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IL DIAVOLO VESTE GOLDMAN SACHS

  Marco Giacinto Pellifroni

 

Marco Giacinto Pellifroni

È Goldman Sachs il governatore dei governi mondiali? Cresce il numero di chi si pone questa domanda. Ad esempio il New York Times nel pieno della crisi finanziaria, il 17 ottobre scorso,(1) quando riportò il nomignolo che corre nell’establishment per definire l’ex investment bank: Government Sachs.

In puntate precedenti della mia ormai quasi triennale scorribanda nei meandri del sistema bancario internazionale, stigmatizzavo la scandalosa esistenza di porte girevoli tra incarichi pubblici e cariche private, di cui G-S forniva gli esempi più plateali. In Italia sottolineavo l’incarico di “consulente” G-S a Gianni Letta, a dispetto, o grazie a (a seconda dei punti di vista) l’essere egli il braccio destro del Presidente del Consiglio, quindi addentro alle più segrete cose dello Stato italiano. Conflitto d’interesse e incompatibilità di cariche sono i termini che balzano più evidenti per definire questa anomalia, cui può aggiungersi la forte tentazione di praticare insider trading.

Anomalia che non è che un riflesso periferico di ciò che a G-S è permesso fare anche nel governo della nazione più potente del mondo: gli USA, dove la G-S è di casa, avendo occupato i vertici delle istituzioni che più determinano il destino di quel Paese e di tutte le nazioni che gli USA condizionano attraverso le leve finanziarie dirette, come gli scambi commerciali, e indirette, come i dettami al resto del mondo di istituzioni del calibro dell’IMF, Banca Mondiale e BIS (Bank of International Settlements con sede a Basilea, di cui vedi la prima parte dell’articolo di Ellen Brown su questo numero di Trucioli): dettami da cui sono esentati gli stessi USA. Michael Moore,(2) in un articolo su Time Magazine, chiede al CEO della G-S di rivelare cosa ci stava a fare col capo della Fed e col Ministro del Tesoro alle riunioni in cui si decidevano i salvataggi di varie banche, tra cui la G-S stessa.

All’articolo del NYT fa seguito un commento sul Washington’s Blog del 30 aprile dal titolo La Goldman Sachs governa il mondo? (3). L’articolo inizia col caso più eclatante: l’assunzione di Hank Paulson da CEO della G-S a Ministro del Tesoro USA. Un incarico in cui egli si è preoccupato soprattutto di curare gli interessi della “sua” G-S, ben più che quelli del governo e dei cittadini americani.

L’articolo si dipana poi in tutta una serie di funzionari di agenzie economiche e finanziarie governative, i cui gangli sono stati e sono occupati da executives ex G-S, per finire con l’ultimo capolavoro di Timothy Geithner a Ministro del Tesoro, tenendo presente il suo curriculum di uomo allevato dal suo predecessore Rubin, ex CEO di G-S, col balzo dal Tesoro a presidente della Fed di New York (la più importante delle Fed USA, ossia della banca centrale americana, posseduta da varie banche private, tra le quali spicca la solita G-S). Geithner è il primo della serie di cani da guardia messi intorno a Obama, affinché non sgarri dal patto segreto che, com’è ormai evidente, egli dovette concludere coi grandi banchieri, per riuscire a spuntarla nelle primarie e infine nelle elezioni finali.   

A dispetto dei bei discorsi che Obama continua ad ammannire ai suoi concittadini, la sua politica continua ad essere assai prossima a quella di Bush sia sul piano bellico, con priorità all’area afgano-pakistana, sia su quello finanziario, con l’immissione di migliaia di miliardi di dollari nel circuito bancario (ma anche in quello industriale, a differenza di Bush), mentre il meltdown immobiliare, con relativi pignoramenti, prosegue senza sosta. Ma nessuno dei banchieri d’alto livello, responsabili del disastro americano e mondiale, così come nessun responsabile CIA di gravissimi reati di tortura, è stato inquisito.(4) Sempre in accordo col patto, tanto segreto all’epoca quanto patente oggi. Sono passati 100 giorni dall’insediamento di Obama, e queste indulgenze, questo indulto sui generis, fanno ormai più che capolino; e sempre più emergeranno col passare del tempo, svelando che il cambio di presidente è stata una tattica diversiva del grande capitale per dare un volto “pulito” alle manovre predatorie di sempre del denaro dei contribuenti che lavorano a vantaggio di una ristretta cricca di parassiti che prosperano sul lavoro e sulle disgrazie altrui.

In Italia le cose non vanno tanto diversamente; e sarebbe il caso che qualcuno, da una tribuna più vasta di quella a mia disposizione e con l’autorità conferitagli dalla legge, chiedesse a Gianni Letta di confermare il suo incarico di consulente G-S, conferitogli nel giugno 2007, e di specificare in cosa tale incarico sia consistito, onde appurare se i servizi da lui forniti alla G-S, che notoriamente sa spendere bene i suoi soldi, non siano contrastanti con il criterio ispiratore di tutti i politici, a volere dar fede alle loro quotidiane dichiarazioni: l’interesse del Paese. Un criterio tanto più cogente quanto più prossima al vertice delle istituzioni è la carica che un politico ricopre.

 

 

(1)Julie Creswell and Ben White, The guys from ‘Government Sachs’. http://www.nytimes.com/2008/10/19/business/19gold.html?_r=2&ref=business

(2) M. Moore “Bernie Madoff”, Time, 1° maggio 2009. http://www.time.com/time/specials/packages/article/0,28804,1894410_1893837_1894189,00.html   

(3) Does Goldman Sachs rule the world? http://www.washingtonsblog.com/2009/04/does-goldman-sachs-rule-world.html

(4) Vedi: http://seekingalpha.com/article/134495-obama-worse-than-bush-part-1?source=email per una impietosa stroncatura di Obama, che ne svela la vera natura di pupazzo nelle mani di Wall Street.

 

 

Marco Giacinto Pellifroni                  3 maggio 2009