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mail della settimana/ Da Alassio ci scrive l'ingegner Augusto Galelli

<Trucioli Savonesi, che pena che mi fate....

.....Speriamo non ci scappi pure il morto>


Alla redazione di Trucioli Savonesi

Sinceramente sono molto "stupito" che in una città bella e rinomata nel mondo, come quella in cui vivo, non si riesca mai a trovare niente, ma proprio niente, che possa essere quantomeno "accettabile", non dico "buono", da parte di nessuno.

Sicuramente chiunque "voglia" trovare il male in un avversario (o nemico), che tanto detesta, di certo lo troverà, a qualunque schieramento appartenga, dall'estrema destra a quella sinistra (tanto per non fare riferimenti).

Sono ancora più stupito come io riesca a "sopravvivere" in una città come la descrivete.

Speriamo che il "sole dell'avvenire" riesca a migliorare questo stato di degrado fisico e morale in cui versa la nostra amata (???) città, i suoi poveri abitanti e, soprattutto, questi pessimi amministratori, che nessuno ha voluto né votato. Chissà come hanno fatto ad esserci?

Se i presupposti della futura campagna elettorale sono questi, spero solo che, quando arriverà, non ci saranno sommosse, barricate, insurrezioni e non ci scappi pure qualche altro morto. Già, perchè pure quelli che ci sono (tristemente) stati sono senza dubbio colpa dei nostri amministratori.

Che pena che mi fate....

Ing. Augusto Galelli

 

 

Risponde la redazione: il lettore si riferisce a quanto scritto da Belfagor sul numero di domenica 19 aprile 2009 (vedi....). E' un'opinione rispettabilissima, non sta a noi giudicare. Possiamo anche sbagliare e sforzarci di essere più obiettivi. Le critiche sono sempre utili in democrazia. Una cosa soltanto ci preme chiarire. Non seguiremo quel giornalista pubblicista del ponente savonese che, a seguito di un articolo firmato e poco gradito, venne percosso da un noto personaggio alassino che un giorno si e l'altro pure è ospite di giornali, televisioni, con interviste e fotografie.

Il processo che lo vedeva imputato di lesioni  personali, in tribunale, ad Albenga, non arrivò mai al dibattimento in aula. La parte lesa-parte civile (il giornalista) fu risarcito con un bel gruzzolo di milioni (lire), ma sottoscrisse l'impegno davanti ai legali che la notizia non fosse divulgata da organi di informazione. Cosa che puntualmente avvenne.

Il nostro ironico censore, tra l'altro, fa benissimo a difendere anche l'operato della moglie, assessore comunale, che non cita e che noi non abbiamo citato.

Per la storia cittadina, non da oggi ad Alassio accadono fatti singolari. Da cronaca nazionale. Ma fa più paura, a quanto pare, un giornalismo libero che un  pubblico processo penale, in tribunale.

 Ps: Che la vicenda del parcheggio di via Roma, affrontato nel titolo di Trucioli e nelle righe di Belfagor, non fosse una notizia da pettegolezzo maligno, lo conferma la mezza pagina che Il Secolo XIX ha dedicato all'argomento, il 23 aprile, a pagina 27, col titolo "Il giallo dei parcheggi a pagamento"  (vedi....) e con autorevoli dichiarazioni di conferma