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L’opinione/ Abbiamo analizzato posizioni di partenza e le previsioni  degli inglesi

Chi vince e chi perde alle Europee

Sì a boicottare il referendum

L’ex Sinistra Arcobaleno non riuscirà neppure a raggiungere il “quorum”

        

              di Franco Astengo



Sta per esaurirsi la fase “pubblica” dei sondaggi in vista delle elezioni Europee del 6-7 Giugno prossimi: naturalmente continueranno a circolare “veline” più o meno occulte,  ma ufficialmente il grande pubblico ne sarà tenuto all'oscuro.

Abbiamo così pensato di fare il punto della situazione utilizzando una metodologia diversa, in modo da definire, per quanto possibile, le effettive “posizioni di partenza” delle diverse formazioni. 

 

Abbiamo così intrecciato la “media” dei sondaggi svolti dalle diverse Agenzie, i cosiddetti “indici di popolarità”, con l'analisi del “trend” elettorale calcolato sulla realtà “storica” della volatilità elettorale, nel nostro Paese, che come è noto assume una dimensione specifica: quella di essere molto limitata tra i due poli ( si calcola che, alla fine, mutano schieramento, di volta in  volta, non più di 300.000 – 400.000 elettori) ma più intensa all'interno dei blocchi (dalla Lega al PDL o dall'IDV al PD, e viceversa, tanto per intenderci).

Deve essere tenuto anche in conto l'elemento della capacità attrattiva delle forze più grandi che, sempre, ha funzionato nelle fasi finali delle campagne elettorali come dimostrano le risposte alle domande sui tempi di “scelta” del voto, da parte degli indecisi.

Proprio per questa ragione la nostra analisi parte dagli schieramenti così come questi sono stati presenti nelle elezioni legislative generali del 2008: di conseguenza non è possibile, ad esempio, distinguere tra Sinistra e Libertà e Lista Comunista, poiché non esistono precedenti in questa direzione.

Il dato riferito a questi due soggetti pertanto è globale, riguardante il potenziale bacino elettorale che poi sarà suddiviso per due: e da quella suddivisione dipenderà l'esito del conseguimento o meno del “quorum”.

Complessivamente, considerate anche le valutazioni sulla partecipazione al voto svolte a livello internazionale, abbiamo un quadro sensibilmente diverso da quello che compare quotidianamente attraverso i sondaggi, e più vicino alle analisi svolte dagli osservatori europei, in particolare inglesi.

Andando per ordine: Popolo della Libertà e Lega Nord assommano nel nostro caso, al 46,6% (un incremento del 1,0 % rispetto alle politiche 2008, di cui dovrebbe beneficiare per  intero il PDL, collocato al 38,4%, mentre la Lega Nord, parte da un 8,2%).

Da tener conto come  sia collocato al di fuori il dato attribuibile alle MPA, oggi collegato alla Destra e ad altri movimenti e quindi non assimilabile all'alleanza del 2008: MPA e soci partono da un 2,4%, ben lontano dalla prospettiva del superamento della soglia del 4%.

Il collegamento tra PD e IDV vale, oggi come oggi, il 35,8%  ( - 1,8 rispetto all'anno scorso, tenendo conto che i radicali sono calcolati anch'essi a parte, all'interno dell'1,8% attribuito alle liste minori).

La suddivisione tra PD e IDV, tenuto conto dei fattori elencati in premessa, appare molto diversa da quella che emerge dai sondaggi e costituisce il vero punto di “distonia” rispetto all'opinione corrente.

Molto dipenderà dall'andamento della campagna elettorale, ma la partenza del PD si colloca al 30,6% (-1,6%) e quella della IDV al 5,2% (più 0,8%).

L'UDC si attesta al 6,5%  (più 0,9%), mentre il potenziale bacino elettorale della ex-Sinistra Arcobaleno, pur in crescita, è quantificabile al 6,9% che, suddiviso in due liste, non garantisce assolutamente il conseguimento del “quorum”, per quest'area appare infatti assolutamente necessario implementare l'area di riferimento e, per quel che riguarda Sinistra e Libertà, appare del tutto insufficiente il possibile drenaggio di voti dal PD (in questo caso valgono, tanto per essere chiari, i “trend” di passaggio dall'Ulivo alle formazioni alla sua sinistra in occasione delle elezioni trascorse).

Ripetiamo: si tratta di un quadro di partenza,  sviluppato su di una base di indicatori molto complessi e sicuramente modificabile nel corso della campagna elettorale: ci pare, però, il caso di tenerne conto nelle valutazioni e nelle analisi strategiche che ogni forza politica sta compiendo.

Non ci siamo, però, fermati qui ed abbiamo voluto sviluppare un ulteriore spunto analitico, intorno ad un tema di stringente attualità: quello del referendum elettorale, calcolando l'indice di distorsione che, l'eventuale applicazione delle norme previste da un esito favorevole del quesito referendario sull'attribuzione del premio di maggioranza ( o meglio, di vera e propria “minoranza”, in questo caso, ancor di più di quello che era previsto dalla famigerata “legge Acerbo” del 1924, che legittimò, tra brogli e spari, il fascismo all'indomani della Marcia su Roma), comporterebbe nell'attribuzione dei seggi alla Camera dei Deputati.

Quale base per i nostri calcoli abbiamo assunto i dati appena sopraesposti, relativi alle posizioni di partenza da noi individuate per le elezioni europee.

In questo caso il PDL , con il 38,4% dei voti otterrebbe il premio di maggioranza con 340 seggi, pari al 55% dell'Assemblea (più 17,4%) con una sovrarappresentazione (rispetto, ovviamente, al dato della proporzionale “pura”, senza correttivi) del 31,63%.

I rimanenti 290 seggi assegnati alle minoranza ( in realtà maggioranza dei voti con il 57,4%) risulterebbero così suddivisi: alla Lega Nord 43 deputati (il 6,7% dell'assemblea, - 1,5 rispetto ai voti conseguiti, con una sottorappresentazione del 22,8%); all'UDC 32 deputati (il 5,2 % dell'assemblea, -1,3 rispetto di voti conseguiti. Indice di sottorapprsentazione: 25%); al PD 153 seggi ( i democratici risulterebbero i principali danneggiati da questo meccanismo: -7,9 rispetto ai voti conseguiti, con una sottorappresentazione del 34,80%); all'IDV 26 deputati (-1,1 rispetto ai voti conseguiti, con una percentuale di sottorappresentazione del 26,82%); alla ex-sinistra Arcobaleno (considerate le due liste Sinistra e Libertà e Comunisti assieme, in una ipotesi in questo momento irrealistica rispetto al quadro delineatosi in occasione delle Europee, ma l'unico utilizzabile per realizzare i nostri modelli) andrebbero 36 seggi (5,7% dell'assemblea, -1,2 rispetto ai voti conseguiti, con una sottorappresentazione del 21,05%).

Sono dati che parlano da soli, senza bisogno di commento: siamo tutti d'accordo che la legge del 2005 non va bene ma, se ci è consentito un giudizio politico, pensare che di fronte ad un successo del referendum ed un quadro di questo genere, il partito di maggioranza relativa acconsenta ad una modifica della legge elettorale appare alquanto utopico, così come appare velleitario pensare di poter ricostruire, al di fuori di un meccanismo concreto di recupero di alleanze, una prospettiva di alternativa plausibile, almeno nel medio periodo.

Dal nostro punto di vista il referendum va osteggiato e con l'arma più efficace: fare in modo che gli elettori non partecipino al voto.

Savona, li 12 Maggio 2009                                                              Franco Astengo

APPELLO AGLI ELETTORI

  

 

L’Associazione per La Sinistra della provincia di Savona si rivolge a tutti gli elettori di sinistra invitandoli a votare nelle Elezioni Europee per la lista di SINISTRA E LIBERTA’, una aggregazione politica nella quale si riconosce pienamente per i valori che propone con il suo stesso nome e per le forze che rappresenta: Sinistra Democratica, Movimento per la sinistra (Vendola), Unire la sinistra (ex P.d:C.I.), Verdi, Socialisti.

 

Due sono le ragioni principali che ci inducono a chiedere il voto per SINISTRA E LIBERTA’:

 

- contribuire con il voto della provincia di Savona a far superare a questo schieramento lo sbarramento del 4% imposto dall’accordo PD-PDL con l’intento di dare un nuovo colpo alla sinistra italiana, che deve invece avere una adeguata rappresentanza nel Parlamento Europeo;

 

- dare linfa al grande progetto cui lavora fin dalla sua nascita la nostra Associazione: unire la sinistra italiana in un nuovo e moderno partito, capace di superare, nel più breve tempo possibile, le attuali difficoltà e divisioni.

  

Per  le Elezioni Provinciali - dove non è stato possibile presentare una lista in grado di rispecchiare la realtà dell’Associazione  per La Sinistra in tutte le sue componenti, tale da raccogliere le idee di profonda trasformazione dell’agire politico e di una qualità programmatica alternativa sui grandi temi dello sviluppo, dell’ambiente, della gestione del territorio, del rapporto fra le istituzioni e la società – il nostro appello è quello di esprimere comunque un voto contro la destra, alla quale si deve tentare in ogni modo di impedire la conquista della Provincia di Savona.

 

Va però detto che l’Associazione per La Sinistra non si riconosce nella lista che reca il simbolo “Sinistra per la Provincia di Savona” per il suo carattere non unitario e per il modo sostanzialmente  antidemocratico con cui è stata costruita come semplice appendice del  PD.

  

Un appello è rivolto anche agli elettori delle Elezioni Comunali, là dove si svolgeranno, affinché la loro scelta cada, Comune per Comune, sulle liste e sui candidati che possano essere considerati più vicini alle posizioni della nostra Associazione e comunque della sinistra.