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Un cognome, una famiglia: magistratura, giornalismo, cooperative

GRANERO, LA COOP, LA POLITICA

LA CAMERA DI COMMERCIO

Abbiamo ricostruito i ruoli di chi svolge un’attività in “vetrina”

 


Francantonio Granero

Savona – Un papà in arrivo, Francantonio Granero, nella veste di procuratore capo della Repubblica di Savona (ganglo vitale delle istituzioni democratiche e soprattutto della legalità). Con la testimonianza di essere iscritto tra i migliori magistrati della storia giudiziaria savonese. Mentre Vincenzo Scolastico, l’attuale “capo”, dopo oltre otto anni di permanenza e non essere riuscito a raggiungere il vertice della Procura di Sanremo, tra le procure “calde”, ma anche più attive in Liguria sul fronte della lotta al malgoverno (corruzione) nella pubblica amministrazione, avrebbe deciso di rimanere, a Savona, come procuratore aggiunto (vice), soffiando, si fa per dire, il posto ad Alberto Landolfi, il “decano” in quanto a permanenza alla  Procura di Savona.  
Un figlio in partenza,
Gianluigi Granero,  esponente di primo piano della Legacoop (coordinatore in provincia di Savona, vice presidente in Liguria) ormai pendolare a Genova. Quest’ultimo annuncio l’ha dato in anteprima il Secolo XIX-edizione locale, martedì 13 maggio, con l’intervista del capo della redazione di Savona, Roberto Sangalli.

“Uomini Liberi”, con la consueta “libertà”, ha ripreso la notizia del Decimono, muovendo alcuni rilievi. Ha ricordato la presenza, sulla scena pubblica di Savona, anche di Antonella Granero,  vice capo servizio alla redazione de Il Secolo XIX, col ruolo di seguire la vita politico-amministrativa (cronaca giudiziaria esclusa) e gli approfondimenti di maggiore spessore culturale e sociale.

“Uomini Liberi” poteva aggiungere che, a Genova, nella cronaca sportiva, dopo aver seguito con diligenza e professionalità la “giudiziaria”, lavora, sempre al Secolo XIX, Marcello Zinola, supervotato segretario ligure dell’Associazione giornalisti (il sindacato unitario della categoria). Zinola, savonese da sempre, è marito di Antonella Granero, dunque cognato di Gianluigi e genero del futuro procuratore capo. Questa è cronaca.

“Uomini Liberi” osservava: <…conflitto che va, conflitto che viene, se è vero che ci troviamo in presenza di un’unica famiglia che ha saputo far fruttare i talenti che madre natura ha elargito loro…>.

Chi ha conosciuto e conosce la statura professionale di Francantonio Granero non può aver dubbi. Ieri, come oggi, non sarà mai un magistrato condizionabile, di parte.  Un conto è, inoltre, svolgere un’attività, una funzione nell’ambito della pubblica amministrazione o di enti sottoposti, un conto è esercitare un’attività privata, una professione difficile, “sensibile”. 

Gianluigi Granero non ha atteso facili polemiche ed insinuazioni strumentali per lasciare al suo vice Mattia Rossi, vice sindaco di Carcare, il posto di coordinatore provinciale Coop con un “peso” palese nel contesto economico savonese, ligure.

Ma Gianluigi Granero ha voluto dare un taglio  pure ai futuri rapporti con gli enti pubblici, in particolare la Camera di Commercio dove è componente della giunta camerale. E con ogni probabilità seguirà la rinuncia all’ I.P.S., presieduta da Roberto Grignolo, vice presidente Dario Amoretti, che vede, tra gli altri, come consiglieri Gianluigi Granero, Remo Zaccaria, vice sindaco di Loano, entrato di recente in una cooperativa che gestisce un avviato servizio bar nella cittadella del Santa Corona di Pietra Ligure, in società con imprenditori locali. Una subgestione dell’appalto aggiudicato ad una Spa di Imperia.

Diciamo che l’ IPS, forse avrà dei nemici, ma non mancano alcuni campanelli d’allarme che ad un attento Granero non possono sfuggire.

Gianluigi Granero, del resto, si era già distinto come consigliere di maggioranza per equilibrio, concretezza, moderazione, con le elezioni del 27 aprile 1997, quando Enrico Rembado sindaco di Borgio Verezzi, mantenne un vasto consenso popolare per aver sempre rappresentato il simbolo di primo cittadino con la “schiena dritta”, non condizionabile dai poteri forti e con una visione sensibile del patrimonio ambientale, la sua tutela in termini di risorsa e ritorno turistico. Il denaro facile, della speculazione immobiliare, non ha mai creato le premesse di un sano sviluppo, non “falso o drogato”.


Gianluigi Granero

Gianluigi Granero, in questi anni, pur senza sforzarsi di fare la “prima donna”, ha conquistato spazi sempre maggiori di rappresentanza, prestigio, rilievo.

Riepiloghiamo gli incarichi.

1)   Coordinatore provinciale di Legacoop

2)   Componente della giunta camerale

3)   Vice presidente regionale della Lega Ligure Cooperative e Mutue (presidente Claudio Pontiggia, secondo vice presidente Alessandro Frega).

4)   Presidente dell’Associazione Regionale cooperative consumatori.

5)   Componente del Comitato direttivo della sezione cooperative della pesca.

6)    Componente della Lega Pesca direzione nazionale.

7)   Consigliere dell’Ips.

8)   Componente del Comitato 14 ottobre.

9)   Per la provincia di Savona nel Consiglio dei garanti regionale dei Ds.

10) Componente del Comitato promotore, in provincia di Savona, del Partito Democratico.

Gianluigi Granero con Roberto Decia nel 1996

Un asse pigliatutto? Non scherziamo, sono ben altri i “feudi” della “casta”. Il mondo delle cooperative, pur nelle distorsioni che non mancano e di cui spesso si legge, è una realtà che nella sola Liguria può offrire questo quadro.

Sono associati alla Legacoop 42 soggetti agricoli, 21 cooperative di abitazioni, 15 cooperative di consumatori, 12 di pesca, 33 di servizi alle merci, 108 manifatturiere, 37 cooperative di turismo e comunicazione, 101 cooperative sociali, 2 tra dettaglianti, 3 di costruzioni (Cooperativa edile con sede a Savona e due colossi con sede a Reggio Emilia, Coopsette e Unieco).

L’ultima apparizione pubblica, segnalata dalla cronaca imperiese, ha visto Gianluigi Granero tra i promotori di un riuscito abbinamento- “promozione” del colosso Iveco, alla calata Cuneo di Imperia, dove un gruppo di pescatori locali sono stati trasformati in attori e comparse.  Una manifestazione di successo.

“Uomini Liberi” nel conciso annuncio-commento, rimarcava che <gli spunti dell’intervista al Secolo XIX di Gianluigi Granero, per la verità, erano stati poco stimolati dall’arguzia del cronista>. Del tipo, mancate domande: <Perché in provincia di Savona i prezzi alimentari delle coop sono nettamente superiori a quelli di altre città come Torino, Milano…>.

E ancora, <perché in Riviera non si insediano altri colossi tipo Auchan ed Esselunga….esiste una “coop protetta” dagli enti locali, in mano al Pd ?>.

A completezza del tema è il caso di ricordare che, con la sola esclusione di Albenga, Andora, Spotorno, gli altri centri rivieraschi sono saldamente feudo del centro destra e del berlusconismo più ortodosso (in pratica feudo della famiglia Scajola, con un parlamentare, Claudio, ora tornato ministro che sceglie i soldatini; dal 22 giugno 2006, il fratello, Maurizio Scajola, ha preso il posto di segretario generale alla Camera di Commercio che era di Rosa Gambino; l’altro fratello, Alessandro Scajola, ex parlamentare Dc, è vice presidente della Carisa e nei vertici Carige, gangli vitali del credito e non solo).


Maurizio Scajola

Insomma tre fratelli imperiesi per il controllo di tre istituzioni (pubbliche) di grande peso. Non c’entrano le guerre di campanile, ma di stile direbbe Paolo Emilio Taviani che nell’ultima sua campagna elettorale, riunendo gli amici al G.H. Garden Lido di Loano (candidato era Mario Rembado, ex sindaco di Loano), descrisse il “pericolo Berlusconi”, ma anche alcuni tradimenti tra i  Dc imperiesi.

E proprio sul fronte della Camera di Commercio di Savona (se qualcuno leggesse più frequentemente l’archivio, gli articoli, le dichiarazioni, gli annunci, confrontasse i “proclami”, le immancabili “ricette”,

 con i risultati concreti potrebbe cosi parlare a ragion veduta)  era stato proprio Gianluigi Granero, in perfetta solitudine con Carlo Decia, direttore del CNA, ha farsi promotore di un’impossibile “spallata” alla presidenza di Giancarlo Grasso, una tra le più disastrose (in termini di risultati) che la storia ricordi. Messe a confronto, ad esempio, con le presidenze di Leopoldo Fabretti, Andrea De Filippi e del già mediocre Pietro Picciocchi.

Nessuno pare contesti  a Grasso una gestione all’insegna del malaffare, semmai un problema che si trascina da anni, l’incapacità sostanziale nell’incidere  sui settori vitali dell’economia savonese, come turismo e agricoltura. Gli ultimi dati parlano di una diminuzione di aree coltivate, nella piana ingauna, che raggiunge ormai il 40 per cento. Mentre la sciagura delle dismissioni alberghiere appare inarrestabile. Tante ricette, tante diagnosi, nessuna cura efficace.

Giancarlo Grasso, poteva andare bene, visto i risultati, come presidente di transizione; ha finito per essere un “inamovibile”, in crisi permanente di contenuti e traguardi raggiunti. Non serve metterlo in croce, quel posto fa parte della “casta” politica ed è la classe politica savonese e ligure che dovrebbe provvedere, anche se i danni sono  irreparabili, con ubriacatura di bufale e frottole a parte, come è facilissimo documentare.

Il malessere della Camera di Commercio di Savona si specchia persino su un’informazione locale che non si distingue certo nel raccontare la realtà senza autocensure.


Giancarlo Grasso

Il 30 marzo 2008, titola La Stampa: <Camera di commercio, due dirigenti chiedono lo scioglimento del consiglio>. Occhiello: <Esposto alla Corte dei Conti, Regione e ministero>.

28 luglio 2007, Il Secolo XIX: <Camera di commercio, dipendenti in rivolta. La situazione è grave..>.

L’elenco potrebbe continuare.

Sergio Del Santo, non da oggi tra i giornalisti savonesi più addentro alle vicende della Camera di Commercio, in ottimi rapporti con Sergio Ravera considerato l’autore dei discorsi pubblici e dei “rapporti esterni” del presidente Grasso, si domandava il 30 aprile scorso, esordendo il suo servizio: <riuscirà Giancarlo Grasso a completare il secondo mandato quinquennale alla Camera di Commercio>.

Ovvero sino al maggio del 2010? <Nei palazzi del potere savonese lo scetticismo cresce…Grasso alla presidenza dal 2000 con un consenso bulgaro…>

Del Santo è un maestro del giornalismo soft, della diplomazia, anche se ha al suo attivo gli anni migliori, con l’altro maestro del giornalismo locale (graffiante e soprattutto da inchiesta), Luciano Angelini.  Anni esaltanti nella diffusione boom e della storia del Secolo XIX-edizione Savona. Quando al giornale “comandava” patron Cesare Brivio Sforza.

Gianluigi Granero, rispondendo alle domande di Roberto Sangalli, ha scattato una foto molto verosimile di cosa accade a Palazzo Lamba Doria.

Già Del Santo aveva scritto che <la sessantina di dipendenti è costantemente sul piede di guerra, due vice segretari generali che esprimono per iscritto tutto il loro dissenso; il segretario generale Scajola preoccupato di non finire sotto un micidiale fuoco incrociato, nell’ambito di un frutto ormai avvelenato…>.

Ed ecco che Gianluigi Granero parla al Secolo XIX di un <livello di insoddisfazione all’interno della Camera, molto alto. Con tre punti da chiarire…Deve essere un motore per mettere in campo iniziative importanti….i rapporti con la politica che deve fare un passo indietro… e quando un processo non funziona chi lo guida non può scaricare su altri la responsabilità>.

Forse in altri tempi, il glorioso Secolo XIX avrebbe svolto un’inchiesta giornalistica approfondita sul ruolo e soprattutto sui risultati (mancati) della Camera di Commercio di Savona, non da oggi. Cosa rappresenta in termini di costi per la collettività, per le imprese, per le aziende che rappresenta, e quali siano stati i benefici collettivi. Il profondo malessere che la “soffoca”, a prescindere da Grasso.

Con l’inizio dell’autunno Trucioli Savonesi dedicherà una serie di puntate alla storia turistica della provincia di Savona dal 1965 in poi. Tutte le tappe e soprattutto una vetrina di annunci sui giornali e in tivù, alle radio locali. Con una sorta di “ecco come è finita”.

 E’ un quadro a dire poco sconvolgente, ricco di “patacche”, ma anche peggio.

Gianluigi Granero alla domanda dei rapporti tra Legacoop ed amministrazioni comunali ha risposto: <La cosa più grave che vedo è poco entusiasmo e scarsa capacità di lasciarsi affascinare dalle sfide senza condizionamenti dalle lotte di poteri>.

Si potrebbe aggiungere il “degrado del potere”, di una certa classe politica, di alcuni dei suoi rappresentanti.

Il presidente Grasso in un’intervista a La Stampa del 16 maggio 2001 ricordava: <L’economia savonese sta segnando il passo, c’è la necessità di avere parlamentari che conoscano i nodi del sistema logistico provinciale, in grado di fornire tutti insieme una spinta decisa a risposte che attendono da oltre 40 anni…>. Avete capito, 40 anni! Per la ferrovia mezzo secolo, mentre il turismo alberghiero ha fatto come i gamberi.

Qualche esempio citato da Grasso: il raddoppio ed il trasferimento della ferrovia Andora-Finale, l’Aurelia-bis da Varazze ad Andora, il collegamento porto-autostrade, l’Altare-Predosa, l’Albenga-Ceva, e il definitivo rilancio dell’aeroporto di Villanova che finora ha ingoiato una montagna di soldi pubblici…e poi basta chiusure di alberghi.

Forse al termine di questo lungo affresco, da “giornalisti liberi” il ricordo più “cristiano” è la scoperta di Gianlugi Granero scrittore, col volume “Bandiere e ciminiere….” (vedi….l’articolo scritto da Ferdinando Molteni, redattore del Secolo XIX in aspettativa e chiamato dal sindaco Berruti nell’esecutivo che governa Savona).

Un Granero che sa essere solidale con gli amici, in momenti magari problematici (vedi la foto “storica” del 1996 con l’allora “big” Roberto De Cia già al vertice dei Ds, poi confluito con lo Sdi del vice sindaco Paolo Caviglia).

In quel libro di Granero, ricorda Molteni, cè anche <la celebrazione di una città, Vado Ligure, devastata dall’industrializzazione e piegata agli interessi dei grandi gruppi, ma capace di produrre uomini e donne di tempra non comune>.

Sembra ieri.

 Legacoop, Granero lascia Savona   L'intervista  a Granero del SECOLOXIX

 

La redazione