericolo per decenni anche la salute stessa dell’uomo, nonché il permesso di balneazione di tutta la riviera ligure in particolare di Ponente.

La schizofrenia tra chi insegue bandiere blu o verdi e certificazioni ambientali di cui fregiarsi nei biglietti da visita delle Amministrazioni e approva progetti del genere deve essere interrotta con onestà e competenza.

Il percorso non è facile, ma questo non deve scoraggiare quando il sostegno viene soprattutto dai cittadini e i riconoscimenti delle buone Amministrazioni sono la vittoria più grande.

Buon lavoro!

                                                 ANTONIA BRIUGLIA