Le tre sfide per Obama sono proprio: le due guerre, la crisi
finanziaria e il pianeta in pericolo.
Per Obama gli USA devono rientrare nelle negoziazioni internazionali
sul clima, indifferentemente dalle decisioni di Cina e India,
evitando una pericolosa paralisi.
Egli propone un programma simile a quello europeo, dove il pagamento
delle quote ricadrebbe sulle industrie e andrebbe a finanziare lo
sviluppo di fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.
( 15 miliardi di dollari l’anno).
QUESTO MECCANISMO PENALIZZERA’ LA PRODUZIONE ENERGETICA DA
CARBONE!!!!
Obama ricalcando il pacchetto europeo lo rafforzerà e lo sosterrà
nel suo cammino, rendendo, di fatto, molto debole la posizione
dell’Italia protesa a bloccare tutto, rigettando al mittente le
dichiarazioni poste, come alibi, sul non allineamento USA.
Obama e gli USA vogliono addirittura superare l’Europa, conquistando
la leadership tecnologica ambientale : la rivoluzione verde.
Cinque milioni di posti di lavoro in cinque anni, nel settore
dell’energia pulita e un taglio di emissioni di CO2 dell’80% entro
il 2050, stravolgeranno le politiche fallimentari degli ultimi otto
anni.
Centrale a carbone: la speranza si riaccende.
Da questa situazione esce sconfitto chi sostiene che, per il clima,
non si debba fare nulla e chi come il Governo Berlusconi definisce
folle la politica europea.
Saranno rafforzate le posizioni di chi chiede la riduzione concreta
di CO2 e quindi il depotenziamento delle centrali a carbone.
Buone speranze per chi chiede, a
Vado, la riduzione delle
emissioni nocive della
Centrale Tirreno Power, fuori da ogni protocollo e dannosa per
la popolazione dell’intera provincia, come più volte
hanno dichiarato e dimostrato medici e studiosi.
Forse si può cominciare a credere che sia finito il tempo delle
piccole idee di provincia, dei piccoli uomini di partito e dei loro
limiti, delle sceneggiate elettoralistiche di corto respiro.
Per chi crede che la battaglia per la difesa dell’ambiente sia
imprescindibile, forse
comincia una nuova era.
I grandi uomini esistono e saranno loro a cambiare le sorti del
mondo.
L’Europa se vuole, ne uscirà rafforzata e l’Italia isolata come
merita per le posizioni di un Governo involuto e impegnato solo
sulla difesa degli interessi di chi ha pensato solo a gestire il suo
profitto, mentre poteva e non ha voluto essere protagonista
d’innovazione e progettualità industriale come un Paese civile e
moderno si sarebbe meritato.
ANTONIA BRIUGLIA
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