TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni LE RAGIONI DELL’ETICA E
LA
POLITICA DEL TERRITORIO
Le
elezioni a Savona sono già vicine. I gruppi politici savonesi
sono già alle prese con riunioni, proposte di accordi, possibili
compagini elettoralistiche. Tutto normale come in un qualsiasi Paese
dove, essendo terminata una fase amministrativa si pensa già a
promuoverne un’altra. Tutto normale, ma si dà il caso che a Savona e
provincia tutto normale non sia o, perlomeno, non sia stato. Non si tratta di giudicare una compagine politica
a fronte di un’altra, non è certo questo che ho in animo di fare,
anche perché sarebbe alquanto complicato. Il
centrosinistra, a Savona, si è riuscito a identificare molto
poco nella sua politica da quella di amministrazioni di
centro-destra.
Quest’ultimo, poi, che solo ora, comincia ad agitarsi, per strategie
elettoralistiche, di fatto, ha puntualmente e opportunamente
avvallato scelte operate nel territorio savonese e non solo. Ha contagiato, soprattutto, quell’idea di “falso
sviluppo” in nome del quale si sono e si stanno approvando scempi
urbanistici e ulteriori aggressioni ambientali, che hanno portato
Savona e provincia ad avere una
scadente qualità della vita.
Solo quest’ultimo dato avrebbe giustificato un’efficace e più
concreta opposizione che, puntualmente, non c’è stata.
I grandi temi del territorio sui quali si è
ampiamente dibattuto: la
cementificazione del litorale savonese, il porticciolo della
Margonara, la piattaforma Maerks, l’ampliamento della centrale di
Vado, i piani Regolatori di diversi Comuni bloccati ad arte, la
chiusura e lo spostamento delle ultime realtà industriali, tra cui
la Piaggio, per lasciare
il posto a progetti immobiliari, non hanno visto opposizioni
politiche tra centro destra e centro sinistra, ma solo una forte
contrapposizione con movimenti di opinione e società civile
sempre più lontana dai palazzi del potere. E’ capitato anche che le amministrazioni di
questo o quel Comune si siano mostrate più o meno sensibili alle
“battaglie”, se il calcolo elettoralistico lo consigliava,( vedi la
grande manifestazione promossa a vado da
Uniti per la salute)
oppure le abbiano puntualmente e pubblicamente denigrate (vedi le
aggressioni giornalistiche e le polemiche innescate da
Molteni e Ruggeri). La Provincia, poi, con il suo inqualificabile
comportamento e le sue diatribe pubbliche, ha dato involontario
sostegno a chi le Provincie le vedrebbe volentieri abolite. A Savona tutto questo, però, non sembra scalfire una classe politica sopravvissuta, invecchiata non tanto anagraficamente ma proprio come “sistema”. Un sistema politico che ha perso l’etica delle decisioni e dei comportamenti, il senso di responsabilità nell’agire, i valori e le idee .Il centro- destra ha elettori, in tutt’Italia,
che riconoscono nei propri uomini i leader, così come riescono a
votare Berlusconi, con tutto
quello che ormai notoriamente rappresenta. Il centro- sinistra, anche a Savona, come nel
resto d’Italia, non solo non propone leader che siano degni di
essere chiamati tali, ma sembra aver perso da tempo i valori da
mettere in campo. Si fa fatica a riconoscere come leader politici:
i Sindaci o gli Ex Sindaci dei Comuni savonesi o i Segretari di
Partito e di Sindacato della
provincia Savonese. Si fa fatica a riconoscere come valore di un
centro sinistra un’idea di sviluppo unicamente riconducibile a un
cancro che sta consumando il territorio portandolo a un punto di
non-ritorno. Un’idea di sviluppo dove la crisi economica, non
solo quella recente, ha visto la chiusura di aziende e la fuga di
energie lavorative, lasciando il posto a un’obsoleta prospettiva
legata solo al cemento e agli investimenti immobiliari di chi vede
ancora Savona e Liguria buona terra di conquista. Quanto potrà durare la convinzione che basti
presentarsi in contrapposizione alla destra per essere premiati?
Fino
a quando l’elettorato di sinistra si potrà accontentare di una
contrapposizione artificiale
con soli intenti elettorali? Fino a quando ci recheremo alle urne per votare
contro? Fino a quando fingeremo di credere a falsi
programmi, o a tapparci il naso su questa idea di territorio che a
Savona accomuna tutte le compagini, anche le nuove pseudo formazioni
politiche come Altra Savona? Eppure sembra che anche questa volta si sia persa
una buona occasione per proporre una
svolta politica, dove le
buone energie ancora
presenti in alcuni partiti
della sinistra potessero confluire con i
movimenti , con quella
tanto bistrattata società
civile dove studiosi, medici qualificati e preparati si stanno
battendo eroicamente, anche all’interno delle strutture
e degli apparati a cui appartengono. Si continua a portare acqua al vecchio mulino
appoggiando, come hanno dichiarato ultimamente i
Comunisti Italiani e
come sembra pensi di fare
Rifondazione Comunista, il Partito che ci garantisce il posto di
potere. Certo ci si può nascondere dietro quel piccolo
punto messo nel programma che ci fornisce vecchi alibi, ma tutto
resta inesorabilmente così. Anche
l’Italia dei Valori, a Savona, rappresentata da transfughi di
altri partiti, rincorre posti di potere garantiti solo da una
compagine con a capo i vecchi DS, avamposti di quella macerata
politica nazionale che anche quello che era il più grande partito
della sinistra sembra
ben rappresentare. E’ probabile che anche il popolo, l’elettorato
abbia cominciato a perdere il senso dei valori, delle idee politiche
e soprattutto dell’etica politica e che, sempre più intento a
coltivare orti individuali, si adatti sempre di più alla gestione di
un Paese che si avvia a un declino sempre più reale della morale; ma
fino a quando ci saranno ancora cittadini che, votano per reali
programmi e valori in cui riconoscersi,
il rischio dell’astensionismo dell’elettorato di sinistra è sempre
più concreto.
Potrebbero anche aumentare i savonesi stufi di
sentir parlare i soliti nomi della politica savonese su ormai noti
programmi, quando è chiaro a tutti che, proprio loro, sono stati gli
artefici dei vecchi. Potrebbero aumentare i savonesi stufi di vecchi
slogan, non più persuasivi. Gli uomini del
Partito Democratico
savonese non possono essere più credibili e coloro che li sostengono
rischiano di tradire una pura spartizione di poltrone per
continuare, tutti insieme, ad accontentare gruppi di potere (che
devono rimanere estranei alla politica) e coltivare clientele. Non si può sperare, è vero, che Savona sia da
esempio, come elemento di svolta. Sperare che si possano
coinvolgere, nel progetto del territorio, la maggioranza di
cittadini e i numerosi movimenti, invece di incontrarli solo in
qualche utile manifestazione o in qualche convegno a tema, sarebbe
sperare nella fine della cattiva politica, dove invece a farla da
padroni sono gruppi economici e di potere con priorità diverse dal
bene pubblico. La sensazione è sempre quella di sentirsi presi
in giro, perché in un modo o nell’altro le cose andranno come era
previsto che andassero: la
piattaforma Mareks nonostante le evidenti difficoltà partirà e non
certo per dare risposte lavorative al territorio; i progetti di
cementificazione andranno avanti e le loro inutili e impattanti
volumetrie faranno a meno di Piani Regolatori che potranno solo,
quando sarà il momento, ratificarle.
Il porto della Margonara si troverà il modo di realizzarlo e forse
anche il grattacielo e la “nuvola”, se non altro per non contraddire
l’Autorità Portuale che minaccia in modo sempre più esplicito le
Amministrazioni che con i loro organi tecnici hanno osato
contraddirla.
Anche la Centrale a Carbone si troverà il modo di potenziarla con
adeguate motivazioni e, poi, si potrà sempre dare la colpa al
Governo Nazionale e al ministro all’Ambiente che ha agito con
prevaricazione.
Intanto la mancata soluzione dei problemi che
vanno dalla viabilità alla raccolta dei rifiuti, dal grave
inquinamento atmosferico alla cementificazione, dalla carenza di
verde e zone pedonali a quella di luoghi pubblici di aggregazione
culturale, fanno scendere sempre più Savona e i paesi della
provincia nelle parti basse della classifica nazionale in tema di
vivibilità tanto cara a “sudditi” e “ pantofolai”!.
ANTONIA
BRIUGLIA
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