TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
RISCALDAMENTO GLOBALE E CO2 OVVERO
L’AUDACIA
DELLA SPERANZA
Tutti i Paesi e non l’Italia. L’ambiente sarà inevitabilmente all’ordine del
giorno ed è più che una speranza poiché ci resta un periodo, a dire
dei climatologi, di solo novantasette mesi per salvare il pianeta. Non sono affermazioni di fanatici ambientalisti,
ma di scienziati a livello mondiale che stimano in novantasette mesi
il punto di non ritorno, entro il quale si può lavorare per
distruggere o per salvare il pianeta dal riscaldamento globale. L’ambiente dovrà essere e sarà all’ordine del
giorno per quasi tutti i Paesi del mondo.
Non sto parlando certo dell’Italia,
tutta intenta a pretendere dall’Europa, deroghe agli impegni presi,
in linea col Protocollo di Kyoto, in tema di abbattimento di CO2.
Non sto parlando di un’Italia
impegnata a pretendere tavoli per ricalcolare ”costi” da sostenere
ingiustamente alti per l’industria del nostro paese, come se i costi
pagati dal pianeta e dai suoi abitanti non fossero già
straordinariamente alti in termini di salute e di catastrofi
ambientali.
Non sto parlando di un’Italia
il cui Governo, con il Presidente del Consiglio in testa, riesce a
scontrarsi con gli altri Paesi della Comunità Europea che addebitano
i maggiori costi, proprio alla politica scellerata dell’Italia fatta
di ritardi accumulati nel tempo.
Non sto parlando di un’Italia
il cui Presidente del Consiglio è riuscito a rendersi ridicolo con
“carinerie”, degne di uno stupido scolaretto, nei confronti proprio
del nuovo Presidente degli U.S.A.( di “statura” ben diversa) e
costate l’ennesima polemica, ma soprattutto l’ennesima umiliazione
della stampa e dei media stranieri, abituati ormai alle sue numerose
“gaffe”.
Il pacchetto che non piace a Berlusconi. Il pacchetto- clima tanto osteggiato dai Ministri
del nuovo governo italiano, con la Prestigiacomo in testa sembra non
piacere a Berlusconi non solo perché i costi ricadrebbero, a suo
dire, sui già tanto bistrattati industriali italiani, ma perché
l’avrebbe firmato Prodi. L’ha dichiarato al vertice dei capi di governo a
Bruxelles, contraddicendo consolidate regole che l’Unione Europea
rispetta da tempo, provocando le ire dei suoi interlocutori e
rigettando l’Italia in una situazione di pericoloso e
controproducente isolamento. Il nostro Presidente del Consiglio vuole
ignorare, a tutti i costi, che nell’U.E., come in tutte le buone
democrazie, ci si fa carico delle decisioni prese dai Governi
precedenti; vuole ignorare che proprio Prodi ottenne già
condizioni di favore che urtarono altri Paesi Europei; ignora
infine le ripetute riunioni dove i suoi stessi Ministri già da
gennaio potevano sollevare obiezioni e non lo hanno fatto.
Un po’ di conti L’Unione Europea decide nel 2007 che si debbano
tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 20% entro il 2020
con variazioni da paese a Paese in linea con il PIL. Il Protocollo di Kyoto impegnava a ridurre le
emissioni entro il 2010 rispetto al 1990 e l’Italia in conformità a
quest’ultimo avrebbe dovuto ridurre del 6,5%, ma mentre Gran
Bretagna, Francia e Germania si attivavano per prendere le misure
necessarie, l’Italia berlusconista le aumentava del 7%. Entro il 2010, per rispettare Kyoto, dovremmo
abbattere del 13%, mentre il pacchetto Europa ci chiede di abbattere
i nostri gas del 13% entro il 2020. Condizione che ci vede
già particolarmente favoriti, poiché siamo tra i pochi Paesi ad aver
aumentato le loro emissioni, infischiandosene di Kyoto.
L’Italia nell’Est Europeo. Per Berlusconi, nella nostra opposizione, siamo
in buona compagnia. La compagnia si trova sempre, quando si tratta di
difendere il profitto di chi conta a scapito della salute del
pianeta e di miliardi di persone, ma buona non direi proprio. I Paesi cui si riferisce il Capo del Governo sono
i Paesi dell’Est, i più regrediti d’Europa ed entrati da poco
nell’Unione, che hanno ancora un sistema industriale antiquato e
spesso costrette, proprio dall’UE, a chiudere le loro obsolete
centrali nucleari. Ci troveremmo, così, a sostenere le posizioni di
Paesi che hanno serie difficoltà a rispettare i termini del
pacchetto energia, come se ci legassero stessi interessi, mentre non
è così.
La rivoluzione è cominciata.
Intanto in un’altra parte del mondo una
rivoluzione è veramente cominciata, quella di Barack Obama
alla Casa Bianca. Un Presidente fiero di essere nero, di appena 47
anni ma di statura politica già altissima. Egli ha un programma energetico e ambientale
innovativo e multilaterale che farà del “business Verde” un elemento
di rinascita americana. Le tre sfide per Obama sono proprio: le due
guerre, la crisi finanziaria e il pianeta in pericolo. Per Obama gli USA devono rientrare nelle
negoziazioni internazionali sul clima, indifferentemente dalle
decisioni di Cina e India, evitando una pericolosa paralisi. Egli propone un programma simile a quello
europeo, dove il pagamento delle quote ricadrebbe sulle industrie e
andrebbe a finanziare lo sviluppo di fonti rinnovabili e
dell’efficienza energetica. ( 15 miliardi di dollari l’anno).
QUESTO MECCANISMO PENALIZZERA’ LA PRODUZIONE ENERGETICA DA
CARBONE!!!! Obama ricalcando il pacchetto europeo lo
rafforzerà e lo sosterrà nel suo cammino, rendendo, di fatto, molto
debole la posizione dell’Italia protesa a bloccare tutto, rigettando
al mittente le dichiarazioni poste, come alibi, sul non allineamento
USA. Obama e gli USA vogliono addirittura superare
l’Europa, conquistando la leadership tecnologica ambientale : la
rivoluzione verde. Cinque milioni di posti di lavoro in cinque anni,
nel settore dell’energia pulita e un taglio di emissioni di CO2
dell’80% entro il 2050, stravolgeranno le politiche fallimentari
degli ultimi otto anni.
Centrale a carbone: la speranza si riaccende.
Da questa situazione esce sconfitto chi sostiene
che, per il clima, non si debba fare nulla e chi come il Governo
Berlusconi definisce folle la politica europea. Saranno rafforzate le posizioni di chi chiede la
riduzione concreta di CO2 e quindi il depotenziamento delle centrali
a carbone. Buone speranze per chi chiede, a
Vado, la riduzione delle
emissioni nocive della
Centrale Tirreno Power, fuori da ogni protocollo e dannosa per
la popolazione dell’intera provincia, come più volte
hanno dichiarato e dimostrato medici e studiosi.
Per chi crede che la battaglia per la difesa dell’ambiente sia
imprescindibile, forse
comincia una nuova era. I grandi uomini esistono e saranno loro a
cambiare le sorti del mondo. L’Europa se vuole, ne uscirà rafforzata e
l’Italia isolata come merita per le posizioni di un Governo involuto
e impegnato solo sulla difesa degli interessi di chi ha pensato solo
a gestire il suo profitto, mentre poteva e non ha voluto essere
protagonista d’innovazione e progettualità industriale come un Paese
civile e moderno si sarebbe meritato. ANTONIA BRIUGLIA |