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Intervista della settimana/Attilio Melone, l’ingegnere che scrive romanzi   

Se muore la Ferrania…

Se la piattaforma non decolla…

Ex dirigente all’Ansaldo, ex consigliere comunale Dc, lancia un messaggio

    di Luciano Corrado

<Quella fabbrica è una miniera da recuperare, un contenitore ricco di intelligenze e capacità tecnico-scientifiche. Senza piattaforma a Vado, il porto di Savona non ha futuro e ai vadesi vorrei chiedere dove vogliono trovare posti di lavoro per i figli. Certamente i camion dovranno essere sostituiti dai treni. L’espansione edilizia sul litorale non tiene conto della congestione viaria e dell’Aurelia che attraversa le città. Ho votato per il sindaco Berruti. Carlo Russo il politico più acuto che abbia avuto Savona.  Poco valorizzati, in loco, Fabio Fazio, Freccero e Grasso. L’amico di spiaggia dei Bagni Umberto? Lo scrittore-opinionista Massimo Fini. I compagni di classe? Biggi, Quaini, Bondavalli. Il mio punto di riferimento era Nanni Russo.  Ammirazione per Marengo e Pastore. Non dimentichiamo Profumo, rettore al politecnico di Torino, potrebbe essere il futuro sindaco di Savona. I miei giorni più tristi in Comune? Quando vedevo prevalere gli interessi di pochi. Eravamo innamorati di Loano, l’hanno distrutta>


Attilio Melone

Savona – Vive a Savona  da 58 anni. E’ arrivato bambino, dalla natia Vercelli. Attilio Melone, ingegnere chimico, per anni dirigente industriale con esperienze internazionali, consigliere comunale Dc, anni  ’70-’90, come tanti savonesi illustri, studente agli Scolopi. Con Silvio Riolfo Marengo, già direttore editoriale, vice presidente Carisa, scrittore. Con Bodanvalli presidente della Facolta di Scienze a Genova. Nel periodo in cui Renato Acquarone, ex procuratore della Repubblica, fu insignito di “Principe dell’Accademia”. Il “curriculum” di Melone inizia con la maturità liceale, interrogato dall’insigne Pietro Chiodi, ebreo deportato, noto per aver tradotto “Essere e tempo  (1927) di Martin Heidegger.

Attilio Melone, da pensionato, ha iniziato a scrivere romanzi. Esordio con “Il rimedio” (editrice serarcangeli), poi due raccolte di racconti “Notturno” e “Lontanissimo e Vicino”. Ha vinto e si è classificato in numerosi premi letterari senza “rumore”, senza destare l’interesse dei media di casa nostra. L’ultimo manoscritto: “La storia di Teo” (la casa stregata). Negli anni del suo impegno politico (rubato nei fine settimana, nei giorni festivi, nelle ore piccole dei consigli comunali) era frequentatore abituale della redazione di Savona del Secolo XIX. Non faceva visita per chiedere interviste, voleva tenersi aggiornato con l’archivio della settimana. Considerato il “volto pulito”, la “mente pensante” della politica di quegli anni, nella Dc, schieramento in cui militava e a palazzo Sisto IV.

 

Ingegnere, come ricorda Savona, negli anni dell’infanzia, del suo primo approccio. 

Il profumo di mare. Qui viveva una zia. Mi accompagnò in porto, ricordo le navi in demolizione, la vecchia Darsena, i relitti in mare della seconda Guerra Mondiale. Il vento “salino”. Tutto da scoprire, da ammirare. Per me era la prima volta…

Ricordo il periodo scolastico. Tempi duri per moltissime famiglie. Non si trovavano facilmente alloggi. Tra i compagni di classe un ambiente diverso rispetto a Vercelli, lassù più espansivi, quaggiù più chiusi. Alla fine ho legato benissimo. Il mio compagno di banco era Biggi, anche lui diventerà ingegnere in un’importante società bresciana.  Siamo rimasti amici, indimenticabili le sue strepitose parate come portiere della squadra di calcio. Ricordo  Massimo Quaini, oggi professore all’Università di  Genova.

Le prime amicizie da spiaggia? Massimo Fini, due anni più giovane, grintoso opinionista, scrittore senza peli sulla lingua e senza riverenze, schietto, un’intelligenza rara. Frequentavamo i Bagni Umberto.

A Savona chi era, allora, il suo punto di riferimento…

Nanni Russo, più anziano di 9 anni, e Principe dell’Accademia.

 

Si sente un cittadino libero…

Libero anche se è difficile esserlo. La libertà è una condizione interiore.

Cosa ha insegnato l’esperienza politico-amministrativa.

E’ stata interessante. Conosci meglio le persone che ti circondano. Impari a superare rigidezze, schieramenti, divergenze ideologiche. Vivo la vecchiaia avendo buoni rapporti con persone che all’epoca erano dall’altra parte, sul fronte politico. Ho imparato a comprendere meglio la società, difficile da capire  se non si viene a contatto con quella realtà, sia sotto il profilo umano che…

Per anni ho vissuto in affitto. Sono diventato consigliere comunale nel 1974, a 34 anni. Il mio assillo era di trovarmi di fronte persone anziane sfrattate, disperate, in lacrime, che chiedevano aiuto. Non potevo dimenticare, prima di prendere sonno, sguardi sconvolti, smarriti. Un dramma per me. Cosi non mi sono mai stancato di ripetere: nella vita date sempre la priorità all’acquisto di una casa. Un aneddoto. Il primo scontro lo ebbi durante la rattifica di una delibera di giunta che sanciva di sbattere fuori da un alloggio pubblico una persona sprovvista di requisiti. Mi battei perché  avesse una proroga ulteriore di sei mesi, suscitando dissenso e ire. 


Nanni Russo

Nella professione ha raggiunto traguardi ambiti, ha avuto il riconoscimento da meritocrazia. Perché nella “vita pubblica di Savona”, lei è, mi scusi l’accostamento, il “signor nessuno”? E non sarà neppure l’unico caso.

Parlare di se stessi non è il massimo… Ho alle spalle un’onesta carriera. Dopo la laurea, progettista, quindi dirigente d’azienda nel settore tecnico. Mi sono occupato di grandi progetti.  Mi sembra poco carino essere io a valutare le mie capacità. Posso dire che la prima dote di un dirigente è quella di risolvere problemi e difficoltà, non rinviarli. La politica italiana, invece, è fatta di non scelte, di rinvii.

Lavorando si devono fare scelte a favore della propria azienda e ti trovi di fronte interlocutori preparati, ai quali non puoi raccontare favolette. Nella politica e nella vita amministrativa prevale il tentativo di arrangiarsi, senza dover sempre dire la verità.

Ero entrato in un partito, la Dc, in cui contavano alleanze, correnti. Non era la mia mentalità. Per scelta non mi sono mai schierato, come alleato, con gruppi di potere.  Questo non mi ha aiutato, ma non sono pentito.

L’impegno in azienda (prima una multinazionale americana, poi Ansaldo) limitava il tempo per la politica.  Preferivo, da consigliere comunale, dedicarmi agli aspetti concreti, ai problemi veri della gente. Delle tessere e delle beghe interne che non mancavano mai, me ne infischiavo.

Un altro aneddoto. Al congresso provinciale, ’89-’90 (anno della caduta del Muro di Berlino) feci un intervento spronando tutti a tener conto che <il mondo sarebbe cambiato terribilmente in fretta, bisognava decidere nuove strategie operative…>. Mentre io dicevo questo si continuava come nulla fosse a litigare sui posti  in questo e quell’ente, questo o quell’assessorato …con questa o quella località.  Quel partito oggi è stato cancellato, non esiste più.

Certo, col mio lavoro, avevo una visuale più ampia. Il polso della situazione e dell’evoluzione mondiale. I passi da gigante  di India, Iran, Turchia, Egitto,Cina, persino l’Iraq. Parlo ovviamente sul fronte industriale, di tecnici raffinatissimi, ottimi,  di società di consulenza e progettazione all’avanguardia. Si doveva per forza vedere lontano altrimenti si moriva.

Era difficile far prevalere questa evoluzione dei tempi, che correva. E’ vero, non era la maggioranza dei savonesi che non è una società chiusa, ma a rimorchio c’era il 

nerbo delle forze politiche. Nessuno escluso. Il difetto maggiore? Il conservatorismo, la chiusura, il restare corpo estraneo. Io non andavo a prendere ordini dal partito.

Savona la considera città a misura d’uomo? Quali persone della politica ricorda con stima, ammirazione…

Penso ai sindaci Zanelli e in particolare Marengo. Un uomo che sapeva molto ascoltare. Ricordo che c’era il progetto di realizzare  un inceneritore per l’ospedale. La pratica era già a buon punto. Marengo prese qualche giorno di tempo, poi: <Hai ragione , non può convivere con gli insediamenti abitativi>. Ho un buon rapporto con Bruno Orsini che è stato anche sottosegretario di Stato, oltre ad essere un bravo psichiatra. Non si dimenticano certi eventi, con tensioni forti all’interno del partito, tra liti e veleni. Avevo momenti di grande amarezza quando ti rendevi conto che gli interessi di pochi prevalevano ed eri impotente.

Si sente  più vicino ai “deboli”, o si trova più a suo agio con i “potenti”.

Io stesso appartengo alla categoria dei deboli. Ma non si dimentichi che i potenti hanno una debolezza umana di fondo. Veda alcuni magnati mondiali del mondo di internet o altri. Alla fin fine si rendono conto che…

Per lavoro ho girato il mondo, ho visto morti di fame e di stenti in India, le distruzioni di Beirut, i senza casa delle metropoli più diverse; sono stato testimone del dramma dell’Argentina, del suo collasso economico. Ho vissuto le crisi buie d’Ungheria, ero a Budapest. E potrei continuare l’elenco. Ecco perché mi sento più dalla parte dei deboli.


Carlo Russo

Si direbbe, una persona col suo bagaglio e col tempo disponibile, dopo la pensione… A Savona  è stato contattato per entrare in un partito, in una lista. Dare il suo contributo…

Mi aveva contattato qualche anno fa il Partito popolare per candidarmi. Nessuno mi ha più cercato.

E il politico savonese che ha apprezzato di più?

Non ho dubbi, il più intelligente in assoluto Carlo Russo. Un’acutezza folgorante. Anche nel Pci ho trovato persone preparate, degnissime. Penso a Pastore.

Quali programmi vede in tivù, quali giornali legge abitualmente…

Ho spento, non da oggi, il piccolo schermo. A parte Piero Angela. Ai giornali preferisco la rassegna stampa.

Come vede il futuro di Savona e soprattutto delle future generazioni. Cosa lasciamo in eredità…

Una città di provincia assai marginalizzata. Incapace di trovare un’equilibrio che consenta ai giovani di rimanere qui. Trovare lavoro, non dover necessariamente emigrare. Già ai tempi in cui ero in politica, di fronte ad una città scolarizzata, non c’erano adeguate prospettive di impiego. La classe politica non l’ha capito in tempo. Contrariamente ai francesi, penso solo alla situazione oltre confine,che hanno saputo valorizzare le conoscenze tecnico-scientifiche  in tutti i settori, nessuno escluso. Dall’agricoltura ai servizi. Hanno inoltre saputo risolvere il problema  dei trasporti che da noi resta davvero da terzo mondo. Una sciagura.

Dovesse iniziare la vita da capo cosa farebbe o non rifarebbe.

Ai giovani consiglierei di fare ciò che loro piace, ma di metterci sempre l’animo. A scuola bisogna studiare davvero. Imparate dove vi sentite a vostro agio, ma poi in ogni professione, ogni mestiere, bisogna dare sempre il massimo. Dal cuoco del ristorante, allo scienziato. Mestieri e professioni. Con la mediocrità non si arriva da nessuna parte.

Avrà seguito negli ultimi anni le polemiche sul “cemento”, sulle speculazioni immobiliari, sviluppo a suon di mattoni, di nuove case vuote per ricchi.

Direi che la riqualificazione delle aree è un problema grave delle città costiere. Viviamo in una città ed in una provincia dove l’Aurelia, taglia in due il nucleo urbano .Impensabile mettere al bando le auto. Occorre saper organizzare il territorio partendo da questa premessa. Finora si è stati incapaci a gestire la concentrazione, la congestione da traffico in perenne crisi. Si sta concentrando popolazione e auto in zone poverissima di infrastrutture. E’ lo scotto, il danno che si paga e mi pare sfugga all’analisi autocritica. L’errore fu di abbandonare il piano regolatore intercomunale. Puro autolesionismo!

Il rettore del Politecnico Francesco Profumo

Fazio, Freccero, Grasso, Paolo Peluffo, li voterebbe come futuri sindaci di Savona, un modo per volare più alto…

Non conosco Peluffo, Fazio lo trovo  estremamente intelligente, fa onore e non credo possa fare di più a Savona. Potrebbe essere un testimonial …Devo correggermi, guardo con interesse su Rai 3 “Che tempo che fa”. Freccero, una persona simpatica, un esperto di comunicazione. Potrebbe essere molto utile…Grasso è un ottimo critico, ex allievo degli Scolopi.  Più che sindaci li preferirei come “consiglieri”, da ascoltare, per idee innovative da lanciare. Farei anche un altro nome meno televisivo. Profumo, rettore al politecnico di Torino. Un incarico prestigiosissimo. Un cinquantenne.

 

Cosa può dire della lista civica AltraSavona

Non so nulla, non mi sono interessato.

Savona ha perso le industrie manifatturiere, era davvero inevitabile, soprattutto in mancanza di alternative.

Purtroppo era inevitabile perdere quelle industrie, erano indifendibili. Fuori mercato. La siderurgia, ad esempio, è stata uccisa dal gigantismo industriale prima  e dalle trasformazioni produttive dopo. Resto convinto che la perdita più grave per la provincia di Savona e la stessa Liguria, e che occorre assolutamente recuperare, è la Ferrania. Parlo per conoscenza diretta. Un’azienda con il massimo dell’intelligenza professionale. Sarebbe un delitto imperdonabile non recuperare le capacità tecnico-scentifiche. C’è da sviluppare il biomedicale, i prodotti farmaceutici, e soprattutto le energie alternative. Alla Ferrania, vorrei gridarlo, c’erano conoscenze scientifiche che non immaginiamo.

Lei crede nel rilancio turistico, sempre rinviato a tempi migliori, del ponente ligure.

Abbiamo due caratteristiche: clima straordinario, tra i migliori al mondo per mia esperienza diretta; bellezze naturali che non si trovano ovunque. Non abbiamo richiami artistici. Il clima del pianeta si sta rovinando, impegniamoci almeno in un’operazione salva bellezze e riqualificazione. A nessuno, credo, piace trascorrere vacanze nel caos, nella confusione, oggi in molte zone della nostra Riviera c’è impazzire, da scappare. Altro che vacanze-relax.

Negli anni ’50 con la famiglia eravamo innamorati di Loano, era un paese meraviglioso, di straordinaria bellezza. Con gli aranceti in riva al mare, le barche dei pescatori tra i piedi mentre camminavi, gli ulivi subito a ridosso. Non si finiva di ammirare quel paesaggio.  Non si trattava di lasciare il “presepe”, ma le bellezze andavano difese e sfruttate, valorizzate. Migliorare sì le condizioni di vita della gente, senza distruggere per un pugno di soldi.  Non riesco più ad andarci, piange il cuore.

La piattaforma di Vado, la centrale Enel, l’inquinamento da polveri sottili…  Uno scontro sempre più radicalizzato. Come uscirne…

La piattaforma è il risultato velenoso della mancanza di pianificazione. Ma è inevitabile.  Non esiste al mondo intervento che sia limitato nello spazio e nelle conseguenze  ambientali. Bisogna essere consapevoli che senza la piattaforma il porto di Savona non ha futuro ed è diventato la prima industria del comprensorio. Gli abitanti, i giovani di Vado Ligure dove pensano di lavorare in futuro. Nel turismo? Nell’agricoltura?  Non si riesce neppure ad andare avanti nella “mitica” Alassio, la piana agricola di Albenga perde un terreno coltivato dopo l’altro. Non si può non prenderne atto. E’ pura follia, seppure all’insegna della buona fede. Contestualmente occorre affrontare il problema dell’invasione dei camion, del traffico pesante su Vado, causa la piattaforma. Puntare subito su una soluzione all’avanguardia, ovvero il treno, le rotaie. Su questo dovrebbero impegnarsi al massimo gli ambientalisti.

Sulla centrale ho avuto, a suo tempo, pesanti polemiche. Sapendo che non avremmo mai potuto cacciarla. Vorrei spendere una parola perché al suo interno esistono grandi capacità professionali ed alti livelli culturali. Si punti sull’innovazione tecnologica, ma senza processi di piazza.

Per chi ha voltato alle ultime amministrative di Savona…

Per il giovane e promettente Berruti, anche se ho un’ammirazione personale per l’ingegner Buscaglia.

La sanità savonese, tutti ne abbiamo prima o poi bisogno. Che giudizio dà.

Positivo, è uno dei servizi pubblici migliori che abbiamo in questa provincia. Ci sono buone professionalità, attrezzature adeguate. L’ho vissuto personalmente.

Concluda a piacere… Magari un auspicio. Un augurio.

Primo, salvare assolutamente l’ambiente. Secondo, incrementare la cultura. Terzo, essere capaci di dialogare, senza chiusure e senza scontri che non servono. Creano solo danni. A tutti.

Luciano Corrado

 


                            LE INTERVISTE DI TRUCIOLI


 - Il parroco-giornalista che tutti vorremmo
Don Angelo Magnano, prete borghese di Savona

- Pietro Bovero (Il politico delle sette vite,ex presidente dell'Iacp all'epoca dello scandalo Teardo e chiese i danni agli imputati, ex segretario provinciale del Psdi, ora socialista e vice sindaco di Vado Ligure. Personaggio molto noto nel mondo del calcio dei dilettanti e imprenditore)

 

- Enzo Motta (notaio,  Presidente del circolo Pirandello, ex maestro venerabile)

 

- Tiziana Saccone  (già della segreteria provinciale PCI/DS con incarichi nazionali)

 

- Michele Del Gaudio (era giudice istruttore del tribunale di Savona quando firmò gli ordini di cattura per il "clan Teardo". Seguì importanti inchieste, tra esse il "giallo Berrino", il papà del Muretto di Alassio), poi Deputato in parlamento per il Pds, infine docente e scrittore

 

- Nazario Masiero, ex dipendente Piaggio e sindacalista Uil con primato di iscritti, per 20 anni consigliere ed assessore comunale, socialista, a Finale Ligure, presidente locale Associazione Marinai d'Italia.

 

- Luigi Bruni (Primario emerito dell' Ospedale  San Paolo di Savona)

 

- Tindaro Taranto, già comandante (per concorso) dei vigili urbani di Alassio (34 anni di servizio), dirigente e vice segretario generale del Comune, esperto di corsi di addestramento per vigili urbani della Liguria, già giudice di pace al tribunale di Albenga

 

- Gerry Delfino (già assessore comunale di Albenga, ex presidente dell' associazione  libraia della Liguria)

 

- Umberto Ramella (avvocato, ex segretario PSDI, grado 33 della massoneria)

 

- Renzo Brunetti, avvocato, già assessore a Savona,  dirigente provinciale e regionale del Pri che ha abbandonato, già componente del Collegio della Corte Centrale dell'Obbedienza massonica del Grande Oriente che ha giudicato Licio Gelli, il "venerabile" della P 2.

 

- Pietro Moretti (già comandante della squadra di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Savona)