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Il PPA di Savona, ovvero come (non) ti giustifico il cemento 
di Nonna Abelarda

 SECONDA PARTE LE PREVISIONI

Dopo... le premesse... della settimana scorsa eccovi le previsioni...

Previsione domanda abitativa da sviluppo.
Quadro statico, emergono solo costruzioni, immobiliari, finanziarie. Si definiscono leggermente positive le dinamiche occupazionali, grazie alla flessibilità.

Io ho già detto come la penso: la flessibilità per come è intesa oggi, cioè precarietà selvaggia senza appigli, ha enormi ricadute negative, altro che, anche come conseguenze indotte.

In ogni caso, non si prevede possa generarsi domanda abitativa dovuta allo sviluppo economico. Scusate, ma… Questo non vi sembra già di per sé un dato drammatico, altro che dirlo en passant?

 

Previsione domanda abitativa da immigrazione .L’immigrazione non è più in forte crescita e compensa appena la denatalità. La percentuale di stranieri sul totale degli immigrati a Savona negli ultimi anni è poco più di un quarto, gli altri vengono da altre città italiane. Si dice chiaramente che il loro aumento è legato alle attività edilizie. Cioè, non c’è bisogno di case per loro, così come sarebbe se venissero qui attratti da incentivi lavorativi di una economia in espansione, ma sono loro a venire per costruire case per altri. Per chi, ancora non è dato  scoprirlo.

 Poi ci sono le/i badanti, ma quelli convivono con l’assistito, quindi mica hanno bisogno di case per loro…lo dice la legge stessa che ne consente l’arrivo in Italia, altrimenti non potrebbero neppure venirci.

Non è una battuta, eh? Non le sto dicendo io queste cose, le dice lo studio del PPA, che a questo punto comincia ad avvitarsi pericolosamente su se stesso in una serie di non-sense logici, presupposti che diventano conseguenze e così via. Ma non è ancora finita, poi peggiora, fino a sentirsi il rumore di unghie che grattano su superfici speculari.

Comunque, in sostanza, conclusione: neanche per gli immigrati servono case. E ancora ci chiediamo, allora, a chi servono.

 

Previsione domanda abitativa da “struttura del mercato immobiliare” . Ovvero, ci facciamo sempre più nebulosi.

Il mercato è bloccato, l’offerta è spesso inadeguata (ma non si parlava, prima, di un patrimonio immobiliare in ottimo stato?) e i prezzi troppo alti. Questo perché per troppo tempo sono state ferme sia l’edilizia popolare sia quella pregiata. ( E tutto il patrimonio immobiliare da ristrutturare? E quel famoso 7,8 % di case sfitte?)

Da cui (sempre traducendo dal PPA):

- i ricconi pagano troppo per case non adeguate al loro sfarzo

- la classe media non ce la fa a reggere certi prezzi

- i poveracci rimangono senza casa (ma non si era detto che… uffa, ormai mi sono stufata di ripetere)

 E come conseguenza, se ne va la classe media, a vivere magari nel circondario dove trova prezzi più abbordabili, se ne vanno i ricconi, a cercare altrove case più conformi.

Quest’ultimo, personalmente, non mi sembra un grosso guaio. Ma sarò io ad avere idee arretrate.

Le soluzioni dell’Amministrazione sarebbero di immettere sul mercato case pregiate per calmierare, in modo anche da liberare risorse di mercato medio per la classe media, e fare case economiche per i meno abbienti con il sostegno pubblico.

Anche se (e qui pare la colpa sia delle persone.. ) ‘sta benedetta classe media pare così difficile, da accontentare…non esternano il loro disagio, ecco, anche se il fabbisogno di case l’avrebbero eccome.

Ed ecco la perla: il fabbisogno esiste, tant’è che tutte le nuove iniziative edilizie hanno registrato un acquisto totale, prevalentemente da residenti a Savona.

Di fronte a una considerazione apodittica, espressa come certezza senza dati, come contestare? (Anche se la mancanza di numeri precisi a corroborare sembrerebbe di per sé un segnale sospetto). Mi limito solo a dire che contrasta sia con le premesse espresse in precedenza, demografiche economiche eccetera, sia con la pura impressione di chi girando per la città osserva tapparelle abbassate nelle case nuove. Mi limito a dire che finora non ho visto le conseguenze auspicate e previste, né abbassarsi i prezzi medi di mercato, né proporsi prezzi meno folli e più abbordabili  per il nuovo.

Poi osservo anche, criticando il puro ragionamento, che costruire una marea di case nuove non necessarie per “costringere” il mercato delle tante case già disponibili ad abbassare i prezzi, equivarrebbe, che so, a sterminare senza bisogno  una mandria di mucche e lasciarle sanguinolente sul selciato per far abbassare i prezzi al macellaio all’angolo. Sicuri che non esistano interventi meno traumatici?

 

Previsione domanda abitativa da evoluzione demografica . La popolazione è stabile, ma aumenta leggerissimamente il numero di famiglie, specie monocomponente. Se nella premessa si diceva che ci sono comunque case ampie per tutti, qui invece ci si spinge ad accennare che l’aumento di “single” potrebbe comportare la necessità di nuovi alloggi, addirittura centinaia!!! Della serie, prima si ammette che differenze di virgole e poche unità non sono significative, poi, quando fa comodo, improvvisamente lo diventano. E comunque, rimane sempre tutta colpa della classe media, eh, che non si sa cosa vuole.

Insomma, nell’insieme tutte queste considerazioni e giustificazioni appaiono quanto meno debolucce e scollegate. Non certo capaci di dare motivazioni valide, in un quadro coerente, a questa specie di rivoluzione che sta accadendo in città.

Nonna Abelarda