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IL DRAMMA ACQUA
            NEL MONDO
Quarta
parte

I RUSCELLI - I TORRENTI - I FIUMI

 

C'era una volta un giovane ruscello

color di perla, che alla vecchia valle

tra molli giunchi e pratelline gialle

correva snello....

I questi delicati versi di Angiolo Silvio Novaro, ritroviamo la dimensione atemporale del mondo fiabesco dei Fratelli Grimm; l' ormai classica formula d' apertura delle loro fiabe: "C'ERA UNA VOLTA..." riveste, in realtà, la funzione di una sorta "di ponte levatoio improvvisamente abbassato sui fossati del tempo"; infatti, con questa elementare espressione, sembra, a tutti noi, di rivivere in un' epoca mitica e lontana, dove il tempo poteva scorrere sereno e tranquillo, senza andare incontro alle ansie ed alle frustrazioni del mondo di oggi.

Ma, nei versi di Angiolo Silvio Novaro, noi scopriamo, anche, il concetto di aspazialità, rappresentato dal fatto che il quadro da Lui descritto, può, (o poteva) essere osservato, indifferentemente, in ogni angolo di questa nostra Terra.

I concetti di atemporalità e di aspazialità ci proiettano, dunque, verso un mondo infinito e fiabesco, privo di limiti e ricco, al contrario, di una straordinaria bellezza interiore.

E, all' inizio della giornata, noi tutti (anche se inconsciamente) ricerchiamo quel mondo ed, al suo interno, tentiamo di scorgere quel "giovane ruscello, color di perla che corre alla alla vecchia valle", ma...non ritroviamo più nulla di tutto questo; forse, qualcosa potrà essere visto, ancora, da qualche lontano essere umano, isolato in un altro mondo, non toccato dalla "logica" dello Sviluppo e del sedicente Progresso.

Rimaniamo, dunque, nell' ambito della nostra piccola Savona e cerchiamo, ad esempio, di andare a far conoscenza con il Rio Cadeina, nel territorio della III Circoscrizione; andiamoci in compagnia di Michele Costantini e riportiamo le Sue parole (articolo giornalistico, datato 19 Agosto 2006):

"Questa è la descrizione di un piccolo corso d' acqua alle spalle di Savona, che, nella sua esistenza, non solo ha visto modificare alveo e percorso, ma, da tempo, risulta interrotto in più punti e intasato per lunghi tratti.

E' il Rio Cadeina, divenuto, suo malgrado, famoso, dopo l' ultima alluvione dell' 11 Settembre dell' anno scorso per aver causato l' allagamento di un intero quartiere della Città, da via Privata degli Angeli a Corso Ricci.

Per vederlo scorrere è necessario arrampicarsi lungo la collina che porta al Tiro a Segno.

Attraverso un paesaggio, che non ha nulla a che vedere con un normale corso d'acqua: alberi abbattuti, massi enormi, pilastri dell' Autostrada; tutto è a sfavore del Rio.

Poi, improvvisamente, all' altezza delle abitazioni di via Privata degli Angeli, l' acqua scompare.

Un lungo tratto interrato la convoglia  sino al Torrente Letimbro, attraverso via  Vittime di Brescia e la Caserma  della Polizia di Stato.

Il percorso, a questo punto, diventa "invisibile", per l' utilizzo di un condotto artificiale, difficilmente ispezionabile e, da tempo, intasato per la presenza di terra e residui vegetali.

In un recente studio, presentato dal Settore Difesa del Suolo della Provincia, riguardante la "microcriticità"  dei corsi d' acqua minori, il Rio Cadeina risulta tra i più a rischio idrogeologico."

A questo punto, qualcuno potrà obiettare che il caso del Rio Cadeina è un fatto isolato e, quindi, fà storia a sè; ed allora, vediamo di saperne di più ed andiamo oltre; rivolgiamoci alla sponda Sinistra del Torrente Letimbro e cerchiamo di scorgere i ruscelli che lo alimentano.

Non troviamo più nulla; cerco qualcuno che mi venga ad indicare, ad esempio, il PERCORSO SCOPERTO dei ruscelli, che dovrebbero scendere  dal Vallone di Repusseno o dalla Collina di San Lorenzo o, più a Nord, dalle Colline di san Nazario e di Marmorassi; è un tentativo inutile, perchè non si trova più alcuna traccia di questi corsi d' acqua; al massimo, si può scorgere o intuire il loro sbocco terminale nel Letimbro.

Voi direte: anche questo è un caso anomalo e, quindi, isolato.

Ed allora, cerchiamo di allargare ulteriormente il nostro orizzonte; andiamo oltre il Comprensorio Cittadino ed analizziamo la situazione idrologica nella nostra Provincia, nell' intera Regione Liguria ed ancora più lontano; troviamo, sempre, la stessa situazione: i ruscelli sono spariti o sono in fase di estinzione, soffocati dal cemento, dall' asfalto e, soprattutto, dall' incuria e dal disamore degli esseri umani.

Ma, con lo spegnimento dei ruscelli, sta avvenendo, come logica conseguenza, la morte o, nella migliore delle ipotesi, l' impoverimento quantitativo e qualitativo dei Torrenti e dei Fiumi. 

Mario Tozzi faceva recentemente (Maggio 2007) osservare che:

" I fiumi d' Italia stanno per scomparire e nessuno sembra preoccuparsi più di tanto di quella ricchezza d'acqua  che ha reso, un tempo, il nostro Paese il vero giardino d'Europa.

Il pericolo maggiore, all' inizio del terzo millennio, non è più quello (pure ancora grave) dell' inquinamento, ma uno più insidioso e velenoso, quello dello sfinimento per mancanza d' acqua.

Deflusso minimo vitale, così si chiama quella quantità minima di acqua che deve scorrere in un letto, perchè il corso d' acqua possa essere considerato vivo"

La seguente Tabella, riferita ai principali Fiumi Italiani, conferma  le osservazioni espresse da Mario Tozzi:


                                                                                (FONTE: P e G.  INFOGRAPH)

 Altrettanto drammatica risulta la situazione, se noi estendiamo lo sguardo a livello planetario.

Ricordo semplicemente che esiste, al riguardo, un dettagliato studio dell' ONU (datato: 2006), il quale esprime molto chiaramente, già nella sua premessa, l' attuale situazione mondiale:

" I grandi fiumi sono al collasso"

Si tratta, in estrema sintesi, dei seguenti Dieci Fiumi:

Commentando lo stato di salute dei Dieci Fiumi (sulla base dello studio ONU sopra citato) Carlo Grande, in un profondo ed articolato servizio giornalistico, è giunto ad affermare:

" la maggior parte di essi sta perdendo lo sbocco al mare e, ancora più grave, quasi un quarto di quelli che ancora ce l' hanno rischia di restarne privo nei prossimi 15 anni per colpa dell' Effetto Serra, della Siccità e a causa delle opere artificiali dell' Uomo.

Si costruiscono strade, ponti, edifici, si cementificano gli argini, si rettificano gli alvei, si captano dissennatamente le risorse idriche (abbassando le falde e prosciugando gli specchi d' acqua), si estraggono ghiaia e sabbia. Senza contare l' inquinamento delle acque reflue urbane, delle colture agricole e degli impianti industriali.

Risultato: un disastro in corso ed uno, ancora più grande, in arrivo."

Potrei terminare, con profonda tristezza, a questo punto, ma mi tornano in mente anche le Dighe Fluviali e lo Stato Fisico dei laghi del nostro piccolo Mondo; ritornerò, quindi, sull'argomento nella successiva Quinta Parte, convinto come sono, in armonia con il pensiero di Nicolas De Chamfort, che:

" L' unica cosa che impedisce a Dio di mandare

un secondo diluvio è che il primo è stato inutile"

 

4 luglio 2007                                                   ALDO PASTORE