TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
CENTRALE A CARBONE : IL GIOCO DI SQUADRA!!!
Era cominciato qualche tempo fa con la Terza Conferenza
Internazionale sulle tecnologie pulite, organizzata da
Sotacarbo,
Enea,
Iea e Assocarboni.
No, come avrete già capito, non mi sto riferendo alle energie
pulite rinnovabili, ma proprio al carbone.
In quell’occasione il Presidente
Clavarino elencava i
pregi delle centrali a carbone italiane.
” Poche centrali, ma molto
più efficienti della media europea.
Poche, ma estremamente lanciate negli investimenti sul fronte
ambientale.”
In quella sede si comunicò che l’Italia investiva 4 miliardi di
euro per rendere il carbone compatibile con l’ambiente: centrali
ad emissioni zero e, dato che, contrariamente a quello che era
la mia convinzione,” il carbone sarà indiscutibilmente la fonte energetica del futuro,
bisogna lavorare per renderlo meno impattante!”.
Tra le più moderne centrali a carbone si portava proprio
l’esempio di Civitavecchia:”
una centrale capace di
ridurre dell’80% l’emissione di anidride solforosa, del 61% di
ossido di azoto, dell’82% di polveri e del 18% di anidride
carbonica.”
Altro argomento sponsor del carbone era, poi, il più populistico
risparmio in bolletta che
ammonterebbe a 10 miliardi l’anno se si raddoppiasse la
produzione di energia con carbone, incrementandola magari fino a
30/40 milioni di tonnellate.
Peccato, si lamentava, che
“queste idee così innovative siano osteggiate da preconcetti
ingiustificati che fanno percepire il carbone, all’opinione
pubblica, come altamente inquinante”.
Fulvio Conti,
amministratore delegato dell’Enel, tornando sulla centrale di
Civitavecchia, affermava che”
la riconversione della centrale, da olio combustibile a carbone,
avrebbe comportato grandi vantaggi economici e ambientali,
abbattendo anche le emissioni a un livello pari a metà dei
limiti imposti dall’Europa” .
Tutto a posto quindi, il progetto di quella centrale, costato
1,5 miliardi euro e approvato
dal Governo e dalle Amministrazioni locali, senza alcuna
opposizione poteva andare avanti tranquillamente, come da
copione. A Civitavecchia
le cose non stanno proprio così e Greenpeace, nella sua recente
contestazione, denuncia emissioni per 10 milioni di tonnellate
di CO2 e chiede una moratoria sulla stessa centrale proprio per
il rispetto di quei parametri europei che oggi invece sono,
inesorabilmente, sempre più lontani.
Per la Sotacarbo la
causa del “mancato
progresso nella produzione di energia elettrica in Italia sta,
infatti, nella disinformazione del cittadino che non conosce le
moderne tecnologie italiane di movimentazione e combustione che
rendono il carbone, una fonte energetica perfettamente
compatibile con l’ambiente e ne ostacola l’applicazione.”
“I produttori di energia elettrica italiani, invece, hanno
investito, nel quinquennio 1995/2004, oltre 4.000 milioni di
euro per l’ambientalizzazione delle centrali a carbone
per portarle a standard di eccellenza.”
Infatti, oggi, sempre per Sotacarbo, questi investimenti hanno
raggiunto la riduzione dell’:
80% di anidride solforosa
75% di polveri
60% di ossidi di azoto
Recupero del 100% di ceneri e gessi
Infine 8 centrali sono certificate EMAS (mentre in Europa non ce
n’è una)
Insomma per ridurre i rischi di black out e per sfruttare un
approvvigionamento garantito per 230 anni, dobbiamo costruire
centrali a carbone o potenziare le esistenti.
Tra l’altro la cattedra di Igiene Industriale dell’Università di
Brescia ha confermato l’assenza di patologie e di disturbi
legati all’attività delle centrali a carbone.
Nomisma e le scelte del Governo
In un articolo apparso
sulla Stampa il 21/10/2008,
Davide Tabarelli,
fondatore e presidente di
Nomisma Energia riteneva
le indicazione della Comunità Europea sul pacchetto
energia concernenti l’abbattimento del 20% di CO2 entro il 2020,
“fortemente irreali sia
per Paesi Europei che vogliono fare i primi della classe ma
soprattutto per l’Italia.”
Dichiarava inoltre che
quest’ultima “si trova
oggi a dovere affrontare questo spinoso problema, per
responsabilità dell’allora
Ministro Pecoraro Scanio, un fondamentalista che, ai tavoli europei,
ebbe il torto di accettare tutto”!
Tabarelli
inoltre, alle domande del giornalista
Grassi, affermava che
“se in Italia non si va
avanti con le fonti rinnovabili, non è responsabilità delle
lobby del petrolio e del carbone, ma è
perché bisogna lottare
contro il 2° principio della termodinamica”! (!?)
Principio che dovrà spiegare meglio al suo collega
Mastropietri,
responsabile Nomisma del Mezzogiorno, fautore invece del solare
e fotovoltaico e sostenitore di progetti concreti in quella
direzione.
Intanto, il 26 novembre il SecoloXIX,
pubblica la ricerca
Nomisma sull’Energia
presentata a Roma ufficialmente,e titola con l’affermazione di
Tabarelli :
“Il carbone non è nemico di ambiente e agricoltura”!
Tabarelli
dichiara di capire la difficile convivenza del territorio con le
centrali a carbone, ma sostiene che il loro rapporto con
l’economia e l’industria rimane fondamentale e anzi che quelle
di La Spezia e Vado( che, a suo dire, non sono vicino al centro
cittadino!) andrebbero potenziate. In sinergia con quanto
affermava a Savona Il presidente degli industriali
Macciò.
Lo studio Nomisma, conforme a una perfetta regia, assolve le
centrali a carbone e cita, guarda caso,, i risultati confortanti
sui rilevamenti di PM10 promossi dalle Provincie che ospitano le
centrali in questione.
Tabarelli sostiene che sul problema delle emissioni e in
principal modo di CO2 e anidride solforosa, bisogna investire
anche su filtri ad alta tecnologia e che se le centrali sono
più grandi è meglio, in quanto lasciano più margine per
intervenire”! Insomma è vero che la Liguria è la regione che
ospita più centrali a carbone, ma il carbone è un’esigenza
importante per l’industria e l’economia, pur con i suoi limiti.
La Commissione Ambiente
Il 3 dicembre alle 8.50
la Commisiione ambiente della Camera nelle audizioni
informali riceve i rappresentanti di Nomisma Energia e di Enea
nell’ambito dell’esame delle proposte riguardo gli atti
normativi comunitari riguardanti la parte di competenza del
pacchetto clima-energia.
Parere favorevole di VIA dal Governo
A Vado le cose precipitano quando, come un fulmine a ciel
sereno, arriva il parere favorevole di
VIA del Governo al
potenziamento della centrale, con grande riprovazione delle
Amministrazioni locali e Regionali che si vedono scavalcate
nelle decisioni.
Alla mobilitazione degli ambientalisti, sempre attivi sulla
questione, ma spesso ignorati, si pensa di accodarsi
provvidenzialmente e presenziare, anche perché essendo in aria
di elezioni non si sa mai!!!!
Qualche Sindaco titola sulle pagine dei quotidiani locali:”
Aggressione al territorio!”
Lui di aggressioni è esperto, sa di cosa parla!
Gli Amministratori decidono anche di aderire, in massa, alla
manifestazione del 13
dicembre, indetta da
UNITI PER LA SALUTE, ( noi ci saremo comunque !!!!) magari
con tanto di Sindaci in testa con la fascia tricolore.
Finalmente tutti ricompattati contro la destra,
Berlusconi e la
Prestigiacomo che
decidono sulla testa dei Comuni e soprattutto della gente.
Il “pacchetto” di Giacobbe e Lunardon
Un altro fulmine, però si abbatte sull’annosa questione e
compare sulle pagine del Secolo XIX, il 6 dicembre.
Il Segretario Provinciale DS,
Lunardon e il Sindaco
di Vado Giacobbe nel
ribadire il NO propongono, alla Tirreno Power , che si
ristrutturino i due gruppi a carbone esistenti, in modo da
renderli più efficienti con un 20% di energia in più e
l’abbattimento di CO2 !!!!!
In una formulazione che sarebbe stato meglio dibattere in un
Consiglio Comunale invece che in una Federazione di partito,
chiedono che il controllo sia
pubblico ( i vantaggi di questo, da chi non ha saputo
controllare le emissioni e opporsi
quando doveva e poteva farlo, saranno notevoli!),
chiedono inoltre il teleriscaldamento ,le fonti
rinnovabili( non si capisce da chi, visto la provincia di
Savona e i suoi Comuni non hanno mai promosso politiche in
merito?) e il riciclo dell’acqua .
Un sospettoso virtuosismo dell’ultima ora, da parte di chi si
sente responsabile invece
che della salute pubblica e della difesa del suo territorio, da
anni compromesso, della capacità produttiva dell’azienda.
I medici chiedono le dimissioni!
A Savona da molto tempo i Medici hanno, non solo preso posizione
sulla vicenda, ma sostenuto con un serio e competente lavoro
l’opposizione al potenziamento e la richiesta depotenziamento
dell’attuale centrale a carbone.
Il dott. Franceschi
portavoce per la Liguria del Coordinamento nazionale Comitato
dei medici per la salute e l’ambiente, fornisce un’ampia
disamina dei motivi alla base della denuncia che vede la
centrale come maggiore causa d’inquinamento nella Provincia.
Franceschi sostiene che”
le ventilate modernizzazioni (non BAT ,ma a polverino di carbone
) che con un totale di 1900 MW dovrebbero portare, a detta di
T.P., ad un abbattimento di 7,3 t/a di ossidi di zolfo, di 1,1
di ossidi di azoto e di 3,2 di polveri sottili, sono facilmente
confutabili.”
“Gli interventi sui gruppi
esistenti non sarebbero poi così moderni, ma di banale
ambientalizzazione”,( quella per cui l’Italia avrebbe speso
tutti quei denari di
cui la Sotacarbo
parlava). Un’ambientalizzazione difficile per gruppi che, come
sostiene Franceschi e il MODA (altro gruppo di medici), inquina
per ogni MW una quantità di:
3,4 volte superiori, di ossidi di zolfo
2.4 volte superiori, di azoto
2 volte superiori, di polveri sottili
rispetto al nuovo gruppo in progetto.
Franceschi ci ricorda come “da
anni viene denunciata la ridicola dichiarazione sulle emissioni
di polveri da parte di TP, corrispondente a 30 volte inferiore a
quella reale, e dove alle emissione di polveri primarie bisogna
sommare le secondarie, più importanti e pericolose delle prime
(formate dopo la fuoriuscita dei fumi dalle ciminiere).”
Ci assicura inoltre che “la procedura d’urgenza con cui è stata avviata la pratica, che passerà
dal Ministero dell’Ambiente(
Prestigiacomo) a quello dello Sviluppo economico
(Scajola) poteva essere bloccata con un ricorso da parte della
Regione che contrastasse gli ingiustificati motivi d’urgenza,
mentre il parere
consultivo degli Enti locali , non sembra essere stato così
negativo.
Invece di citare i dati riguardanti l’inquinamento, che avrebbe
potuto fornire, la
Regione conclude il suo parere :-le conclusioni a cui giunge
la relazione di incidenza sono sostanzialmente condivisibili- e
quindi non sarà impattante!”
Gli studi IST e ARPAL
commissionati dalla stessa Regione giungono, poi, proprio mentre
la Commissione Ministeriale aspettava di pronunciarsi, dando un
utile contributo al pronunciamento favorevole della stessa.
Questi, con buona pace di tutti, concludevano:
-la mortalità per tumore nella Provincia di Savona non
dipende da fattori ambientali. E’ sotto la media nazionale,
quindi nessun rischio per la salute deriva dall’ambiente.-
L’IST dichiara la mortalità per patologie cardiovascolari
dipendente dagli stili di vita errati della gente e non fattori
AMBIENTALI.
I dati in possesso dell’Ordine dei Medici di Savona, più volte
denunciati all’opinione pubblica dallo stesso Franceschi
e dal Dott.
Trucco, Presidente dell’ordine stesso, dimostrano invece il
contrario e la disonestà intellettuale di chi le pronuncia.
Non è una magia!!!
L’ing. Gosio,
manager della T.P., in un intervista al Secolo XIX del 28/11/08,
descriveva il progetto di ampliamento come una scatola ”da
una parte entra il carbone dall’altra più energia, ma le
emissioni saranno inferiori a quelle attuali!”
I dottori Torcello e
Fadda del MODA ci
forniscono, invece, tabelle ufficiali comparative dove si evince
che le emissioni col nuovo gruppo saranno in totale rispetto al
2006:
-di CO2 da 3,8 milioni t/a a 7,5
-di SO2 da 5,800 t/a
a 5900
-di NOx da 3153 t/a
a 4500
“Essi dimostrano come la TP nelle sue affermazioni non tenga
conto del gruppo a gas, attivato nel 2007, che aumenta le
emissioni di CO2 e NOx”
E le polveri sottili?
“La TP le definisce
irrisorie con 153 t/a.
In realtà l’UE con approfonditi studi nel settore ci porta a
calcolare quale sarà l’impatto sull’ambiente delle stesse: circa
7000 t/a di polveri cancerogene e cardiotossiche con impatto
devastante.
La produzione di CO2 ci farà poi allontanare definitivamente
dalle previsioni di Kyoto e dalle imposizioni dell’UE con un
aggravio sia in bolletta, che in danni alla salute stimato dalla
stessa UE da 110 milioni
a 500 milioni di euro l’anno per mortalità prematura.”
E’ vero non è una magia!!!!!
ANTONIA BRIUGLIA
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