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CENTRALE A CARBONE : IL GIOCO DI SQUADRA!!!

Avanti col carbone!!

 

   di Antonia Briuglia



Andrea Clavarino Presidente Assocarboni

Era cominciato qualche tempo fa con la Terza Conferenza Internazionale sulle tecnologie pulite, organizzata da Sotacarbo, Enea, Iea e Assocarboni.

No, come avrete già capito, non mi sto riferendo alle energie pulite rinnovabili, ma proprio al carbone.

In quell’occasione il Presidente Clavarino elencava i pregi delle centrali a carbone italiane.

  Poche centrali, ma molto più efficienti della media europea.

Poche, ma estremamente lanciate negli investimenti sul fronte ambientale.”

In quella sede si comunicò che l’Italia investiva 4 miliardi di euro per rendere il carbone compatibile con l’ambiente: centrali ad emissioni zero e, dato che, contrariamente a quello che era la mia convinzione,” il carbone sarà indiscutibilmente la fonte energetica del futuro, bisogna lavorare per renderlo meno impattante!”.

Tra le più moderne centrali a carbone si portava proprio l’esempio di Civitavecchia:” una centrale capace di ridurre dell’80% l’emissione di anidride solforosa, del 61% di ossido di azoto, dell’82% di polveri e del 18% di anidride carbonica.”

Altro argomento sponsor del carbone era, poi, il più populistico risparmio in bolletta che ammonterebbe a 10 miliardi l’anno se si raddoppiasse la produzione di energia con carbone, incrementandola magari fino a 30/40 milioni di tonnellate.

Peccato, si lamentava, che “queste idee così innovative siano osteggiate da preconcetti ingiustificati che fanno percepire il carbone, all’opinione pubblica, come altamente inquinante”.

 

Fulvio Conti, amministratore delegato dell’Enel, tornando sulla centrale di Civitavecchia, affermava che” la riconversione della centrale, da olio combustibile a carbone, avrebbe comportato grandi vantaggi economici e ambientali, abbattendo anche le emissioni a un livello pari a metà dei limiti imposti dall’Europa” .

Tutto a posto quindi, il progetto di quella centrale, costato 1,5 miliardi euro e  approvato dal Governo e dalle Amministrazioni locali, senza alcuna opposizione poteva andare avanti tranquillamente, come da copione.  A Civitavecchia le cose non stanno proprio così e Greenpeace, nella sua recente contestazione, denuncia emissioni per 10 milioni di tonnellate di CO2 e chiede una moratoria sulla stessa centrale proprio per il rispetto di quei parametri europei che oggi invece sono, inesorabilmente, sempre più lontani.

 

Per la Sotacarbo la causa del “mancato progresso nella produzione di energia elettrica in Italia sta, infatti, nella disinformazione del cittadino che non conosce le moderne tecnologie italiane di movimentazione e combustione che rendono il carbone, una fonte energetica perfettamente compatibile con l’ambiente e ne ostacola l’applicazione.”

“I produttori di energia elettrica italiani, invece, hanno investito, nel quinquennio 1995/2004, oltre 4.000 milioni di euro per l’ambientalizzazione delle centrali a carbone per portarle a standard di eccellenza.”

Infatti, oggi, sempre per Sotacarbo, questi investimenti hanno raggiunto la riduzione dell’:

80% di anidride solforosa

75% di polveri

60% di ossidi di azoto

Recupero del 100% di ceneri e gessi

Infine 8 centrali sono certificate EMAS (mentre in Europa non ce n’è una)

Insomma per ridurre i rischi di black out e per sfruttare un approvvigionamento garantito per 230 anni, dobbiamo costruire centrali a carbone o potenziare le esistenti.

Tra l’altro la cattedra di Igiene Industriale dell’Università di Brescia ha confermato l’assenza di patologie e di disturbi legati all’attività delle centrali a carbone.

Nomisma e le scelte del Governo

 

In un articolo apparso sulla Stampa il 21/10/2008, Davide Tabarelli, fondatore e presidente di Nomisma Energia riteneva  le indicazione della Comunità Europea sul pacchetto energia concernenti l’abbattimento del 20% di CO2 entro il 2020, “fortemente irreali sia per Paesi Europei che vogliono fare i primi della classe ma soprattutto per l’Italia.”      

  Dichiarava inoltre che quest’ultima “si trova oggi a dovere affrontare questo spinoso problema, per responsabilità dell’allora Ministro Pecoraro Scanio, un fondamentalista che, ai tavoli europei, ebbe il torto di accettare tutto”!

Tabarelli inoltre, alle domande del giornalista Grassi, affermava che “se in Italia non si va avanti con le fonti rinnovabili, non è responsabilità delle lobby del petrolio e del carbone, ma è  perché bisogna lottare contro il 2° principio della termodinamica”! (!?)

Principio che dovrà spiegare meglio al suo collega Mastropietri, responsabile Nomisma del Mezzogiorno, fautore invece del solare e fotovoltaico e sostenitore di progetti concreti in quella direzione.

 

Intanto, il 26 novembre il SecoloXIX,  pubblica la ricerca Nomisma sull’Energia presentata a Roma ufficialmente,e titola con l’affermazione di Tabarelli :

Il carbone non è nemico di ambiente e agricoltura”!

 

Tabarelli dichiara di capire la difficile convivenza del territorio con le centrali a carbone, ma sostiene che il loro rapporto con l’economia e l’industria rimane fondamentale e anzi che quelle di La Spezia e Vado( che, a suo dire, non sono vicino al centro cittadino!) andrebbero potenziate. In sinergia con quanto affermava a Savona Il presidente degli industriali Macciò.

Lo studio Nomisma, conforme a una perfetta regia, assolve le centrali a carbone e cita, guarda caso,, i risultati confortanti sui rilevamenti di PM10 promossi dalle Provincie che ospitano le centrali in questione.

Tabarelli sostiene che sul problema delle emissioni e in principal modo di CO2 e anidride solforosa, bisogna investire anche su filtri ad alta tecnologia e che se le centrali sono più grandi è meglio, in quanto lasciano più margine per intervenire”! Insomma è vero che la Liguria è la regione che ospita più centrali a carbone, ma il carbone è un’esigenza importante per l’industria e l’economia, pur con i suoi limiti.

 

La Commissione Ambiente

 

Il 3 dicembre alle 8.50 la Commisiione ambiente della Camera nelle audizioni informali riceve i rappresentanti di Nomisma Energia e di Enea nell’ambito dell’esame delle proposte riguardo gli atti normativi comunitari riguardanti la parte di competenza del pacchetto clima-energia.

 

Parere favorevole di VIA dal Governo

 

A Vado le cose precipitano quando, come un fulmine a ciel sereno, arriva il parere favorevole di VIA del Governo al potenziamento della centrale, con grande riprovazione delle Amministrazioni locali e Regionali che si vedono scavalcate nelle decisioni.

Alla mobilitazione degli ambientalisti, sempre attivi sulla questione, ma spesso ignorati, si pensa di accodarsi provvidenzialmente e presenziare, anche perché essendo in aria di elezioni non si sa mai!!!!

Qualche Sindaco titola sulle pagine dei quotidiani locali:” Aggressione al territorio!” Lui di aggressioni è esperto, sa di cosa parla!

Gli Amministratori decidono anche di aderire, in massa, alla manifestazione del 13 dicembre, indetta da UNITI PER LA SALUTE, ( noi ci saremo comunque !!!!) magari con tanto di Sindaci in testa con la fascia tricolore.

Finalmente tutti ricompattati contro la destra, Berlusconi e la Prestigiacomo che decidono sulla testa dei Comuni e soprattutto della gente.

Lunardon e Giacobbe

Il “pacchetto” di Giacobbe e Lunardon

 

Un altro fulmine, però si abbatte sull’annosa questione e compare sulle pagine del Secolo XIX, il 6 dicembre.

Il Segretario Provinciale DS, Lunardon e il Sindaco di Vado Giacobbe nel ribadire il NO propongono, alla Tirreno Power , che si ristrutturino i due gruppi a carbone esistenti, in modo da renderli più efficienti con un 20% di energia in più e l’abbattimento di CO2 !!!!!

 In una formulazione che sarebbe stato meglio dibattere in un Consiglio Comunale invece che in una Federazione di partito, chiedono che il controllo sia pubblico ( i vantaggi di questo, da chi non ha saputo controllare le emissioni e opporsi  quando doveva e poteva farlo, saranno notevoli!), chiedono inoltre il teleriscaldamento ,le fonti rinnovabili( non si capisce da chi, visto la provincia di Savona e i suoi Comuni non hanno mai promosso politiche in merito?) e il riciclo dell’acqua .

Un sospettoso virtuosismo dell’ultima ora, da parte di chi si sente  responsabile invece che della salute pubblica e della difesa del suo territorio, da anni compromesso, della capacità produttiva dell’azienda.

 

I medici chiedono le dimissioni!

 

A Savona da molto tempo i Medici hanno, non solo preso posizione sulla vicenda, ma sostenuto con un serio e competente lavoro l’opposizione al potenziamento e la richiesta depotenziamento dell’attuale centrale a carbone.

Il dott. Franceschi portavoce per la Liguria del Coordinamento nazionale Comitato dei medici per la salute e l’ambiente, fornisce un’ampia disamina dei motivi alla base della denuncia che vede la centrale come maggiore causa d’inquinamento nella Provincia.

Franceschi sostiene che” le ventilate modernizzazioni (non BAT ,ma a polverino di carbone ) che con un totale di 1900 MW dovrebbero portare, a detta di T.P., ad un abbattimento di 7,3 t/a di ossidi di zolfo, di 1,1 di ossidi di azoto e di 3,2 di polveri sottili, sono facilmente confutabili.”

Gli interventi sui gruppi esistenti non sarebbero poi così moderni, ma di banale ambientalizzazione”,( quella per cui l’Italia avrebbe speso tutti quei  denari di cui la Sotacarbo  parlava). Un’ambientalizzazione difficile per gruppi che, come sostiene Franceschi e il MODA (altro gruppo di medici), inquina per ogni MW una quantità di:

3,4 volte superiori, di ossidi di zolfo

2.4 volte superiori, di azoto

2 volte superiori, di polveri sottili

rispetto al nuovo gruppo in progetto.

Franceschi ci ricorda come “da anni viene denunciata la ridicola dichiarazione sulle emissioni di polveri da parte di TP, corrispondente a 30 volte inferiore a quella reale, e dove alle emissione di polveri primarie bisogna sommare le secondarie, più importanti e pericolose delle prime (formate dopo la fuoriuscita dei fumi dalle ciminiere).”

 Ci assicura inoltre che “la procedura d’urgenza con cui è stata avviata la pratica, che passerà dal Ministero dell’Ambiente( Prestigiacomo) a quello dello Sviluppo economico (Scajola) poteva essere bloccata con un ricorso da parte della Regione che contrastasse gli ingiustificati motivi d’urgenza, mentre il  parere consultivo degli Enti locali , non sembra essere stato così negativo.

Invece di citare i dati riguardanti l’inquinamento, che avrebbe potuto fornire, la Regione conclude il suo parere :-le conclusioni a cui giunge la relazione di incidenza sono sostanzialmente condivisibili- e quindi non sarà impattante!”

Gli studi IST e ARPAL commissionati dalla stessa Regione giungono, poi, proprio mentre la Commissione Ministeriale aspettava di pronunciarsi, dando un utile contributo al pronunciamento favorevole della stessa.

Questi, con buona pace di tutti, concludevano:

-la mortalità per tumore nella Provincia di Savona non dipende da fattori ambientali. E’ sotto la media nazionale, quindi nessun rischio per la salute deriva dall’ambiente.-

L’IST dichiara la mortalità per patologie cardiovascolari dipendente dagli stili di vita errati della gente e non fattori AMBIENTALI.

I dati in possesso dell’Ordine dei Medici di Savona, più volte denunciati all’opinione pubblica dallo stesso Franceschi  e dal Dott. Trucco, Presidente dell’ordine stesso, dimostrano invece il contrario e la disonestà intellettuale di chi le pronuncia.

 

Non è una magia!!!

 

L’ing. Gosio, manager della T.P., in un intervista al Secolo XIX del 28/11/08, descriveva il progetto di ampliamento come una scatola ”da una parte entra il carbone dall’altra più energia, ma le emissioni saranno inferiori a quelle attuali!”

I dottori Torcello e Fadda del MODA ci forniscono, invece, tabelle ufficiali comparative dove si evince che le emissioni col nuovo gruppo saranno in totale rispetto al 2006:

-di CO2 da 3,8 milioni t/a a 7,5

-di SO2 da 5,800 t/a  a 5900

-di NOx da 3153 t/a   a 4500

 

“Essi dimostrano come la TP nelle sue affermazioni non tenga conto del gruppo a gas, attivato nel 2007, che aumenta le emissioni di CO2 e NOx”

 

E le polveri sottili?

La TP le definisce irrisorie con 153 t/a.

In realtà l’UE con approfonditi studi nel settore ci porta a calcolare quale sarà l’impatto sull’ambiente delle stesse: circa 7000 t/a di polveri cancerogene e cardiotossiche con impatto devastante.

La produzione di CO2 ci farà poi allontanare definitivamente dalle previsioni di Kyoto e dalle imposizioni dell’UE con un aggravio sia in bolletta, che in danni alla salute stimato dalla stessa UE da 110 milioni  a 500 milioni di euro l’anno per mortalità prematura.”

 

E’ vero non è una magia!!!!!

                                                              ANTONIA BRIUGLIA