Io ho ricevuto sulla stampa varie accuse con riferimento alle
vicende del rilevato ferroviario, alle quali, non avendo nulla da
nascondere, prima o poi ho intenzione di replicare puntualmente, ma,
curiosamente e nello stesso tempo, parte dell’attuale
amministrazione e Renato Zunino
mi accusavano di avere redatto un
Piano Urbanistico Comunale troppo restrittivo, che impediva
nuove edificazioni.
Poiché sono ancora del tutto convinto che, anche in ragione della
sua economia turistica, il territorio del comune di
Celle non abbia bisogno di
ulteriore espansione urbanistica e che una amministrazione sana e
onesta non debba piegarsi al volere della grossa speculazione (zona
Olmo, ex colonie,
Roglio?, ecc.) non mi
sento di votare per Renato Zunino
alle prossime elezioni amministrative.
Non lo voterò infine per un importante corollario politico di queste
sconsiderate scelte programmatiche, ovvero la rottura dell’unità con
la sinistra cellese e il parallelo coinvolgimento nel Comitato della
lista Insieme per Celle di persone di destra
Egli infatti, ben sapendo che sulla zona
Olmo e su quella delle ex
colonie la sinistra non avrebbe mai acconsentito a premiare la
speculazione privata, ha deliberatamente portato avanti una
strategia di rottura che gli consentisse mani libere in questo
senso.
E con lo stesso obiettivo egli ha poi fatto di tutto per scoraggiare
la candidatura di Giovanni Durante
alle primarie, fino ad ottenerne l’abbandono, riducendo le primarie
a una farsa e costringendo di fatto altre persone serie, come
Michele Beltrami, ad
uscire dal comitato che sosteneva la lista.
Ho riflettuto molto prima di scrivere queste note, anche perché con
Renato Zunino ha avuto un rapporto politico che, con varie
sfaccettature, è durato 30 anni e mi dispiace che lui, da quasi
anarchico e comunista convinto quando l’ho conosciuto, sia finito a
sostenere gli interessi di qualche imprenditore del cemento.
Mi dispiace anche perché è stato lui a propormi di candidarmi a
sindaco nel 1995 e durante tutto il mio mandato si è comportato dei
miei confronti con estrema correttezza e non ha mai cercato di
esercitare alcuna pressione sulle mie scelte, seppure in allora già
svolgesse l’attività di consulente.
Ed è proprio in virtù di questi rapporti, e delle capacità politiche
e amministrative che in passato ha saputo dimostrare, che sarebbe
utile se ripensasse alla sua candidatura, nonostante il plebiscito
delle primarie.
Sarebbe infatti importante e credibile se il
Partito Democratico
cellese riuscisse a trovare un nuovo candidato (o candidata) che non
abbia vissuto le polemiche politiche e amministrative di questi
ultimi anni e che possa garantire il mantenimento degli attuali
vincoli urbanistici nella zona delle ex colonie, della pineta della
Natta, di Olmo e di
Roglio, aggregando attorno
a sé persone serie ed oneste.
Ci sono infatti nel paese forze nuove, anche tra coloro che stanno
lavorando per liste alternative a quella di
Renato Zunino (ma non di
certo nell’attuale minoranza consiliare), che meriterebbero di
essere coinvolte in un progetto di ampio rinnovamento che sappia
salvaguardare tutto ciò che di buono (ed è veramente moltissimo) è
stato fatto a Celle
dalla sinistra dal 1975 in avanti.
Sergio Acquilino
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