versione stampabile

LE RAGIONI DELL’ETICA E

LA POLITICA DEL TERRITORIO


di Antonia Briuglia

Disegno di Serena Salino

Le elezioni a Savona sono già vicine. I gruppi politici savonesi sono già alle prese con riunioni, proposte di accordi, possibili compagini elettoralistiche. Tutto normale come in un qualsiasi Paese dove, essendo terminata una fase amministrativa si pensa già a promuoverne un’altra.

Tutto normale, ma si dà il caso che a Savona e provincia tutto normale non sia o, perlomeno, non sia stato.

 

Non si tratta di giudicare una compagine politica a fronte di un’altra, non è certo questo che ho in animo di fare, anche perché sarebbe alquanto complicato.

Il centrosinistra, a Savona, si è riuscito a identificare molto poco nella sua politica da quella di amministrazioni di centro-destra. Quest’ultimo, poi, che solo ora, comincia ad agitarsi, per strategie elettoralistiche, di fatto, ha puntualmente e opportunamente avvallato scelte operate nel territorio savonese e non solo.

Ha contagiato, soprattutto, quell’idea di “falso sviluppo” in nome del quale si sono e si stanno approvando scempi urbanistici e ulteriori aggressioni ambientali, che hanno portato Savona e provincia ad avere una scadente qualità della vita. Solo quest’ultimo dato avrebbe giustificato un’efficace e più concreta opposizione che, puntualmente, non c’è stata. 

I grandi temi del territorio sui quali si è ampiamente dibattuto: la cementificazione del litorale savonese, il porticciolo della Margonara, la piattaforma Maerks, l’ampliamento della centrale di Vado, i piani Regolatori di diversi Comuni bloccati ad arte, la chiusura e lo spostamento delle ultime realtà industriali, tra cui la Piaggio, per lasciare il posto a progetti immobiliari, non hanno visto opposizioni politiche tra centro destra e centro sinistra, ma solo una forte  contrapposizione con movimenti di opinione e società civile sempre più lontana dai palazzi del potere.

E’ capitato anche che le amministrazioni di questo o quel Comune si siano mostrate più o meno sensibili alle “battaglie”, se il calcolo elettoralistico lo consigliava,( vedi la grande manifestazione promossa a vado da Uniti per la salute) oppure le abbiano puntualmente e pubblicamente denigrate (vedi le aggressioni giornalistiche e le polemiche innescate da Molteni e Ruggeri).

 

La Provincia, poi, con il suo inqualificabile comportamento e le sue diatribe pubbliche, ha dato involontario sostegno a chi le Provincie le vedrebbe volentieri abolite.

 

A Savona tutto questo, però, non sembra scalfire una classe politica sopravvissuta, invecchiata non tanto anagraficamente ma proprio come “sistema”. Un sistema politico che ha perso l’etica delle decisioni e dei comportamenti, il senso di responsabilità nell’agire, i valori e le idee.

Il centro- destra ha elettori, in tutt’Italia, che riconoscono nei propri uomini i leader, così come riescono a votare  Berlusconi, con tutto quello che ormai notoriamente rappresenta.

Il centro- sinistra, anche a Savona, come nel resto d’Italia, non solo non propone leader che siano degni di essere chiamati tali, ma sembra aver perso da tempo i valori da mettere in campo.

Si fa fatica a riconoscere come leader politici: i Sindaci o gli Ex Sindaci dei Comuni savonesi o i Segretari di Partito e  di Sindacato della provincia Savonese.

Si fa fatica a riconoscere come valore di un centro sinistra un’idea di sviluppo unicamente riconducibile a un cancro che sta consumando il territorio portandolo a un punto di non-ritorno.

Un’idea di sviluppo dove la crisi economica, non solo quella recente, ha visto la chiusura di aziende e la fuga di energie lavorative, lasciando il posto a un’obsoleta prospettiva legata solo al cemento e agli investimenti immobiliari di chi vede ancora Savona e Liguria buona terra di conquista.

Quanto potrà durare la convinzione che basti presentarsi in contrapposizione alla destra per essere premiati?

 Fino a quando l’elettorato di sinistra si potrà accontentare di una contrapposizione  artificiale con soli intenti elettorali?

Fino a quando ci recheremo alle urne per votare contro?

Fino a quando fingeremo di credere a falsi programmi, o a tapparci il naso su questa idea di territorio che a Savona accomuna tutte le compagini, anche le nuove pseudo formazioni politiche come Altra Savona?

Eppure sembra che anche questa volta si sia persa una buona occasione per proporre una svolta politica, dove le buone energie  ancora presenti in alcuni partiti della sinistra potessero confluire con i movimenti , con quella tanto bistrattata società civile dove studiosi, medici qualificati e preparati si stanno battendo eroicamente, anche all’interno delle strutture  e degli apparati a cui appartengono.

Si continua a portare acqua al vecchio mulino appoggiando, come hanno dichiarato ultimamente i Comunisti Italiani e come sembra pensi di fare Rifondazione Comunista, il Partito che ci garantisce il posto di potere.

Certo ci si può nascondere dietro quel piccolo punto messo nel programma che ci fornisce vecchi alibi, ma tutto resta inesorabilmente così.

Anche l’Italia dei Valori, a Savona, rappresentata da transfughi di altri partiti, rincorre posti di potere garantiti solo da una compagine con a capo i vecchi DS, avamposti di quella macerata politica nazionale che anche quello che era il più grande partito della sinistra  sembra ben rappresentare.   

 

E’ probabile che anche il popolo, l’elettorato abbia cominciato a perdere il senso dei valori, delle idee politiche e soprattutto dell’etica politica e che, sempre più intento a coltivare orti individuali, si adatti sempre di più alla gestione di un Paese che si avvia a un declino sempre più reale della morale; ma fino a quando ci saranno ancora cittadini che, votano per reali programmi e valori in cui riconoscersi, il rischio dell’astensionismo dell’elettorato di sinistra è sempre più concreto.

 

Potrebbero anche aumentare i savonesi stufi di sentir parlare i soliti nomi della politica savonese su ormai noti programmi, quando è chiaro a tutti che, proprio loro, sono stati gli artefici dei vecchi.

Potrebbero aumentare i savonesi stufi di vecchi slogan, non più persuasivi. Gli uomini del Partito Democratico savonese non possono essere più credibili e coloro che li sostengono rischiano di tradire una pura spartizione di poltrone per continuare, tutti insieme, ad accontentare gruppi di potere (che devono rimanere estranei alla politica) e coltivare clientele.

Non si può sperare, è vero, che Savona sia da esempio, come elemento di svolta. Sperare che si possano coinvolgere, nel progetto del territorio, la maggioranza di cittadini e i numerosi movimenti, invece di incontrarli solo in qualche utile manifestazione o in qualche convegno a tema, sarebbe sperare nella fine della cattiva politica, dove invece a farla da padroni sono gruppi economici e di potere con priorità diverse dal bene pubblico.

 

La sensazione è sempre quella di sentirsi presi in giro, perché in un modo o nell’altro le cose andranno come era previsto che andassero: la piattaforma Mareks nonostante le evidenti difficoltà partirà e non certo per dare risposte lavorative al territorio; i progetti di cementificazione andranno avanti e le loro inutili e impattanti volumetrie faranno a meno di Piani Regolatori che potranno solo, quando sarà il momento, ratificarle.

Il porto della Margonara si troverà il modo di realizzarlo e forse anche il grattacielo e la “nuvola”, se non altro per non contraddire l’Autorità Portuale che minaccia in modo sempre più esplicito le Amministrazioni che con i loro organi tecnici hanno osato contraddirla.

Anche la Centrale a Carbone si troverà il modo di potenziarla con adeguate motivazioni e, poi, si potrà sempre dare la colpa al Governo Nazionale e al ministro all’Ambiente che ha agito con prevaricazione.

 

Intanto la mancata soluzione dei problemi che vanno dalla viabilità alla raccolta dei rifiuti, dal grave inquinamento atmosferico alla cementificazione, dalla carenza di verde e zone pedonali a quella di luoghi pubblici di aggregazione culturale, fanno scendere sempre più Savona e i paesi della provincia nelle parti basse della classifica nazionale in tema di vivibilità tanto cara a “sudditi” e “ pantofolai”!.

 

                                                ANTONIA BRIUGLIA